Magari

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Diego continuava ad osservare insistentemente quella foto.

Lui, tutta l'umbrella academy, compresi Pogo, suo padre e sua madre, sorridevano felicemente; ed era strano da dire, visto che il Monocolo non sorrideva mai.

Magari su Terra-due non era eccentrico, doppiogiochista...ma anche astuto e codardo.
Magari su Terra-due era il padre che Diego aveva sempre sognato di avere.
Magari era un buon padre.

La foto era datata al 30 settembre 2019.
Un giorno prima dell'apocalisse, a detta di Viola.

Tutti sorridevano spensierati, tutti si abbracciavano, tutti erano felici.

Ma ancora non sapevano del destino che li avrebbe segnati.
Non sapevano che il giorno dopo tutti sarebbero morti.

O meglio, nessuno lo sapeva...tranne Viola e Pogo.

A quanto pare Pogo lo sapeva e aveva avvisato Viola. Hanno trovato un modo per scappare...e lei si è salvata.

Nella foto lei sorrideva, ma quello era un sorriso finto.

Il problema era che nessuno se n'era accorto.

---

"Voglio mostrarti questa" disse Numero otto a Numero due poco prima, porgendogli la piccola foto.

Diego rimase scioccato ma anche...stupito.

"Un giorno prima dell'apocalisse..." evidenziò la ragazza.

"Il tuo corpo...quello di Cinque...è..."

"Adulto? Io mio cambiamento è dovuto al trasferimento di terra" disse lei.

In effetti Cinque e Otto, che si tenevano per mano, sorridendo, erano molto più alti e, soprattutto, avevano un viso molto più grande, con lineamenti molto diversi, molto adulti.

"Gli altri lo sanno?"

"Si, Vanya lo ha detto agli altri"

Numero cinque arrivò frettolosamente nel salone, proprio dove erano seduti i due.

"Cinque! Dove sei stato?" domandò Viola, alzandosi di scatto dalla poltrona.

"Pensi che dovrei dirtelo a te?"

"Scusami?"

"Esattamente" disse Cinque, iniziando ad alzare la sua voce, già piuttosto alta "tu cosa ci fai qui? Sei qui per fidanzarmi con me, di nuovo, o questa volta con uno dei miei fratelli?"

"Ripeto...scusami?!" cantilenò nuovamente Numero otto.

Numero cinque scosse la testa e osservò lo sguardo serio di suo fratello.
"Vedo che sei accanto a Diego. Attento" gli disse "o provocherà una apocalisse pure qui"

"Volevo venire qui per cambiare vita. Ma vedo che tu rimani sempre una merda!" urlò la ragazza, facendo allarmare tutti gli altri fratelli, che scesero di sotto.

"Se mi odi così tanto..." Numero cinque iniziò a divertirsi gridandole contro. "Guardami negli occhi e dimmelo"

Viola non fece nulla.
Rimase immobile a guardarlo, chiedendosi se quella richiesta fosse retorica o seria.

Avrebbe voluto gridargli contro, urlargli quanto le facesse schifo, ma sapeva che non ne valeva la pena.

Sapeva che quello era l'unico luogo, l'unica casa vera, dove avrebbe avuto un letto per dormire, una poltrona dove rilassarsi e una tavola dove mangiare.

Non poteva perderlo.

Non di nuovo.

"Allora?" chiese Numero cinque, incrociando le braccia tra di loro. "Ti ho detto di dirmi che mi odi. Guardami negli occhi"

Numero otto, invece, rimase immobile.
Guardò i suoi occhi verdi, che erano rimasti gli stessi del suo doppelgänger.
Gli occhi che aveva guardato per oltre quattordici anni.

Guardò poi le sue guance, infuocate come non mai. Ma non per la timidezza o l'imbarazzo, ma per la rabbia.

Il suo sguardo si abbassò leggermente ma lei non si mosse.
Guardò le sue labbra, rimaste le stesse del suo doppelgänger.
Le labbra che aveva baciato per oltre due anni.

"Punta agli occhi. Guardameli!"

Viola guardò gli occhi.
Poi le guance.
Poi le labbra.
Poi gli occhi, ancora.

Si avvicinò a lui.

Qualche centimetro di distanza e...

La mano di Viola colpì violentemente la sua guancia.
Numero cinque ripose la sua mano sul punto appena colpito, dolorante.
Gli occhi di tutti i suoi fratelli erano puntati addosso ai due.

"Ti...odio..." sussurrò la ragazza al suo orecchio, più vicino come non mai. Viola quindi, non appena si spostò da lui, chiese: "Vuoi che te lo ripeta?"

"Vai via" le ordinò Cinque, con fare calmo.

Lei non esitò ad andarsene da quello scenario pieno di tensione.
Immediatamente salì le scale, abbandonando gli altri, e raggiunse la porta di camera sua, che venne sbattuta violentemente.

Numero otto si avvicinò alla finestra, con le mani sul viso, piena di rabbia e vergogna.
Sospirò amaramente pensando che aveva appena fatto.
Per una parte sapeva di aver fatto bene, per l'altra pensava di aver esagerato.

Qualcuno bussò alla porta.

"Chi è?" chiese la ragazza, ma non ricevette risposta.

Pogo entró nella stanza.

"Tutto bene, signorina Viola?"

"Cosa stanno facendo di sotto?" domandò Numero otto.

"Una riunione di famiglia. Non è la prima volta che accade, non ha nulla da temere"

Lo scimpanzé riconobbe subito lo sguardo amareggiato della ragazza, che si buttò sul letto.

"Mi sembra ansiosa, posso chiederle il perché?"

"Sembra che...nessuno si fidi di me ma non ne capisco il motivo. Voglio solo...essergli amica. Non ho nessun altro posto dove andare..."

"E chi non si fida di lei?"

"Come mai lo chiedi?" disse lei.

"Perché magari potrei parlargli..." propose.

"Pogo...lo apprezzo molto ma...non ce n'è bisogno, davvero"

"Signorina Viola" disse affettuosamente, sedendosi accanto a lei sul letto. "Io mi fido di lei e voglio aiutarla. Per cui deve rispondermi sinceramente...nessuno si fida di lei o solo Numero cinque?"

Numero otto perse per un attimo il respiro. La sua domanda era stata alquanto precisa e aveva capito che era evidente che lei si riferisse solo a lui.

"Solo...Numero cinque" bisbigliò lei.

"Posso darle un consiglio?"

Viola annuì. Tutto quello di cui aveva veramente bisogno era un consiglio. Specialmente da Pogo. Sapeva che era molto saggio e, su Terra-due, i consigli erano la sua specialità.

"Spara"

"Immagino che lei sia venuta qui per cambiare vita...per cambiare pagina"

"È così"

"Allora perché non lo fa? Dando attenzione a Numero cinque finirà per commettere lo stesso errore che ha commesso su Terra-due"

"Hai ragione Pogo ma..."

"Perché non ci dormi su? Ti farà bene"

Lo scimpanzé si alzò dal letto e, camminando lentamente con il suo bastone, uscì dalla stanza.

Magari aveva ragione.

Magari Viola doveva abbandonare quella famiglia e cambiare vita.

Perché non doveva esser uguale a quella di Terra-due.

Perché dovevano esser diverse.

I still love you || Five HargreevesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora