ITZIAR'S POV:
I mesi successivi passato in fretta, io e Álvaro eravamo ancora impegnati nella registrazione della casa di carta, i gemelli avevano finito la scuola concludendo la primaria per iniziare l'ESO (come nostre medie/superiori). A giugno decidemmo di tornare a San Sebastian per goderci un po' di mare per poi ripartire alla volta di Madrid coi miei genitori che sarebbero venuti a vivere con noi sia per far compagnia ai gemelli dopo la nascita di Maite sia per aiutarci a organizzare il tutto. Tornati a casa dopo che i miei si furono stabiliti nella loro camera decidemmo una nuova routine per far sì che i gemelli non si annoiassero mai. Andavano a correre, a provare l'equitazione, a nuotare mentre i miei erano nonni che viziavano, instancabili che non dicevano mai di no ma per fortuna Julieta e Leon erano stati educati bene e non ne approfittavano. All'inizio di luglio, il 7 avevo passato la giornata a guardare i gemelli che saltavano sul nuovo tappeto elastico, a sistemare le tutite di Maite nel nuovo armadio e quindi a prepararmi per l'imminente arrivo programmato per il 10. Ero talmente stanca che quella sera mi addormentai appena toccai il letto ma venni svegliata da un fastidio nel basso ventre, pensando che fosse Maite che si spostava, mi tirai un po' su per farle spazio e lasciarla più comoda ma in un secondo puf mi si ruppero le acque e iniziarono le contrazioni. Svegliai Álvaro, ci vestimmo in fretta e, lasciando un bigliettino ai miei genitori, partimmo. In macchina ero abbastanza concentrata sulla respirazione mentre misuravo il tempo tra una contrazione e l'altra. Álvaro accanto a me sembrava parecchio nervoso e a un certo punto mi chiese: 'Non ne abbiamo mai parlato ma che tipo di parto hai scelto?' aspettai che passasse la contrazione e risposi: 'In acqua ma solo se puoi entrare anche tu sennò naturale' Eccone un'altra. Quando arrivammo avevo una contrazione ogni 14 minuti e dopo aver fatto il tracciato che era perfetto mi invitarono a camminare in corridoio finché non avrei avuto una contrazione ogni 6 minuti. Quindi con l'aiuto di Álvaro iniziai a camminare, facevo qualche passo e mi fermavo, lui molto pazientemente mi sosteneva fin quando non arrivarono le fatidiche contrazioni ogni 6 minuti.
ÁLVARO'S POV:
Passarono i minuti poi un'ora e alle cinque del mattino le contrazioni di Itzi iniziarono ad essere una ogni 6 minuti quindi chiamammo il medico che subito ci portò in una stanza per misurare la dilatazione, non era preoccupante, quindi ci chiese se avessimo richieste particolari: 'Volevamo un parto in acqua se possibile' 'Certo' 'Solo se posso sedermi dietro di lei' 'È possibile' Andò e tornò dopo pochi minuti a dirci che era tutto pronto. Aiutai Itzi a spostarsi e ad entrare un acqua, mi sedetti dietro di lei mentre le intrecciavo le dita sussurrandole parole dolci all'orecchio. Davanti a noi c'era il medico neonatale che avrebbe preso in carico subito Maite, un'ostetrica e una ginecologa che casualità era proprio quella che ci aveva annunciato che era femmina e che anni prima aveva curato Itzi. Ben presto Itzi iniziò a spingersi in avanti e ad ansimare, l'ostetrica di spostò davanti a noi per vedere la situazione. Dopo due o tre movimenti del genere Itzi iniziò ad urlare mentre mi stringeva fortissimo le mani, l'ostetrica urlava a sua volta: 'Vedo la testa, non molli adesso, dai daii' Quando Itzi smise di spingere per riprendere un po' di fiato la ginecologa ci disse che avevamo la testa già fuori, che dovevamo fare in fretta e mi chiese di spostare una mano per sorreggerla. Posizionata Itzi ricominciò a spingere e io con l'aiuto dei presenti riuscì a far scivolare fuori il corpo della piccola. Quando lei senti i piedini uscire fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e si distese su di me, esausta. Appena portata in superficie, Maite iniziò a piangere e un applauso si levò dai medici; a quel punto l'avvicinai a noi, in particolare al petto di Itzi che appena la sentii aprì gli occhi per conoscere sua figlia, nostra figlia. Mentre, ancora attaccata alla placenta, l'ammiravamo, un medico si mise davanti alla vasca e scattò una foto, dopodiché mi fecero tagliare il cordone e la portarono via per altri esami. Intanto noi eravamo usciti dalla vasca entrambi molto provati: lei dal punto di vista fisico, io da quello emotivo avendo appena assistito a un miracolo, all'atto più bello, quello di donare la vita. Andammo entrambi a farci una veloce doccia poi Itzi si sedette sul letto della sua stanza aspettando che le portassero nostra figlia. Appena arrivata l'ammirammo ancora un po': era così perfetta con un nasino così piccino e le dita delle mani e dei piedi erano così belle. Quindi Itzi tentò di attaccarla al seno ma lei rifiutò, ci riprovò ancora e ancora ma niente da fare. Itzi piangeva quando finalmente un infermiera si fermò e le fece vedere come tenerla in modo che fosse più comoda. Appena lo fece Maite si attaccò al suo capezzolo e iniziò a succhiarlo. Adesso che Itzi era più tranquilla le feci i complimenti: era stata l'esperienza più toccante della mia vita visto che alla nascita dei gemelli non c'ero essendo un cesario. Le feci anche vedere la foto fatta dal medico qualche minuto prima 'Guarda - Le mostrai il telefono - me l' ha mandata un medico e io sono follemente innamorato. Ci siamo io, te e Maite per la prima volta, il nostro primo incontro' 'È davvero bellissima' La foto ritraeva me a dorso nudo imponente dietro di lei che teneva la piccola, ancora legata con la placenta e le mie mani una sui piedini e una sulla testa, sotto l'acqua in cui era nata. 'Hanno fatto una richiesta' A quel punto Itzi spostò Maite da un seno all'altro con il mio aiuto e quando ricominciò a ciucciare disse: 'Quale?' 'Vorrebbero promuovere il parto in acqua che come sai è meno traumatico sia per la mamma che per il bambino e hanno chiesto di usare la nostra foto in bianco e nero' 'Tu che ne pensi?' 'È davvero un opera d' arte fatta molto bene quindi direi di sì, è stato talmente abile da coprire il tuo seno con Maite' 'Si, è così bella che è uno spreco non condividerla col mondo' Così dopo aver messo la piccola nel lettino andai dal medico che me lo aveva chiesto e risposi che accettavamo, quando tornai Itzi stava già dormendo stremata così decisi di fare un pisolino anch'io. Venni svegliato circa due ore dopo da una bimba affamata ed urlante. Visto che Itzi stava ancora dormendo mi alzai io per vedere o meglio annusare se dovesse essere cambiata, lo era quindi quando divenne profumata e pulita la presi in braccio cercando di intrattenerla ma non durò molto quindi svegliai Itzi per la seconda poppata. Appena finita, erano circa le nove, sentimmo bussare alla porta e vedemmo due paia di occhietti sbirciare dietro per poi entrare. Julieta e Leon mi salutarono sulle gambe per poi, con calma, abbracciare Itzi ancora abbastanza stanca. Subito i gemelli iniziarono a chiedermi di fargli vedere la sorellina quindi lasciando il posto vicino al letto ai suoceri entrai coi miei figli dove c'era la culla, loro subito si misero in punta dei piedi per guardare, mi avvicinai e dissi: 'potete prenderle le manine ma mai e dico mai metterle sulla faccia, ok?' 'Si' risposero entusiasti per poi prendere una mano ciascuno. In quel momento di tenerezza scattai una foto che ritraeva i gemelli di spalle in contemplazione e la piccola che dormiva beata. Uscimmo dalla stanzetta e proposi a Leon e Julieta di andare a fare colazione in modo da lasciar riposare la mamma. Dopo un'oretta tornammo proprio mentre stava allattando, inutile dire che i gemelli erano molto curiosi e attenti a tutto ciò che succedeva.
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Domani penso che pubblicherò il proseguimento di questa scena visto che oggi non ho fatto in tempo a copiarlo ma mi sembrava brutto non postare nulla, questo mi sembrava un buon compromesso. Scusate ancora, baci a tutti<3
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Destinati ||Alvitz||
FanfictionQuesta volta, giusto per variare un po' sul tema ho pensato di immaginare come si sarebbero evolute le cose se un preciso evento, che (purtroppo) non si è verificato, si fosse verificato. Mi sono chiesta come avrebbe reagito Alvaro e come la loro vi...