Il sangue gli sembrò fermarsi improvvisamente nelle vene. Il cuore non batteva quasi più. Andarsene? Quando? Dove? Come? Perché?
«Che cosa stai...» un filo di voce uscì dalle sue labbra. Aveva fatto fatica perfino a pronunciare queste tre semplici parole senza che il fiato gli mancasse.«Io... ecco. Domani me ne andrò» la ragazza deglutì. Anche per lei era difficile dover comunicare ciò al genitore, alla persona che le era stata al suo fianco tutta la vita, l'unica che non la aveva mai abbandonata, colui che la aveva vista nascere, crescere, e ora andarsene. Poteva solamente immaginare quanto potesse essere doloroso per lui salutare la figlia senza sapere dove andasse.
«Ma dove?! Cosa stai dicendo Leah?! Spiegati meglio!» improvvisamente la voce si manifestò più forte di prima, quasi urlò, tanto da far rabbrividire Leah. Uscì tutta la sua frustrazione, il suo dolore, la sorpresa di una notizia poco piacevole.
«Domani me ne vado, non so quanto starò via, forse mesi, forse poche settimane. Ti prego di non chiedermi nulla a riguardo, perché non ti voglio e non ti potrei dare risposte. Mi porterò via le cose essenziali, nulla di più. Sappi che vado in ricerca della verità, del senso della mia vita. Sono così confusa in questo periodo, non so cosa voglio. E questo viaggio mi servirà, scusa se non te lo ho detto prima, ma è stata una decisione improvvisa. Sappi solo che comunque vada starò bene e non mi ha obbligato nessuno» ci volle tanta calma e tanto sangue freddo per costruire questo discorso senza vacillare, o addirittura piangere.
Il fatto che suo padre fosse lì, davanti a lei, inconsapevole di tutto, preso alla sprovvista da questa notizia arrivata come una tempesta in piena estate, le faceva voler quasi gettare la spugna, dirgli "no è uno scherzo", non voleva vederlo così. Si sarebbe annullata per lui, avrebbe dato la vita per non continuare a percepire il suo dolore.
«Ma che ti salta in mente? Stai scherzando? Questo non è divertente!» e proprio quando Frank esordì con queste domande, stava per inventare una sciocchezza. E mandare tutto all'aria, tradire Arthur. Per veder felice suo padre. Avrebbe sacrificato se stessa.
Arthur non le aveva esplicitamente detto di non parlare, ma glielo aveva fatto intuire, e anche se così non fosse stato, lei voleva che questo segreto rimanesse tale. Era una cosa tra i due e neppure Frank sarebbe potuto intromettersi. Ma alla fin fine, neppure lei aveva coscienza di ciò che le sarebbe potuto accadere.Non riusciva più a reggere il contatto con il suo sguardo, con quegli occhi scuri così perforanti. Si voltò ed entrò in camera sua, con la scusa di preparare il borsone per il viaggio. Non voleva scontrarsi con la durezza del suo volto, è come se ne sentisse i pensieri, le mille domande alle quali non poteva dare risposta, e altre mille alle quali non doveva dare risposta, investirla con la potenza di mille schiaffi in viso.
«Papà, è la verità» riuscì a dire mentre gettava un maglione alla rinfusa, ma non lo guardò in viso, non ci riusciva in quel momento. Cercava di tenere un tono deciso.
«Ma cosa diavolo stai facendo?! Perché questa idea repentina?! Perché te ne vuoi andare!?» l'uomo stava per esplodere, lo stupore iniziale aveva lacrime spazio all'irritazione.
«Te lo ho già detto! Non te lo voglio dire, ma starò bene!» cercava di convincerlo, e forse convincere anche un po' se stessa. Era così sicura di andar via prima di parlare con suo padre. Perché lui le stava facendo cambiare idea?
«Sei stata ricattata?» chiese d'impeto lui.«Ti ho già detto di no» rispose fermamente mentre toglieva capi dall'armadio per metterli nella borsa. Non era stata ricattata, come gli saltava in mente? Era lei piuttosto che aveva messo pressione ad Arthur perché lo accompagnasse.
«Tu non te ne vai da nessuna parte se prima non mi dici cosa ti sta saltando in testa!!!!» Frank cercò di imporre la sua autorità di padre sulla figlia, cosa che non aveva mai effettivamente fatto. Ma questa notizia repentina e le poche e concise risposte lo stavano facendo andare fuori di testa. Non voleva che se ne andasse senza un motivo, senza sapere dove. Lei era sempre stata con lui, sapeva che il giorno nel quale se ne sarebbe andata sarebbe giunto, ma non così! Non da un giorno all'altro! Stava andando fuori di testa, avrebbe voluto urlare per liberare tutta la sua frustrazione.
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Quegli Ultimi Cent'anni
General FictionBoston, 2005. La stazione dei treni è piena di gente, Leah e suo padre fanno fatica a farsi spazio tra la folla, ma devono sbrigarsi, il treno diretto a Worcester è in partenza tra cinque minuti. All'improvviso il caos, le persone iniziano a spostar...