Capitolo 1

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nel passato...
In un paesino sperduto su una montagna, due ragazzi si avvicinavano piano l'uno all'altro. Dietro un vicolo, in modo che nessuno potesse vederli. Si guardarono negli occhi, con un espressione piena d'amore per l'altro. Al più piccolo comparve un sorriso gentile, il più grande iniziò a piangere.
Gli disse che lo avrebbe aspettato, gli disse che non lo avrebbe mai lasciato, gli disse che lo avrebbe sempre amato, anche se quelle parole vennero appena udite dal più piccolo, non gli fecero alcun effetto, dato il fatto che in quel momento, un poliziotto li vicino, prese la pistola per sparare entrambi sulla fronte.
Non meritano di vivere persone del genere, pensava il poliziotto, e tutto questo venica ripetuto come una preghiera ogni giorno al telegiornale e in una pubblicità omofoba. Nel resto del mondo magari la gente poteva amare chi voleva, fattosta che in questo paese le cose sono ben diverse.
È meglio non innamorarsi di nessuno, è meglio non avere figli.
La solitudine in questo paese è la miglior cosa. Non esiste niente di peggio che l'amore,soprattutto se contro la chiesa.
La chiesa, neh?
Una parola formata da 6 lettere che per questi due ragazzi di oggi era come una bestemmia.

...nel presente
Asahi e noya camminavano tranquilli per andare a scuola. Nishinoya anche se un anno più piccolo di asahi, aveva solo lui come amico. In quella città c'erano molti ragazzi più grandi, i giovani scarseggiavano.
A volte noya guardava in giro immerso nei suoi pensieri incuriosito dal perché di quella mancanza di ragazzi della loro età.
Entrambi non erano interessati ad alcuna ragazza, anche se le loro madri facevano di tutto pur di farli fidanzare con una donna.
Ma loro, categoricamente, rifiutavano.
Non avevano mai spiegato il perché alle madri, ma in realtà nemmeno loro lo sanno. Semplicemente, non lo vogliono.
A volte invece, asahi si chiede come si stia fuori da quella cittadina dalle regole omofobe e ferree.
Insomma, come si sta in libertà?
Asahi ultimamente era diventato più maturo e si prendeva cura del piccolo noya.
Amici da sempre, amici per sempre era il loro motto.
Lo ripetevano ogni mattina quando si vedevano, ogni volta che si vedevano nei corridoi, ogni volta che i loro occhi si incrociavano.
Loro anche se non lo avrebbero mai ammesso, erano una persona sola.
Non che avessero qualche potere, no, ma la loro amicizia era qualcosa di sacro, da non poter rompere. Un vincolo, anche quello.

Passarono davanti alla casa della ragazza con cui la mamma di Asahi aveva, per un periodo, fatto fidanzare il figlio.
Asahi non è mai stato davvero innamorato di quella ragazza, ma non poteva dire che non era bella. Bionda, alta, atletica.
Aveva tante caratteristiche che avrebbero ammaliato ogni uomo esistente,ma ad asahi quelle cose non importavano, anzi, non le considera proprio.

-Asahi-san...non te l'ho ancora chiesto ma...come stai?-
-Bene, anzi. Ultimamente mia madre fa spesso cibi che mi piacciono tanto-
-Beato te, mia mamma a stento compra il pane...-

Era una terribile situazione quella di Nishinoya.
La mamma era rimasta sola quando il padre morì per un incidente stradale.
Non si risposó più, nonostante amasse un uomo, perché il paese lo impedisce.
Troppe regole...

-Fa niente, oggi sei il benvenuto a casa mia. Che dici?-
-Davvero?-
-Certo noya, cosa chiedi a fare!-
-Ah, va bene! Però devo portare da mangiare qualcosa anche io-
-Non ti disturbare. Piuttosto a lavoro come va?-

Noya, per aiutare economicamente la madre, era andato a lavorare in una falegnameria.

-Bene, anche se ormai sono piuttosto bravo, tendo a tagliarmi spesso con il legno Tu invece? Come va con l'università?-

Asahi invece, grazie al patrimonio di famiglia, aveva già pagato anticipatamente tutto il triennio.

-Ah bene, ma si studia un sacco. Insomma quasi non ho il tempo per respirare, ma fa niente, quando uscirò da li, diverró un dottore-
-Wow, che bei sogni che hai!-
-Anche tu ne hai uno noya!? -
-Si! Giocare nella miglior squadra di pallavolo! Mio padre ci ha giocato, mi sembra che sia una cosa di famiglia! A scuola mi hanno detto che sono bravo!-
-Complimenti noya! Io per andare all'università giro a destra, mentre tu a sinistra. L'ultimo anno delle superiori è pieno di esami, ma se vuoi una mano noya, io ci sono-
-Ok, va bene! Ciao asahi! A dopo!-
-A dopo noya-

Loro, pur se non stavano assieme era come se non si fossero mai separati. Sorrisero entrambi quando dopo una giornata di scuola, a pranzo si reincontrarono.
-Asahi, sicuro che non ci sia nessuna ragazza all'università che ti piaccia?-
-Certo, al massimo sono loro che mi vogliono, ma non le calcolo. Non mi interessa l'amore, mi interessa la nostra amicizia!-
-Anche a me! Non mi interessa delle relazioni amorose con le ragazze della mia età o più piccole, non le voglio! A me interessa della nostra amicizia! Un giorno mi porterai fuori da questo paese, vero?-
-Ma certo, ovvio, te lo prometto!-
-Davvero? Grazie mille, sei un amico! -
-Anche tu noya!!! -

Si abbracciarono.
La madre di asahi aprì la porta.
-Ehi ragazzi, non vi abbracciate, se vi scoprissero...-
-Probabilmente ci prederebbero per gay e ci ucciderebbero sul posto, lo sappiamo- risposero loro
-Mamma, tranquilla, non sono gay-
-e nemmeno io signora, siamo solo buoni amici-
-E va bene, mi devo sempre fidare di voi neh?! E lo farò, anche stavolta-

La mamma di Asahi era d'accordissimo con la politica che regnava in quel paesino

-Che strano però, perché non possiamo amare chi si vuole?-
-E lo chiedi a me?! -
-Ma tu sei il più grande!-
-Noya non c'entra niente, non lo so!-
-Ma non ti arrabbiare, stavo solo chiedendo!-
-Ma non sono arrabbiato!-
-E perché stiamo urlando?!-
-ma non lo so!!!-

E risero entrambi. Si guardarono negli occhi e si fissarono.
-Oi! non fissarmi cosi!-
-Hahaha, scusa noya, è solo che sei carino quando arrossisci!-
-Non sono mica arrossito!-
-noooo!!!-
E risero ancora una volta
-Asahi?-
-mh? -
-Mi puoi abbracciare?-
-E perché?-
-Non lo so. È che prima...tua mamma ci ha interrotti.-
-ahaha, ti piace quando ti abbraccio?-
-s-si...ma non dirlo a nessuno-
-Non ti preoccupare, sarà un segreto tra me e te, piccoletto-
-Oi! non chiamarmi piccoletto!-
-Ok va bene!-

E Asahi abbracció noya. Nishinoya non lo avrebbe mai ammesso ma le braccia di asahi gli davano il calore di cui lui aveva bisogno per vivere.

𝑩𝒆𝒇𝒐𝒓𝒆 𝒚𝒐𝒖 𝒈𝒐-𝒂𝒔𝒂𝒏𝒐𝒚𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora