2. Un paese non troppo male

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Per tre settimane, Don Lorenzo visse solo di cibo acquistato su Amazon. Sentendosi molto triste, si era concesso anche un'aragosta e un enorme pacco di caramelle gommose che gli avevano dato il mal di stomaco e una leggera diarrea.

«Signore» Aveva detto, seduto sulla tazza del water «Ho peccato e mi merito questo tuo castigo intestinale».

Aveva celebrato la messa tre volte, una per ogni domenica, ma erano venuti a sentirlo solo la piccola Luciana e suo cugino. I due bimbi non erano troppo convinti delle sue parole, ma gli avevano mostrato una danza interpretativa della morte di Gesù che al prete era parsa abbastanza blasfema visto il coinvolgimento di un pupazzo di Ken il Guerriero, quattro figurine dei calciatori, un dinosauro giocattolo senza una gamba e di una barbie senza vestiti nel ruolo della Madonna piangente.

Mancavano solo due settimane a Natale e Don Lorenzo era sempre più triste perché sentiva che l'avrebbe festeggiato da solo. Fin da quando era nato, la festività che la sua famiglia aveva festeggiato con più fervore religioso era proprio il Natale e lui non aveva alcuna intenzione di smettere solo perché era lontano da tutti i suoi cari, così decise di preparare la più bella messa di Natale di sempre! Senza coro. Senza fedeli. Senza chierichetti. Spese centinaia di euro in luci colorate che suonavano e cantavano e mega-decorazioni da appendere dentro la cattedrale per farla splendere tutta della luce del Signore, poi scrisse un discorso a suo parere molto toccante su come la nascita di Cristo cambia le nostre vite e infine scelse le canzoni che avrebbe cantato (da solo) per sé stesso, fra cui Adeste Fideles, Jingle Bells e Hallelujah (quella sbagliata, di Leonard Cohen). Dopo aver comprato un panettone gigante ripieno di cream al pistacchio, Don Lorenzo si ritrovò con il conto Paypal, e relativa carta di credito collegata, completamente vuoto: era ora impossibilitato a comprare qualunque altra cianfrusaglia natalizia (o cibo essenziale) finché non avesse ricaricato la carta.

La neve aveva allora bloccato tutte le strade e il nostro prete non ci pensava proprio a rischiare la vita fra ammassi bianchi e slittante ghiaccio, ma neppure a caricare il suo conto Paypal nell'unico negozio che offriva quel servizio, ovvero il bar pieno d'edera del gigante Sebastiano, così si ritrovò a non poter acquistare nulla su internet. E comunque, con quella neve, la posta non sarebbe mai arrivata in tempo.

Don Lorenzo, accovacciato di fronte a una stufetta accesa, mangiava le ultime caramelle lassative che gli erano rimaste.

«Signore» Pregava «Ho fatto male i calcoli, ma ti prego provvedi a me! Non lanciarmi di nuovo il tuo terribile castigo intestinale!».

Ma Gesù c'entrava ben poco: quelle caramelle erano ricche di polioli e nutrirsi esclusivamente di esse portò il povero prete a perdere di nuovo molto tempo seduto in bagno.

Don Lorenzo, fra la diarrea, il freddo e la dieta forzata, perse quattro chili di peso. Non era mai stato robusto, ma adesso cominciava a somigliare sempre di più ad un bastone con dei vestiti neri sopra. Una settimana prima di Natale, decise di recarsi al supermercato di Millennio, ma lo trovò chiuso per ferie.

«Oh, andiamo!» Si lamentò ad alta voce, indicando in cartello «Chiuso adesso? Quando tutti comprano lo spumante e... e i panettoni e il pesce spada! Ditelo che non volete guadagnare!»

«Non vogliamo guadagnare» disse una voce femminile, divertita.

Don Lorenzo abbassò gli occhi per guardare chi aveva parlato e vide la donna dai lunghi capelli bianchi che lo aveva lasciato parlare quando, nella sua prima notte a Millennio, era entrato nella cattedrale. Lei indossava un lungo cappotto verde scuro, una sciarpa rossa dall'aria soffice e artigianale e un berretto di lana multicolore con fantasia di fiocchi di neve.

«Il negozio è suo, signora?» Domandò il prete, indietreggiando

«Sì. Appartiene alla mia famiglia» rispose la donna

La Cattedrale di MillennioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora