XVI

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Najwa

Siamo giunti al giorno dell’ultima scena insieme. Questa cosa mi rattrista, ormai mancano solo due giorni e avremo finito le riprese. Dopo l’altra sera le cose tra me e Maggie sono migliorate. Quello che è successo tra di noi è stato di nuovo bello, intenso e del tutto naturale. Mi piace vedere che non ci sia imbarazzo, che non ci siano malintesi, ma che le cose vadano così perché questo è quello che sentiamo. Non mi sento più costretta a doverla evitare perché non capisco cosa ci si tra noi, mi sento più tranquilla. Come ha detto lei, ci viviamo il momento e le risposte arriveranno. Ovviamente il tutto resta tra me e lei, in presenza di altre persone siamo le solite Najwa e Maggie. Quando siamo da sole però ci concediamo qualche gesto in più. Purtroppo però tra poco torneremo a casa e di tutto questo dovremo parlarne prima o poi. 

Ammetto che l’altra mattina svegliarmi accanto a lei ancora nude è stato qualcosa che mi è davvero piaciuto. Poterla coccolare aspettando che i suoi occhi si aprissero per incontrare i miei, regalarle un sorriso e un bacio ancora assonnato, dedicarci qualche carezza prima di alzarci per lavorare. Questa non è solo passione o semplice sesso, non mi comporterei così mi conosco. Questa cosa però inizia a farmi paura, inizia ad essere qualcosa che non so come affrontare, ne con me stessa, ne con lei, ne con il resto del mondo. Però questo non è il momento giusto per pensare a tutto questo, la mia concentrazione deve essere al massimo per girare.

E’ il momento di interpretare Zulema. L’assurdità di oggi è che io e Zulema ancora una volta ci troviamo connesse in uno stesso momento di vita. Entrambe ci troviamo di fronte a dei sentimenti che dobbiamo capire e confessare a chi ne è la causa. Lei confessa a suo modo quello che Macarena è stata per lei, soprattutto nel periodo della caravana. Per Zulema confidare questa parte intima di sè è più dura di dover uccidere qualcuno. Aprire anche solo uno spiraglio dei suoi sentimenti verso qualcuno è come lasciarsi sparare in mezzo al deserto, ha la stessa sofferenza, ha la stessa frustrazione.

Però nonostante questo lei ha il coraggio di farlo, di regalare quel piccolo pezzetto di lei e ora sta a me interpretarlo nel modo migliore. Ammiro Zulema per il suo coraggio anche in questa occasione, il coraggio di affrontare a modo suo questo sentimento che forse nemmeno a lei è chiaro fino in fondo, ma che in qualche modo cerca di regalare a Macarena.

Arrivo nel luogo dove giriamo e noto che Maggie è già li, vestita da Macarena che prova alcune battute con una delle assistenti. Mi piace osservarla vestita così e non mi nego un sorriso a questa vista. La scena di oggi credo sia il momento più intimo che abbiano loro due e so che riusciremo a renderlo bellissimo.

Uno degli assistenti si avvicina a me iniziando a spiegarmi come gireremo la scena, lo ascolto con attenzione cercando di immaginarmi nei dettagli cosa dovrò fare io. Ci scambiamo qualche parere sulla scena, su come renderla migliore e su come far agire Zulema nel modo più veritiero possibile.

Sento una mano accarezzarmi la schiena e girandomi la vedo al mio fianco. Il suo sguardo divertito è pronto a regalarmi una delle sue battutine.

“Sei troppo stacanovista.” Mi dice ridacchiando.

Beh anche tu stavi ripassando senza sosta fino a poco fa, siamo in due.”

Beccata.” Subito dopo queste parole però vedo il suo sorriso sparire. La guardo corrugando la fronte non capendone il motivo, scuotendo la testa invitandola a parlare.

E’ che…si insomma…è la nostra ultima scena insieme.” La sento titubare un po’, come se avesse paura che non me ne ricordassi. Come potrei non ricordarmi di una cosa così? Del nostro ultimo momento sul set? Si mancano ancora delle scene di gruppo, ma per noi e per Zulema e Macarena è l’ultima. 

Lo so bionda. Godiamoci questo momento.” È tutto quello che posso dire. Tengo a questa serie, a questo set, a Zulema e soprattutto tengo a noi. Si è così. Non so se ricapiterà di recitare ancora insieme, quindi questo momento voglio conservarlo come uno dei miei ricordi preziosi.

Ci chiamano invitandoci ad iniziare la scena. Ammetto di essere un po’ emozionata, un groppo alla bocca dello stomaco non mi lascia in pace, sarà per quello che devo dire, sarà per il momento, non lo so. Faccio qualche sospiro, mi concentro e diamo il via alle riprese.

Dopo averi girato la prima parte di scena ora tocca ai primi piani, la parte nella quale Zulema si aprirà a Macarena. Io e Maggie ci scambiamo qualche suggerimento su come far procedere al meglio la scena e si parte. L’inizio si svolge bene, le battute vanno lisce e l’emozione che si percepisce è tanta. Ad un certo punto Maggie non prosegue con la sua battuta. È strano lei difficilmente si blocca e non credo si sia dimenticata le parole, non oggi, non in questa scena. Aspetto ancora qualche secondo nella speranza che lei ricominci, ma non accade. Sento il regista urlare stop e Maggie subito inizia a scusarsi. Decido di girarmi per vedere cosa sta succedendo. Secondo la scena doveva restare in silenzio qualche secondo per poi ribattere, ma non c’è riuscita, delle lacrime scorrono sul suo viso. Non è riuscita a trattenersi e la cosa mi fa tenerezza e mi fa capire quanto per lei sia importante tutto questo.

Il regista ci da qualche minuto di pausa, per dare modo anche a Maggie di rientrare nel personaggio. La vedo allontanarsi dal gruppo e decido di seguirla. È appena dietro la casa a bere del’acqua da una bottiglietta per calmarsi.

Scusami Najwa, stava uscendo benissimo ed ho rovinato tutto.” Mi dice sentendosi in colpa. Le sorrido e mi avvicino di più e lei per darle un po’ di conforto.

Ehi, tranquilla. Non ti devi scusare di nulla. È bello che tu ti commuova così per una scena, fa capire quanta importanza tu le dia.” Le dico accarezzandole le guance. Al solo contatto con le mie dita la vedo chiudere gli occhi e lasciarsi coccolare da me.

Non so sarà per la scena, sarà che siamo quasi alla fine, sarà che mi mancherà tutto questo. Non so cosa mi sia preso so solo che sono scoppiata come una stupida.” Mi confessa staccandosi di poco da me gesticolando nervosa, cosa che mi fa sorridere. L’unica cosa che mi viene da fare è stringerla in un abbraccio, sentendola abbandonarsi totalmente tra le mie braccia. Averla così vicino e sentire la sua fragilità mi fa capire quando sia diventata importante per me senza che me ne accorgessi. Giorno dopo giorno è cresciuto qualcosa che è andato oltre l'amicizia, oltre l'essere semplici colleghe, forse oltre qualcosa che inizio a capire cos'è. Questa sensazione mi spaventa un po’ per tutto ciò che comporta. Restiamo qualche minuto così.

Quando sei pronta me lo dici e torniamo a lavorare.” Le sussurro delicata mentre ancora la stringo a me.

 “Grazie Naj, non so come farei senza di te!” Mi dice sincera regalandomi un bacio sulla guancia.

Pronta a riprendere la scena?” Le chiedo dolcemente. Mi annuisce con il capo e ci incamminiamo per concludere anche questa giornata di lavoro.

Non è mai un errore! (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora