IV

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Najwa

È seduta sul mio divano e tutta questa situazione è strana rispetto al solito ma io mi diverto a stuzzicarla quando la vedo così. Le porto dell'acqua e vedo che prova a calmarsi. Cerco di chiederle se mi stava cercando, ribatte, ma non le do la possibilità di vincere e con il mio solito modo di fare la prendo un pó in giro. Ma le cose non vanno come nostro solito, non finisce tutto con una battuta e due risate e noi che riprendiamo a parlare in modo normale. Questa volta credo che sia qualcosa di più importante per lei.

Capisco di averla fatta innervosire di più quando la vedo alzarsi di scatto e camminare avanti e indietro ed infine dirmi che è meglio che vada a dormire. Credo di aver esagerato questa volta. Non mi ha mai nemmeno guardato in faccia e anche questo è strano. La vedo passarmi accanto e andare verso la porta, ma prima che possa aprirla la fermo per un braccio.

"Aspetta! Scusa ho esagerato."

Sa che mi riferisco al mio prendermi gioco di lei. La conosco da tempo e tante volte si è confidata con me e io con lei. Tante volte durante questi anni di riprese ci siamo sostenute a vicenda. Tante altre abbiamo discusso per pareri contrastanti e per via dei nostri caratteri molto decisi. Ma quando una aveva bisogno l'altra c'era sempre. Ho sbagliato a cercare di buttare tutto sullo scherzo e a provocarla. So che quando è così agitata è perché c'è davvero qualcosa che la turba e io sono qui per lei se ne ha bisogno.

Si gira e rimane sulla porta e fa un ennesimo sospiro. La vedo un pó persa stanotte. Io resto seduta sulla sedia ad aspettare che dica qualcosa ma non apre bocca.

"Ti va di dirmi cosa succede?" le chiedo inclinando un pó la testa di lato ed osservandola, senza mai lasciarle il braccio, quasi con la paura che possa scappare da un momento all'altro.

"Io non... non so cosa dire sinceramente." Mi dice tenendo la testa bassa.

"Maggie, si vede che sei agitata. Mi dici il perché?" le dico con voce tranquilla, cercando di rassicurarla e inviarla a parlare.

"E se... se fosse davvero così?"

"Così come?" le chiedo non capendo a cosa si riferisce.

Fa un gran respiro e chiudendo gli occhi come a cercare il coraggio che ora le manca mi dice:
"Così come hai detto tu prendendomi in giro su come mi sono sentita durante la scena." mi risponde abbassando sempre di più la voce.

Allora è vero quello che ho detto. È per colpa di quello che abbiamo registrato oggi che sta così. Sentirle dire che il motivo siamo noi o meglio che sono io, mi manda in tilt il cervello. Come se fossimo di nuovo li, come se fossi tornata al punto dove eravamo rimaste. Con la stessa adrenalina e con la stessa eccitazione.

"Lo so, girare certe scene con me fa questo effetto!" non so perché me ne esco con questa frase cercando di andare sulla difensiva.
Da una parte spero di farla sorridere e ributtare tutto sullo scherzo. Dall'altra non so perché ma per la prima volta anche io non so come reagire a tutto questo ed essere ironica è sempre quello che mi riesce meglio.

Vedo il suo respiro aumentare e i suoi pugni stringersi, come se ora fosse arrabbiata. Alza gli occhi come a trattenere le lacrime.

"Sei la solita! Io non riesco a dormire, i pensieri non mi lasciano in pace e vengo a parlare con te e come tuo solito ti prendi gioco di me." Dice alzando la voce. "Stupida io a pensare che potevo venir qui e parlare, ma tu tanto stavi recitando e non ti sei nemmeno accorta di nulla." Continua a dirmi con una lacrima che le scende sulla guancia.

Come ti sbagli Maggie. Mi sono accorta, mi sono accorta di tutto. Ti ho sentita quando in un momento intimo della scena, mentre avevo la mia mano nei tuoi pantaloncini, tu hai sussurrato il mio nome e non quello di Zulema. Mi sono accorta dei tuoi sospiri veri sul mio collo. Mi sono accorta di come il tuo cuore batteva quando ti abbracciavo da dietro. Ripenso a tutto questo e sento il calore prendere possesso di me. La voglia di risentire tutto quello è forte e non voglio stare a domandarmi il perché.

"Meglio che me ne vada. Vedo che non hai niente da dirmi." Dice a voce bassa asciugandosi la lacrima, un pó delusa anche. Mi fa male vederla così, mi fa male non riuscire a dirle niente.

Fa per girarsi e aprire la porta. Non so cosa scatta in me, non so perché lo sto facendo, ma in un attimo mi alzo e la blocco facendola appoggiare alla porta e fermandola con il mio corpo.

"No tu ora non te ne vai." Mi escono solo queste parole.

Mi guarda incredula. Il contatto con il suo corpo mi fa provare le stesse sensazioni di oggi. Le sto tendo i polsi con le mie mani, ma capisco che lei da qui non se ne vuole andare così li sciolgo dalla mia presa. Alzo gli occhi ed incontro i suoi. Finalmente! È la prima volta che li vedo da quando è entrata qui, ed è la prima volta che li posso guardare di nuovo dopo essermi persa dentro loro durante la scena. Anche ora sono così profondi, lucidi per via della lacrima ma bellissimi. Mi osservano cercando forse di capire cosa io abbia in testa, ma non sto pensando. Non voglio pensare a cosa sta succedendo, al perché e cosa comporti. So solo che ora voglio con tutta me stessa lei, come oggi nel caravan, del resto non mi importa. Sento le sue mani posarsi sui miei fianchi, delicate, come se avesse paura di fare questo gesto. Le fisso le labbra, l'unica cosa che non ho potuto fare oggi è stata quella di baciarla e ora è quello che più desidero fare. Metto una mano sulla porta accanto alla sua testa, come a sostenermi in questo momento. Sento il suo respiro vicino alla mia bocca. Abbasso la testa scuotendola e sorridendo dico "Cazzo!"

"Che?" mi dice scuotendomi dai fianchi.

Alzo di nuovo lo sguardo su di lei "Fanculo!"

Non è mai un errore! (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora