Alice's pov
Il resto della giornata la passai in camera a leggere un romanzo rosa. Non riuscivo a concentrarmi sulla lettura: erano successe troppe cose, mi girava la testa.
Chiusi il libro e decisi di sonnecchiare un po'. Appena chiusi gli occhi caddi in un sonno profondo.
"Hey, Rick." Gli diedi un bacio.
"Andiamo, dolcezza?" Chiese.
"Sì." Risposi.
Stavamo andando ai blocchi: un posto al porto dove c'erano dei blocchi di cemento. Lì andavano i ragazzi della nostra età, e più grandi, per fare Dio sa che cosa.
Era la prima volta che ci andavo: mi dicevano che si avrebbe giocato, ma a cosa?
Io ero l' 'agnellino' del gruppo, quella che meno sapeva meglio era, quella che doveva fare tutto quello che le veniva detto, TUTTO!
Avevo un po' paura, sinceramente. Ero consapevole del fatto che i miei 'amici' (?) non erano degli angeli.
"Eccoci!" Avvisò Rick.
Mi dissero, anzi, mi obbligarono a sedermi: giusto per provare che gusto si prova ad ordinare.
Non protestai e mi sedetti tra Rick e Daniel. Quest' ultimo, come tutti i ragazzi quì presenti, a parte Rick, credo, era un puttaniere. Ogni settimana una ragazza diversa.
"Il gioco consiste nel far girare la bottiglia: chi esce deve scegliere obblico o verità." Disse Alessia, come al solito poco vestita, accendendosi una canna.
Sbarrai gli occhi al vedere quel gesto: la ragazza passò la canna al ragazzo affianco e così via fino a quando arrivò a me:"No, grazie: non fumo!"
Due ragazze alzarono gli occhi al cielo e io passai la canna a Daniel.
Dopo un po' di persone toccò a Rick:"Verità!" Esclamò.
"Perché stai con Alice?" Lo guardai perplessa: era fatto, chissa cosa avrebbe risposto?!
"Perché è sexy! Poi a letto..." Mi mise una mano in mezzo alle cosce. Tutti si misero a ridere: aprii la bocca ripetutamente senza emettere suono, ero scioccata.
"Posso fare un giro?" Rise Daniel e tutti gli altri: lo fulminai con uno sguardo.
Girarono la bottiglia e toccò a Daniel:"Obbligo!" Esclamo sorridente.
"Vai in quello sgabuzzino e scopati Alice!"
"Evvai!" Rise.
"COSA? RICK! COME TI É VENUTO?" Sputai con rabbia.
"È un mio amico..." Alzò le spalle.
"Fai girare la bottiglia!" Ordinai.
Come previsto uscii io:"Obb---" La interruppi:"Verità!"
"Volete sapere la verità? Io e Rick non lo abbiamo MAI fatto né MAI lo faremo!"
"Alice!" Mi rimproverò.
"No, io ti lascio. E lascio, anche, tutti voi perché mi fate schifo!" Mi alzai e me ne andai. Rick mi raggiunse e mi bloccò al muro:"Tu non te ne vai e NON MI LASCI!" Il tono duro.
"Lasciami! Sei solo un verme!" Mi dimenai.
La sua mano venne fortemente a contatto con la mia guancia e le lacrime rigarono il mio viso.
Me ne andai correndo. Mi trovai sulla strada: una macchina mi si avvicinò ad una forte velocità. La paura mi bloccò lì. Sentii un botto... Poi nero!
"ODDIO! NO!" Urlai svegliandomi.
Avevo la fronte imperlata di sudore: deglutii respirando affannosamente e mi guardai intorno.
Sussultai quando vidi Zayn osservarmi dormire dalla panchina sotto la finestra.
"Hey." Sospirai portando una mano al petto.
"Hey." Sussurrò.
"Vieni quì! - aprii le braccia - Che succede?" Chiesi mentre si posizionò tra le mie braccia.
"Ero in pensiero per te." Rispose.
"Oh. Io... io mi stavo... riposando." Cercai di formulare una frase compiuta.
"Che hai sognato?" Mi asciugò la fronte.
Gli raccontai tutto.
[...]
"Ecco perché sei quì, a Londra?!"
"Mmh." Annuii.
"Beh, in parte è una fortuna quello che ti è successo."
"Zayn!" Sbarrai gli occhi.
"Almeno ti ho conosciuta!" Rise.
"Sei incredibile!" Lo baciai.
Mentre ci baciavamo finii sotto Zayn, che cercava di non appoggiarsi per non schiacciarmi. Le nostre magliette volarono sul pavimento.
Avevo bisogno di quel contatto, avevo bisogno di sentire la pelle di Zayn bruciare sulla mia. Lo tirai di più a me, per far combaciare i nostri corpi: gemetti al tocco della sua pelle calda sulla mia.
Iniziò a leccarmi e mordicchiarmi il collo, gemetti ancora. Gli tirai un po' i capelli e gli graffiai la schiena per lasciare il segno, 'marcare il MIO territorio'. Cosa che stava facendo anche lui.
Mi piaceva come reagiva il mio corpo a tutto ciò che mi faceva. Mi piaceva come mi faceva sentire.
Mi sbottonò, con grande abilità, i pantaloni, che finirono da qualche parte nella stanza.
Feci lo stesso, solo in modo più impacciato: infatti mi aiutò, facendomi scappare una risatina. Anche i suoi pantaloni volarono via.
"Zayn, ci sono i miei." Lo guardai negli occhi.
"Sono usciti. E questa porta è chiusa a chiave."
Annuii ansimando.
La stanza iniziò a riscaldarsi.
I nostri corpi cominciarono a sudare: il mio corpo era totalmente infuocato; i nostri respiri pesanti si fusero in uno solo.
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Semplicemente Perfetto♥
FanficAlice, ragazza diciassettenne, si trasferisce a Londra dove troverà il suo vero amore...