Capitolo 10

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Perché ora che se ne sono andati, tutto quello che sento sono le parole che dovevo dire
Before you go-cit

asahi non disse niente a noya, si tenne tutte le sue emozioni per sé, fino a un giorno.

Era una giornata piovosa.
Una giornata apparentemente noiosa, che venne trasformata in una giornata piena d'amore, i due ragazzi fecero l'amore di mattina e di sera, senza mai stancarsi.
La gente mormorava per strada.
La gente parlava molto.
La madre di un loro amico di scuola, ovvero hinata, venne a bussare alla porta di asahi.
Parlò con lui della situazione di suo figlio.
I poliziotti lo avevano preso assieme al suo famigerato ragazzo e lo avevano portato chissa dove, era disperata.
In realtà cercava solo qualcuno con cui parlare.
Noya si spaventò. Si sentiva sotto pelle una sensazione, come se tutto quello che stava succedendo fosse solo una possibile trappola di confessione,ma si ricredeva di continuo perché la mamma di hinata piangeva.

-io invece vi vedo felici, eppure state assieme no?-
Ed ecco la trappola, solo che asahi non riuscì a mentire.
Riusciva a mentire a noya, ma non alla madre di hinata, perché quella donna gli ricordava terribilmente il periodo che aveva attraversato la mamma. La madre non si era salvata ma lui poteva salvare la madre di hinata.
Almeno pensava questo fino a che la mamma di hinata smise di piangere all'improvviso
-Ragazzi, scusate-

Disse. Con un movimento che asahi vide a rallentatore,la madre di hinata premette un tasto del telefono per far partire una chiamata diretta alla polizia.
Ma non era tutto.
la polizia era già fuori la porta, entró aprendola.
-Grazie, signora, lei ci è stata molto utile per entrambe le coppie-
-Non si preoccupi faccio di tutto per rispettare la legge-
-ASPETTI, ASPETTI! LEI HA TRADITO SUO FIGLIO?-
-si, non pensavi che potessi recitare così bene? So che sono una vecchiaccia per te, nishinoya, ma non lo sono per asahi-
-LASCIATEMI! CHE CAZZO VOLETE! NOI NON STIAMO NEMMENO ASSIEME!-
-è vero, ma avete fatto sesso, questo basta per farvi andare nei campi-
-SMETTETELA, LASCIATE PERDERE NOYA! È COLPA MIA! SOLO COLPA MIA! IO L'HO COSTRETTO A FARE QUELLE COSE!-
-NON È VERO, STA MENTENDO! Asahi, non mentire!-
-NOYA È VERO, LASCIAMI! PRENDETE SOLO ME E LASCIATE LUI LIBERO-
-Asahi, no...no no no no!-
-Va bene, faremo come dici, visto che lo hai costretto-

Noya iniziò a piangere e a dire ad asahi che provava dei sentimenti forti per lui, ma asahi non riuscì nemmeno a sorridere.

Lo portarono via.
Noya rimase da solo a casa, con la madre di hinata, che appena dopo, venne uccisa da noya stesso.

-Strano, voi siete solo scarti dell'umanità- disse lei. Noya prese un coltello e le infilò la punta nello stomaco
-questo è per hinata e il suo ragazzo-
e poi puntò al cuore
-e questo è per me e asahi, stronza!-

Solo dopo averlo fatto noya si rese conto di ciò che aveva fatto, non voleva ancora credere ai suoi occhi quando il sangue gli arrivò a bagnargli i calzini bianchi.
-Ah, è caldo abbastanza da dare vita-
Quando si rese conto davvero di ciò che aveva fatto, si mise a piangere, anche se non avrebbe voluto.
Per lui lei meritava quella fine.
La guardò e poi con calma la seppelli nella foresta dietro casa sua.
La seppelli molto sottoterra. Tornando a casa, capi che quello che era successo era reale e non un brutto sogno.

Nel mentre asahi aveva raggiunto il campo.
Il campo era come i lager nazisti, come li descrivevano nei libri di storia, e non cambiava niente, a parte il fatto che c'era qualcosa in meno.
Non la ammazzavano la gente, li facevano solo in modo da cambiare il tuo cervello, cambiare ogni tuo pensiero per riformarti al fine di renderti etero.

Gli assegnarono la cella numero 23,come il giorno in cui noya e asahi, alle elementari, si erano dati il titolo di migliori amici.
Sorrise quando vide il numero.
Andò in quella che poteva essere una mensa, aveva appena qualcosa da mangiare. C'erano donne e uomini che stavano da più tempo, magri come non si immaginava.
'prima di diventare demoni, vi siete nutriti del nostro buon cibo, ora vi daremo il cibo dei demoni' c'era scritto in alto, nello striscione che pendeva dal soffitto.
-Asahi-san...-
-Kageyama?-
-ASAHI-SENPAAAAI!!!-
-HINATA!!!-
i tre si riabbracciarono.
Una guardia li staccò.
-Se lo fate un altra volta, spareró all'arancia-

Parlarono di cosa si faceva nella prigione ma non gli dissero troppo, per non spaventare asahi.

Alla sera, asahi si mise nel letto. Gli avevano sequestrato il telefono, gli avevano esaminato ogni parte del suo corpo, persino la più intima e personale.
Non era più nessuno e lo avrebbero umiliato.

-Nel tempo, tutto cambia, ma i miei sentimenti per noya non cambieranno mai. -
guardò la luna

- Io devo uscire da qui-

𝑩𝒆𝒇𝒐𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒈𝒐-𝒂𝒔𝒂𝒏𝒐𝒚𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora