- Stai bene Clodeth? - le chiese togliendo il suo gioiello dall'ano della sua nuova dolce ragazza.
- Si signore. -
- Sei stata molto brava. -
- Grazie signore. -
Christian si alzò, si mise un paio di pantaloni della tuta e una maglia e, prima di uscire, le disse di riposarsi un po'. La dolce Clodeth obbedì.
Si sentiva strano. C'era qualcosa di familiare in quel lussuoso hotel, anche se non c'era mai stato. Sentiva un profumo che si ricordava troppo bene, a cui sapeva dare un nome preciso. Marta.
Girò per i lunghi corridoi, fino a quando raggiunse quello giusto.
Ecco il profumo. Disse. Camminò per un bel po' fino a raggiungere il solarium. Guardò da dietro il vetro e vide che c'era abbastanza gente. Ad un tratto notò una ragazza con un bel fisichino. La scrutò attentamente, quando la notò. Marta aveva voltato la testa in direzione della sua spalla destra. Cazzo. Pensò.
Si nascose dietro ad un muro e aspettò che tutti se ne andassero e pure lei, così da chiuderla nel magazzino con lui.
Pensieri perversi gli invasero la testa, che a momenti scoppiava. Perché con Clodeth era così buono, mentre con quella ragazza no? Semplice. L'aveva tradito e nessuno lo frega.
Tutti se ne andarono e pure Marta, che era l'ultima. Proprio mentre lo superava la afferrò da un braccio e la buttò dentro un magazzino molto isolato.
Marta si agitava terrorizzata, ma non riusciva a chiedere aiuto. Gemeva, si divincolava e lui godeva davvero tanto.
- Devi soffrire puttana. -
- Ti prego. La... lasciami stare. -
Ma lui non mollava la presa. Il suo lato violento si era di nuovo mostrato. Si slacciò i pantaloni e la fece inginocchiare.
- Non ti mancavano questi momenti? Eh Marta. Ciuccialo bene. -
Glielo ficcò dritto in bocca e un senso di eccitazione gli invase il corpo. Si, era tutto come si ricordava.
Marta obbediva disperata. Lo tolse dalla bocca prima che lui potesse venire e prese a piangere.
Era successo tutto così in fretta, che manco si era accorta che lui era lì, davanti a lei.
- Ti prego Christian, non farmi male. -
Si mise a posto i pantaloni e si chinò su di lei.
- Dolce e ingenua Marta. So perfettamente quali erano i tuoi obiettivi. Volevi farmi fuori, ma sei troppo debole. - disse queste ultime frasi con un ringhio.
- Non volevo, davvero. -
- Cosa? Fotterci tutti quanti? Beh, l'hai fatto e ora ne pagherai le conseguenze. -
Marta alzò lo sguardo verso di lui e di nuovo incrociò quello sguardo magnetico.
- Sei così carina. - le sussurrò all'orecchio.
Marta appoggiò la sua testa sulla sua spalla e nascose il suo volto contro il bellissimo collo di Christian, impregnato di un profumo buonissimo.
Christian si sedette contro la porta e la prese in braccio sulle sue gambe.
- Ti... Voglio. - disse Marta. Ma come faceva a farle quell'effetto così strano?
Christian non disse nulla, la guardò attentamente e la afferrò dal collo. Poi appoggiò il suo pollice sulle labbra carnose di Marta.
Avvicinò lentamente le sue per poi baciarle, morderle. Ficcò la sua mano tra le gambe della ragazza e un senso di pace lo invase. Era lì, ed era tutta sua. La buttò a terra e le strappò gli abiti di dosso.
-Fa... Fai piano. - lo supplicò.
Christian la guardò e fece un ghigno, per poi violentarla e farle patire le pene dell'inferno.