Capitolo 10

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Questo capitolo vi scioglierà! (Ps. Grazie a queste fan fiction oggi ho preso 8.5 nel tema di italiano, sono molto happy <3)

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ÁLVARO'S POV: 

Andammo a scuola dai bambini per portarli in gelateria e dargli la buona notizia. Uscirono come sempre contenti di vederci anche se sapevamo che qualcosa era cambiato, abbiamo preso il solito gelato e ci siamo seduti sulla solita panchina. Qui introdussi il discorso: 'Ragazzi stamattina siamo stati in tribunale' 'Papà che è successo?' 'Hanno detto che per ora starete con me e zia Itzi poiché diciamo che hanno ammonito la mamma per quello che ha fatto ma la vedrete questo venerdì con uno psicologo' 'Ma noi non vogliamo vederla' disse Julieta mentre Leon concordava 'Non dipende da noi, dovete, sarà solo per poco poi parlerete con lo psicologo al quale dovete dire tutto, come state e ciò che volete, va bene?' 'Si papà' 'Bene, ora andiamo a casa che io e zia Itzi abbiamo delle sorprese per voi!' 'Uhhh' Arrivati a casa annunciammo che avevamo una cameretta pronta per essere montata e una torta pronta per essere preparata. Ci dividemmo quindi: le donne ai fornelli e noi uomini a costruire.


ITZIAR'S POV: 

Arrivati a casa andai in cucina a preparare la torta al cioccolato con Julieta. Andava tutto bene, ci stavamo divertendo insieme, ci stavamo sporcando e stavamo ridendo fino a quando Julieta mi chiese di poter fare una domanda: 'Certo amore' Risposi e lei proseguì: 'Pensi che io sia una figlia di puttana?' Merda, che cosa avevo appena sentito? Itzi ragiona dopo, dalle una risposta subito: 'No tesoro certo che non lo sei, sei troppo dolce e carina per esserlo ma perché me lo chiedi? Chi te lo ha detto?' 'Un mio compagno' 'Gli hai fatto qualcosa perché lo dicesse?' 'No' 'Quando è successo?' 'Subito dopo che papà mi aveva abbracciata' 'Come stai?' 'Bene, ora che facciamo la torta sono felice!..... Sai se avessi potuto scegliere una mamma avrei scelto te' Ci abbracciammo, un'abbraccio puro che la fece piangere per tutto quello che era successo in quei giorni. Appena iniziò il pianto Álvaro e Leon accorsero ma io gli feci segno che non era necessario così loro tornarono alle loro faccende. Mangiammo insieme e li portai a letto mentre Álvaro sparecchiava. Gli rimboccai le coperte e gli diedi il bacio della buona notte e sentii un: 'Buonanotte mamma' Il mio cuore si sciolse. Certo qualcuno prima o poi mi avrebbe chiamato mamma ma non pensavo avvenisse così in fretta. Tornai da Álvaro che mi stava aspettando, arrivai con gli occhi lucidi e gli dissi: 'Mi ha chiamato mamma, Julieta mi ha chiamato mamma' E lo abbracciai mentre mi sussurrava: 'Lo sei tesoro, ma cosa è successo prima?' Sapevo a cosa si riferisse e dissi: 'Un compagno di scuola l' ha chiamata figlia di puttana dopo aver visto che tu l'abbracciavi all'entrata e mi ha chiesto se anche io pensavo che lo fosse, l'ho abbracciata e lei ha pianto' 'Ha capito cosa le ha detto?' 'No, non sa il significato comunque le ho promesso che domani l' accompagno io a scuola, va bene?' 'Certo, ti ringrazio per quello che fai per loro' 'Lo faccio davvero con piacere!'
Il giorno dopo arrivò in fretta, dopo aver fatto la colazione ai gemelli andai a prepararmi mettendomi una semplice maglietta jeans. Non l'avessi mai fatto, presi una maglietta blu con delle scritte bianche sopra e dei jeans normali che al momento della chiusura non collaborarono. Mi arrabbiai e urlai, Álvaro arrivò correndo e chiedendo, dopo avermi visto intera: 'Tutto bene?' 'Si, è che questi pantaloni non si chiudono' 'Qualcuno inizia a diventare grande qua, vero piccolo avocado?' 'adesso vedo se ne trovo altri elasticizzati che vanno bene' 'Prima posso?' 'Certo tesoro!' Si chinò, tirò un po' su la maglietta, giusto per scoprire il basso ventre e diede una carezza e mi baciò poco sotto l'ombelico. È stato un momento magico, solo di noi due, uno dei momenti più belli che avrò. Dopo aver trovato dei pantaloni finì di preparare i gemelli e partimmo alla volta della scuola. Qui scesa dalla macchina diedi una mano ai gemelli a scendere mentre mi ritrovai moltissimi occhi fissi addosso: le notizie non tardavano a diffondersi evidentemente. Salutai Leon che andò dai suoi amici mentre Julieta rimase un po' con me. Mi abbassai poco prima del suono della campanella e le chiesi come stesse 'bene' e se mi potesse indicare il compagno e dire il nome: 'Rodrigo, è quello là' intercettai quasi subito la madre, una donna sulla cinquantina con lunghi capelli marroni. Prima di andare mi baciò forte la guancia mentre mi abbracciava per poi correre via urlando: 'ciao mamma' Nulla, sentire pronunciare quel nome faceva ancora un certo effetto. Mi avvicinai al gruppo di mamme della classe di Julieta tentando di capire chi fosse la donna che cercavo: 'Buongiorno, io sono la mamma di Julieta!' tutte mi squadrarono dalla testa ai piedi ma io prosegui: 'Vorrei scambiare due parole con la mamma di Rodrigo' 'Si sono io' 'Se vuole posso offrirle un caffè così facciamo con calma' 'Certo' Ci avviammo e dopo aver ordinato e bevuto il caffè con chiacchiere casuali andammo a sederci su una panchina e io iniziai: 'Io volevo parlarle di ciò che suo figlio ha detto a Julieta, io non ho intenzione di andare oltre a questo soprattutto perché, per fortuna, mia figlia non ha capito appieno. Le spiego la situazione: a quanto pare suo figlio qualche giorno fa poco prima dell'entrata a scuola abbia definito Julieta una 'figlia di puttana' testuali parole senza che lei avesse fatto nulla. Quindi io non so, se potesse parlare con suo figlio e lui potesse scusarsi, tutto qui' 'È tutta colpa mia, ho sbagliato tutto con lui' 'non dica così si sbaglia di continuo ma non per questo i nostri figli hanno atteggiamenti inadeguati' 'È colpa mia perché mio marito ci ha lasciati qualche mese fa alla ricerca della fantastica bionda con occhi azzurri lasciandoci senza nulla, Rodrigo c'è stato molto male ma quello che lo ha cambiato è stato prima. Mio marito usava parole poco carine nei miei confronti e temo che il piccolo le abbia imparate. Io sono davvero desolata per ciò che è successo e garantisco che non succederà più' 'Non si preoccupi ma mi sembrava giusto dirglielo, ma se la può consolare Julieta e Leon, il suo gemello, hanno vissuto e stanno vivendo momenti difficili. I loro genitori hanno deciso di separarsi dopo anni di convivenza forzata, l'hanno fatto e loro hanno iniziato a stare un po' di qua e un po' di là, come palline. Non contenti la madre li ha appena abbandonati lasciandoli dai nonni una settimana intera, dire che la odiano è riduttivo' 'Io pensavo che, insomma' 'Una macchina del genere significasse una vita perfetta? No in realtà è tutto molto incasinato' 'Quindi lei non è la madre?' 'Biologica no purtroppo ma penso di starlo diventando, per la prima bisognerà aspettare ancora qualche mese' 'È incinta?' 'Sì' 'Congratulazioni e spero che Julieta noi ci stia troppo male per tutto davvero. Domani Rodrigo si scuserà.' 'Grazie davvero della chiacchierata' 'A te' 

Destinati ||Alvitz||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora