12. Una cattedrale in cui andremo dopo

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Il Diavolo si infilò sotto le coperte, tirandosele fin sul mento, stringendo i denti perché il letto era diventato freddo mentre era via. Odiava il freddo. In ogni caso era riuscito a rientrare senza intoppi, ipnotizzando tre persone sulla via e usando i propri poteri per chiudersi le porte dietro a distanza pur di non farsi intravedere da quel mostro di Sara.

Aveva appena finito di sistemarsi a letto quando il Ministro Oscuro era rientrato nella stanza, con un tempismo da brividi, e si era avvicinato al Diavolo.

«Hai preso la tua decisione?» Domandò McWoodland

«Sì» il Diavolo annuì, fingendosi timido e parlando con voce fioca

«E qual è?»

«Voglio tenere i miei ricordi. S-se posso. Posso?»

«Puoi» sospirò il Ministro «Ma ricorda che è stata una tua scelta. Se questo risulterà in un trauma, tutto ciò che potrò fare sarà pagarti un bravo psichiatra, niente di più».

Il Diavolo sbadigliò, poi assottigliò gli occhi

«Ho davvero... tanto... sonno» mormorò

«Ti lascio a riposare»

«Grazie».

Mark McWoodland uscì di nuovo dalla stanza. Il Diavolo ne approfittò per ipnotizzare il gatto (per lui era facilissimo controllare i piccoli felini) ed impiantargli falsi ricordi prima che seguisse il Ministro, poi si addormentò davvero perché quel corpo aveva bisogno di un lungo e dolce riposo per riprendersi.

Si risvegliò quando sentì qualcuno sedersi sul letto al suo fianco. Aprì gli occhi e fra le ciglia vide una cortina di capelli biondi. Sospirò.

«Vorrei proprio che fosse una bella ragazza gentile» Mormorò insonnolito

«Mi dispiace per te» rispose la voce di Alejandro

«Anche a me dispiace per me» il Diavolo si strofinò un occhio e alzò lo sguardo «Che cosa vuoi? Avevi detto che te ne saresti andato se ti avessi rivelato il mio piano»

«Ma non ho mai detto che non sarei tornato. Ed eccomi qui»

«Te lo ripeterò una sola altra volta, e la volta è questa: che cosa vuoi?»

«Quindi se non ti rispondo non me lo ripeterai mai più? Lasciatelo dire, vecchio mio: anche la tua conversazione sta diventando sempre meno brillante»

«Ah ah. Mi sono appena svegliato, dammi tregua»

«Sei il Diavolo, ho grandi aspettative» Alejandro accavallò le gambe e si leccò le labbra con aria pensierosa «Millennio è un paese molto carino. Ho visto un gatto che cantava, l'ultima volta è stato in Svizzera... pensavo che fosse una cosa speciale che hanno solo lì»

«Li importano dalla Svizzera, i milleniesi»

«Ah. Questo spiega molte cose».

I due rimasero in silenzio per qualche secondo, guardavano le pareti. Il Diavolo ruppe il silenzio per primo

«Guarda che la mia offerta era genuina» disse «Posso pagarti di più di come ti paga Lilith. E posso anche metterti a capo di una squadra, i migliori manigoldi del mio mondo. Posso darti, e farti, tutto quello che desideri»

«Tutto ciò che desidero è compiacere la mia padrona. Puoi darmelo questo?» ribatté Alejandro, alzando il mento in un gesto di sfida

«No. Immagino di no»

«Allora devo declinare l'offerta»

«La ami, vero? Quando la guardi senti quella tenerezza che ti brucia il cuore, il fuoco nei tuoi lombi, la forza che permea le tue braccia. Quando la guardi non conta nient'altro»

La Cattedrale di MillennioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora