13. Una cattedrale che guarda case in fiamme

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Il Diavolo rientrò a casa di Don Lorenzo, seguito a brevissima distanza da Alejandro, che aveva provato a scacciare per tutto il tragitto senza successo. Il licantropo sembrava intenzionato a rovinargli la vita.

«Perché non mi hai denunciato?» Sbottò il Diavolo quando arrivò in salotto e si buttò sul divano

«Pardon?» fece Alejandro, senza perdere l'allegria

«Con il Ministro Oscuro. Avresti potuto dirgli che sono io, invece... non l'hai fatto. Dovrei esserne felice, dopotutto mi hai retto il gioco, ma non posso fare a meno di sentirmi in qualche modo preso in giro. Perché non mi hai denunciato?»

«Volevi che lo facessi?»

«No! No. Ma voglio sapere il perché»

«Ho pensato che la tua copertura potesse tornare utile anche a me»

«Come? Come, esattamente, la mia copertura può tornare utile a te

«Questi, se non ti dispiace, sono affari miei».

Il Diavolo chiuse gli occhi. Dietro le palpebre gli balenarono lampi rossi che disegnarono i contorni di alte mura più antiche di quelle di Gerusalemme, ornate dai teschi puliti e lucenti di migliaia di uomini perduti. Come gli mancava la sua casa! L'Inferno non gli era mai parso così lontano in vita sua.

«Perché stai nel mio salotto?» Domandò il Diavolo, senza neppure riaprire gli occhi.

La voce di Alejandro gli arrivò lontana, tanto che si poteva intuire che stesse parlando da un'altra stanza.

«Io sono opportunista come un corvo» Disse il licantropo «Seguo i grossi predatori perché si lasciano dietro una scia di carne e sangue, che sono deliziosi... e di divertimento, anche. Sì, una scia di divertimento»

«Come se non fossi anche tu un grosso predatore!» ridacchiò il Diavolo, un po' amaramente «Come se tu non fossi capace di procacciarti la tua carne, il tuo sangue, il tuo divertimento!»

«Il corvo può benissimo procacciarsi da mangiare da solo, ma questo non gli impedisce di tirare la coda alle aquile per infastidirle così tanto da rubargli il pasto»

«Uno come te dovrebbe essere l'aquila, Alejandro!»

«E uno come te dovrebbe essere il corvo, ma non si può sempre aderire alle aspettative degli altri. Sono già troppe cose che gli altri si aspettano per mettermi a fare l'aquila. E poi lo sanno tutti che il corvo è più sveglio»

«Ehi!» il Diavolo aprì gli occhi di scatto «Stai dicendo che sono più stupido di te?»

«Lo stai dicendo tu, non io»

«Non fare i tuoi giochetti con me! Io li ho inventati questi giochetti!»

«A volte l'allievo supera il maestro».

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il Diavolo si alzò e raggiunse Alejandro in cucina, trovandolo con la testa ficcata nel frigorifero.

«Ehi, licantropo!» Lo apostrofò

«Hm? Vuoi qualcosa?» il biondo si voltò a guardarlo

«Sei molto sicuro di te?»

«Certo. Posso contare su questo sveglio e robusto ragazzone!» si batté il petto, alludendo ovviamente a sé stesso

«Che ne pensi di metterti alla prova, allora?» il Diavolo scoprì i denti in un sorriso pieno di sottintesi

«Sono sempre pronto a mettermi alla prova» Alejandro chiuse la porta del frigo sbattendola «Accetto qualunque cosa, mi amigo»

La Cattedrale di MillennioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora