Maschere

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Due ore dall'inizio della missione.
Due ore da quando i sei fratelli uscirono dall'umbrella academy e si dirisero alla banca.

"Ti piace, cara?" chiese Grace tempo prima a Viola mentre mangiava il panino che le aveva appena preparato.

"È delizioso" rispose lei, entusiasta.

La donna le fece un grande sorriso e non appena la ragazza finì di mangiare, salí al piano di sopra, nella sua stanza, e accese il televisore, nella speranza di poter vedere cosa stesse succedendo all'interno della banca.

"Buongiorno a tutti, siamo in diretta dall'esterno della banca e sono ormai due ore che dall'interno non si sa niente. I soccorritori della nobile umbrella academy non sono ancora usciti dall'interno e non si hanno notizie riguardo gli aggressori" disse il giornalista che stava presentando il notiziario.

Non appena l'uomo, però, disse quelle parole, tutti uscirono dall'edificio seguiti da due ladri, ammanettati.

"E proprio dopo averlo detto, ecco qui tutta l'accademia con i due aggressori"

Quello che però la ragazza notò, era che all'appello mancava lui...Numero cinque.

"Come possiamo vedere, i due ladri sono stati fermati e all'umbrella academy sembra essersi aggiunta una new entry" continuò il giornalista riferendosi a Vanya.

"Numero otto..."

La ragazza si voltò, e vide sull'uscio della porta Reginald, che teneva in mano una maschera, presumibilmente quella di Ben.

"Numero cinque! Cosa gli è successo?!" chiese lei agitata.

"Sembra esser scomparso" l'uomo le porse la maschera. "Devi dirigerti lì e cercarlo. Attualmente non ne hai un'uniforme tutta tua, quindi devi metterti quella di Numero sei"

La ragazza aprì frettolosamente l'armadio del ragazzo, ormai morto, e prese una delle sue tute. Corse in bagno, se la mise e prese la maschera.

Quella maschera...

La maschera di Ben...

Come per tutte le altre, quella maschera era totalmente nera, eccetto per le fessure degli occhi, bianche.

Osservandola bene, la ragazza notò che lato sinistro era presente una piccola macchia di sangue, quasi invisibile, che probabilmente risaliva al giorno della sua morte.

"Numero otto..." la riprese l'uomo dalla stanza "datti una mossa!"

Viola uscì dal bagno e, una volta esser uscita dall'edificio, corse immediatamente verso la banca, il luogo dove Numero cinque si era disperso.

Sapeva che esser lì era un grande rischio, soprattutto senza poteri...ma voleva trovare Cinque.

Era pur sempre uno di loro.
Era pur sempre uno dell'umbrella academy.
Ed anche se l'aveva trattata male e lei aveva ricambiato, sapeva che doveva trovarlo.

Viola stava correndo a più non posso verso l'umbrella academy.
Le mancava il fiato, quasi non riusciva a respirare, vista tutta la corsa fatta.
Non appena raggiunse gli altri, ancora ripresi dai numerosi giornalisti che volevano intervistarli e da fan e ammiratori che volevano parlare con loro e fare delle foto, Numero otto li prese in disparte.

"Viola, che ci fai qui?" chiese Allison.

"Numero cinque. Dov'è?" rispose alla sua domanda con una nuova domanda.

"Capisco che lo ami tanto" disse Klaus, "ma calmati. Sarà tornato a casa!"

"Non c'è a casa" rispose seriamente. "È scomparso!"

"Se è così dobbiamo trovarlo!" ordinò Luther. "Klaus, Diego e Vanya, voi controllate all'interno; io, Allison e Viola controlliamo all'esterno. Appena qualcuno lo trova, avvisi gli altri"

Quindi tutti si divisero, corsero immediatamente in direzioni opposte e iniziarono a gridare il nome di Cinque, a cui però non susseguì nessuna risposta.

Viola iniziò a correre facendo il giro del palazzo, correndo per varie strade che nemmeno lei aveva mai visto, osservando attentamente ogni singola cosa che si muovesse.
Nessuno fino a quel momento aveva avvisato che aveva trovato Cinque.
Nessuno fino a quel momento aveva gridato: "L'ho trovato. È qui e sta bene!"

Numero otto arrivò in una piccola strada che sembrava un labirinto.
Controllò bene per terra, controllò bene in ogni singolo angolo, fino a quando non sentì qualcuno tossire.

Quella tosse però era molto secca, molto debole, che si concluse poi a metà.

Sperava fosse quella di un comune cittadino; sperava fosse quella di qualcuno che magari era raffreddato ma stava bene, ma non era di nessuno del genere.

"CINQUE!!"

Numero cinque era disteso a pancia per terra, con i capelli sporchi di sangue che usciva dalla sua testa.
Aveva gli occhi socchiusi e sembrava...cavolo, Viola non voleva nemmeno pensarci.

Appena lo vide corse immediatamente verso di lui e si buttò a terra, accanto al corpo disteso.

Lo girò a pancia all'aria e notò come un proiettile fosse stato sparato dritto nella sua guancia sinistra.

"Cazzo, cazzo, cazzo..." cantilenava mentre pensava a cosa fare.

Il tempo stringeva e diventava sempre meno. Doveva trovare un modo per salvarlo in qualche modo.

Glielo doveva.

Numero otto decise quindi di stendere le sue mani sulla sua guancia affinché, con i suoi poteri, la ferita potesse rimaginarsi.

"Forza, FORZA!" gridava Viola, mentre notava che i suoi sforzi erano vani.
I suoi poteri erano temporaneamente andati, e chissà quando li avrebbe avuti di nuovo.
Sperava che gridando potessero ritornare, ma sapeva che era solo una fantasia, un'illusione.

Non le restava altro modo che gridare.

"AIUTO!"

Nessuno arrivava.

"AIUTO!"

Nessuno rispondeva.

"QUALCUNO MI AIUTI!"

Ancora niente.

"LUTHER! DIEGO!" continuò a squarciagola.

Dopo finalmente tanto tempo che la ragazza gridava, tutti i fratelli arrivarono.

I still love you || Five HargreevesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora