Le sessioni private con gli strateghi

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Era mattina, la luce penetra dalla finestra come se fossimo esattamete accanto al sole, nello spazio immenso.  Mi obbligò ad aprire gli occhi, luce artificiale penso, era così sovrannaturale, e non mi piace, neanche un po'!

Alzai leggermente la testa, mi giro dall'altra parte del letto e lo vidi: il suo braccio destro sulla mia vita, l'altro sotto la sua testa, io così vicina al suo volto. La luce irradiava i suoi capelli facendoli sembrare color bronzo, la sua pelle emana luce, come se fosse una stella indipendente, a cui non interessa proprio niente del sole, in questo caso Capitol City. Io invece ero la stella più vicina a lui, meno luminosa, che è ugale a tante altre. Ma lui ha scelto me e io lo amerò finchè diventerò una Supernova,  giunta alla mia fine, ma io sarò stata il più splendente possibile, solo per lui,e per le persone che amo, che amerò per sempre, sperando che facciano, in qualche modo, far diventare Capitol City una Supernova,facendo in modo che si distrugga, che la sua luce si spenga, lasciando le 12 stelle più vicine a lui in pace, per sempre.

Alex mi stampa un bacio sulle labbra.
-Sei sveglio?
-Che domande! Se non fossi sveglio come farei a parlare?
- Sonnambulismo?
- Hahaha che divertente! Io non soffro di Sonnambulismo!
- Lo so! Sorrisi e ricambiai il bacio.
- A cosa stavi pensando?
- Niente....
-Anche io sono preoccupato per gli Hunger Games.  Ho una sorella e l'amore della mia vita da salvare... gli si legge la preoccupazione in faccia.
- Anche io.... ho te e Tom da proteggere.

Sbuffa, penso perché ho detto Tom...
-Tom è mio cugino, non ti fare idee strane!
- Ok! Aspetta.... tuo cugino? Anyson?
- Si, figlio di un cugino di mio padre.
- Capisco.. non completamente cugini quindi?
- Esatto. E gli sono anche debitrice.
- Perchè?
- Sai, alla mietitura si è offerto volontario al posto di mio fratello, in più lui era cugino della mia migliore amica.

Una lacrima solitaria scivolò sul mio viso.
- Hey, hey, non piangere! Mi asciuga la lacrima e mi abbraccia.
- Racconta.

Gli spiegai tutto, di Karry, di Rye, di mia madre, di mio padre, di tutto, speravo che potessi fidarmi,  no, io posso e sono felice di podermi fidare di lui!

Mi abbraccia ancora più forte -Ti amo.  Mi sossurra all'orecchio facendomi rabbrividire.

Qualcuno bussò alla porta.

-È cominciato un nuovo, luminossissimo, meravigliso, incantevole giorno! Tra poco ci saranno le sessioni con gli strateghi!

Quella vicina stridula è inconfondibile!         -Effie.... sossurrammo io e Alex all'uninsuono.

Scoppiamo a ridere.
-Io vado a fare una doccia.

Mi dice e si alza.

Io semplicemente per non ritardare ulteriormente decido  di chiedere a mia madre di usare il suo bagno. Lei acconsente.

Prendo la biancheria e l'uniforme. Noto che è diversa da quella degli allenamenti: rossa, con linee nere e oro, molto attillata. Le cose attillate non mi piacciono, mi mettono a disagio,  ma chi sono io per  giudicare? Sono la figlia della Ghiandaia imitatrice, no mia madre non è più la Ghiandaia imitatrice, è solo una vincitrice che ha avuto una, anzi, due vittorie molto difficili e in più simbolo della Rivolta, ma non lo è più, è tutto finito. No non è tutto finito! Io sono qui, a pensare che tra qualche giorno potrei anche essere morta, come altri 23 ragazzi.

Faccio la doccia e mi infilo l'uniforme.

Sento qualcuno bussare -Willow sono io Tom! Tua madre mi ha detto che eri in camera sua!
- Entra.

Hunger Games  La principessa di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora