Una dozzina di ghoul si fiondano verso Raghnall.
Conosceva bene questi mostri, li ha affrontati decine di volte, ma combatterne così tanti tutti insieme è un impresa a dir poco impossibile. Per di più, tre di questi erano già arrivati per attaccarlo, lanciandosi protraendo chi gli artigli, chi i denti aguzzi e ancora sporchi di sangue.
L'uomo , con una calma quasi irreale, si china ed evita tutti e tre gli attacchi, volteggiando e saltando come un ginnasta in allenamento, che aveva fatto la stessa mossa così tante volte da poterla ripetere senza sforzo.
Neanche un istante dopo, con la freccia tenuta stretta in mano, trafigge da parte a parte la bocca del terzo ghoul, che si trovava ancora a mezz'aria con le fauci spalancate, impalandolo sul terreno per non farlo muovere, e immediatamente dopo punta la pistola sulla testa degli altri due, dei quali aveva evitato gli attacchi: due colpi, due morti.
Il ghoul trafitto dalla freccia continua ad agitarsi, senza riuscire a staccarsi dal terreno, finché Raghnall non schiaccia brutalmente la testa della bestia.
Quest'ultima azione, però, gli fa distogliere l'attenzione dai restanti ghoul che erano ancora alla carica. Nonostante si fosse già voltato di scatto per difendersi, non sarebbe mai riuscito a puntare la pistola e a sparare al ghoul che ormai gli stava per azzannare il braccio.
Ma ecco che il balzo del ghoul viene arrestato: tra il mostro e l'arciere si frappone una lama, che trafigge la bestia al torace.
<<Perdona il breve ritardo, dov'è che devo colpirli per farli fuori? Eheh>>
<<Grazie, Kobac. Devi distruggere il cervello, se li ferisci in qualsiasi altro punto, continueranno ad attaccare!>>
Lo sguardo di Kobac si incupisce e il suo sorrisetto si trasforma in un ghigno.
<<Ricevuto.>>
in un battito di ciglia, lo si vede una decina di metri più avanti, con le lame incrociate e due ghoul alle sue spalle, decapitati.
Nel frattempo, altri due ghoul erano stati eliminati da Normorn senza troppa fatica: il mazzafrusto faceva bene il suo dovere. Un terzo carica per attaccarlo, ma anche esso viene bloccato a mezz'aria dallo "Scudo Divino" del suo avversario.
<<Raghnall, dietro di me!>>
Senza esitare quest'ultimo si mette al riparo accanto all'amico, scoccando tre frecce in pochi secondi e colpendo perfettamente alla testa altri tre ghoul.
I due si voltano verso i due mostri rimanenti, ma vedono solo Kobac intento a rinfoderare le sue armi, con i due cadaveri vicino a se.
<<Da come li avevi descritti, sembravano molto più pericolosi>> Asserisce, sputando su uno dei ghoul appena uccisi e guardandosi il braccio.
<<Certo che però... Li hanno taglienti quegli artigli>>
<<Sei stato ferito?>> Chiede Raghnall agitatissimo
<<È solo un graffietto, non preoccuparti>>
Raghnall ignora quanto detto da Kobac e afferra il braccio di quest'ultimo, guardando con i suoi occhi la ferita, apparentemente insignificante.
<<No...Maledizione...>>
<<Che c'è?>> Chiede Kobac visibilmente irritato, liberandosi dalla presa di Raghnall con vigore
<< Kobac... Non ti resta molto tempo>>
<<Eh? Ma che stati farneticando?>>
<<Raghnall, ma che stai dicendo?>> interviene Normorn
<<Chi viene ferito da un Ghoul... Ne diventa uno nel giro di pochi giorni>>
<<Non ho tempo da perdere.>> Continua Kobac alzando il tono, adesso fattosi più aggressivo.
<<Non sto dicendo sciocchezze, è la verità. L'ho visto con i miei occhi>>
Kobac distoglie lo sguardo dal suo interlocutore, visibilmente infastidito. Prende qualche secondo, prendendo un grosso respiro, poi prosegue:
<<Cosa dovrei fare, dunque? Cercare una cura? E da chi? Sono spacciato, è questo che stai cercando di dirmi?>>
Raghnall rimane in silenzio, guardando fisso verso Kobac, finché una voce estranea, molto grave, interviene dalle loro spalle.
<<Dottore.>>
Tutti si voltano di scatto, mettendosi in guardia: Davanti a loro si para un individuo molto alto, addirittura più di Normorn, dal volto interamente coperto da una maschera metallica. Indossa un grande cappotto nero, e dalle sue spalle sporge qualcosa, che estrae in seguito alla reazione dei sopravvissuti: Un'arma da fuoco di grosso calibro.
<<Armi. Lasciate>>
Tutti, eccezion fatta per Kobac, obbediscono. Quest'ultimo invece, risponde all'individuo avvicinandosi ad esso:
<<Chi diavolo sei?>>
<<Dottore mi ha chiamato Nemesis.>>
<<Parla la tua lingua>>
Quel "Nemesis" si ferma per qualche secondo, poi riprende:
<<Sala di qfirvui vyd dazzary. L lfu efò tfrirzu>>
<<Ma che diamine...>> Reagiscono palesemente Normorn e Raghnall
Kobac, pur avendo una chiara espressione di stupore, si ricompone dopo pochi istanti, e sotto gli occhi increduli dei presenti risponde:
<<Tawi tu oiu nfu?>>
<<Da di tittui xe nfywzy kywzuy, wza tyrtilva ud pua iputa>>
La conversazione tra i due per gli altri presenti sembra un insieme di suoni insensati, ma capaci di incutere un certo timore, come se provenissero dall'oltretomba, eppure, Kobac ed il suo interlocutore sembrano conversare in modo così naturale.
Ad un certo punto, Kobac si volta verso il cane e Yara, rimasti ancora indietro al riparo dai Ghoul e successivamente da "Nemesis", chiamando l'animale con un forte fischio.
Il cane si avvicina scodinzolando e fiondandosi verso quello che si rivela essere il padrone.
<<Grazie. Venite, dottore.>>
Mentre tutti si incamminano, Kobac spiega agli altri di cosa avevano parlato lui e "Nemesis", dicendo loro che quest'ultimo è la guardia di un certo "dottore". Nemesis si occupa principalmente di dare la caccia ai ghoul e di distruggere i posti in cui si annidano. Il cane che poco prima li aveva guidati fin lì è il suo fedele amico: lo aveva trovato in fin di vita e portato in salvo. Qualche giorno addietro, però, mentre Nemesis era impegnato a sbarazzarsi di un gruppo di ghoul che si aggirava nei pressi dell'aeroplano, il suo compagno a quattro zampe si era allontanato per soccorrere Yara, portandola poi al mulino, non riuscendo più a ritrovare il padrone.
Ciò che è di maggiore importanza, e che ha convinto gli altri a seguire Nemesis, è che il dottore sembra essere capace di guarire Kobac.
Dopo pochi minuti di cammino, i sette raggiungono quella che è letteralmente un'auto, senza tettuccio e costruita con resti metallici.
Nessuno osa aprire bocca, forse per quanto tutto si stia dimostrando surreale, forse per il timore che incute Nemesis. Quest'ultimo si mette alla guida per una decina di minuti, fino a raggiungere una grossa roccia in mezzo al deserto.
<<Arrivati.>>
<<Eh... Ne sei sicuro?>>
Kobac non fa in tempo a finire quella frase, che si ritrova catapultato all'indietro. Nemesis, infatti, aveva schiacciato il pedale dell'acceleratore con tutta la sua forza, dirigendosi a velocità elevatissima verso la roccia...
La quale si apre in due, con forti rumori di ingranaggi, rivelando un enorme spazio sotterraneo.
STAI LEGGENDO
Il Grande Conflitto
AventuraAvventura romanzata. Sette anni sono passati da quello che i sopravvissuti chiamano "Il Grande Conflitto"... Un gruppo di superstiti, dalle abilità e caratteristiche diverse, deve cercare di sopravvivere e raggiungere La East-Coast, percorrendo un...