Capitolo 17 - Uomini Misteriosi

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Non passò molto tempo prima che, con lo stesso stupore, anche quel gruppo scorto in orizzonte da Kobac si accorgesse della presenza di Raghnall e gli altri. Si fermarono per alcuni istanti, poi i puntini si fecero sempre più grandi, fino a poterli distinguere: sei persone, e persino due buoi a tirare una sorta di carro coperto.

Kobac si voltò verso il resto del gruppo, facendo loro cenno con la testa di accorciare le distanze.

I due gruppi si avvicinavano tra loro, e anche se non lo davano a vedere, la tensione si faceva sentire, complice il solo rumore dei passi sulla sabbia ad accompagnare la lieve brezza.

<< Per il momento è sufficiente così>> Disse ad alta voce e con tono insolitamente garbato uno di loro, l'unico che si trovava a governare i buoi dal carro

Scese dalla carovana, aiutandosi con un piccolo bastone, era un piccolo uomo, visibilmente in là con gli anni, stranamente ben vestito, con tanto di cappello elegante, giacca e baffoni.
Si presentò, pur mantenendosi a debita distanza

<<Il mio nome è Arthur, lieto di fare la vostra conoscenza, stranieri.>> Abbassò il cappello, rivelando i suoi capelli quasi tutti bianchi.

Mentre l'uomo misterioso si presentava, dai lati della carovana accorsero quattro soldati armati di lancia, si posizionarono davanti a lui come per proteggerlo.

Tutti quanti erano perplessi: incontrare un gruppo di persone era già cosa rara, ed il particolare portamento di quell'uomo rendeva il tutto certamente più strano.

Kobac fu l'unico a non esitare, decidendo di presentarsi a sua volta, accorciando ancor di più le distanze

<< Molto piacere, vecchio! Cosa vi porta in queste...>>

Un grido in coro lo interruppe, i soldati puntarono le lance all'avvicinarsi di Kobac.

<< Oh, andiamo! Non starete mica pensando che io sia un tipo pericoloso, eheh>>

Anche Raghnall e gli altri si erano messi subito sull'attenti, pronti qualora fosse stato necessario.

Arthur, vedendo la situazione tesa, con un cenno della mano ordinò ai soldati, di abbassare le armi, poi si rivolse a tutto il gruppo, squadrandone ogni componente uno per un con i suoi occhi, piccoli e nerissimi.

<< Vogliate perdonare i miei soldati, essendo la mia scorta, si dimostrano parecchio dediti al loro compito.>>

si rivolse poi nuovamente verso Kobac

<<Giungiamo qui, ragazzo, perché questo è ciò di cui vivo: affari, commercio e scambio sono il mio pane quotidiano>>

<<Un mercante... Con i tempi che corrono?>> Domanda Raghnall, avvicinandosi anche lui

<<Invero. Solitamente, conduco i miei commerci ben più a oriente... Ma ahimè, gli affari stanno recentemente scemando. L'umanità è proprio tenace: dopo nemmeno un decennio è già riuscita a stabilire delle piccole comunità autosufficienti, e trovare clientela è diventato sempre più difficile.>>

<<Un momento... Comunità autosufficienti?>>

<<Sì, è quanto ho asserito...>>

Lo stupore generale era immenso, eccezion fatta per Chuck.

<<Vogliate perdonare la mia irruenza...>> Disse Arthur <<Ma ho forse detto qualcosa di inopportuno?>>

<<No, signore>> rispose Raghnall << Ma certamente qualcosa di inaspettato. Vede, qui sono sette anni che sopravviviamo da soli, e solo recentemente in gruppo. Non c'è nemmeno l'ombra di una comunità, nei pressi di Los Angeles. Sapere che, anche se a migliaia di chilometri, ne esistono, ci rincuora non poco.>>

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