Capitolo 1

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Martina's P.O.V.

"Martina! Muoviti o farai tardi a scuola!" esclama mia madre dal piano inferiore. Sbuffo sonoramente, riprendendo ad applicare il mascara. "Martina!" ripete più forte.

"Arrivo, arrivo" roteo gli occhi, riponendo l'oggetto, insieme ad altri trucchi utili, in una pochette, che finisce dritta nel mio zaino.

"Finalmente, la colazione è pronta" tira un sorriso la bruna, sedendosi a tavola, alla destra di mio padre, che non stacca gli occhi dal giornale nemmeno per mezzo secondo. In silenzio annuisco e mi siedo al mio solito posto.

"Buongiorno famiglia" scende le scale pimpante, mio fratello, l'unica persona che conta per me nella mia famiglia.

"Buongiorno Fran" gli sorrido soffiandogli un bacio e ricevendo un occhiolino in cambio.

"Ragazzi, oggi io tornerò tardi da lavoro... sto lavorando ad una causa importante" ci avvisa la mamma, girando il cucchiaino nella sua tazza piena di caffè.

"Anche io, ho un'udienza nel pomeriggio" borbotta nostro padre, per poi bere il contenuto della sua tazzina in un solo sorso, manco fosse uno shot. Ripiega il suo amato giornale e, stirandosi il classico completo elegante, si mette in piedi. "Io vado, buona giornata" saluta solo la mamma con un veloce bacio e poi esce di casa. Papà è un famosissimo magistrato qui a Buenos Aires ed è stato coinvolto nelle più importanti cause di tutto il Sud America alle quali partecipano i migliori avvocati del paese, tra i quali la mamma.

"Vado anche io ragazzi, ho un incontro importante in studio" si congeda con un debole sorriso e poi va via anche lei.

"Oggi ci sono le selezioni per la squadra di basket, vieni a vederci?" domanda mio fratello, distogliendomi dai miei pensieri.

"Si, capitano" ridacchio, ricevendo un tovagliolo addosso. Francisco, mio fratello maggiore, è il capitano della squadra di basket della nostra scuola.

"Buongiorno fratelli S" sorride sulla porta della cucina, Mercedes, la mia migliore amica, nonché fidanzata di mio fratello. Deve averle aperto la porta Elena, la nostra domestica. "Pronti per il primo giorno di scuola?" domanda euforica.

"Io preferirei rimanere a casa a dormire" borbotto a bassa voce.

"Alza il culo e andiamo, sorella" mi prende per il polso, spingendomi, letteralmente, fuori casa. Ogni mattina, almeno da quando Fran ha preso la patente, andiamo a scuola con la macchina di mio fratello, regalo per i suoi diciotto anni. La nostra scuola, il liceo privato San Ricardo, non è molto distante dalle nostre case, visto che Mechi è la nostra vicina; si trova appena fuori il viale di ville in cui abitiamo.

"Bonjour" ci saluta Lodo, venendoci incontro nel parcheggio. Lodovica è la figlia dei Comello, anche loro abitano nel nostro quartiere e sono amici storici della mia famiglia. Lodo, ha un anno in più a me, proprio come mio fratello ed è la mia migliore amica, insieme a Mechi.

"Giorno Tatta, come sono andate le vacanze a Dubai?" la saluto con un abbraccio. E' tornata solo ieri da una lunga vacanza, di quasi un mese, negli Emirati Arabi.

"E' stato fantastico, voi ragazze, che mi dite?" ci avvolge le spalle con le braccia e insieme andiamo al nostro solito posto, sotto la grande quercia nel cortile nel retro della scuola, in attesa che la campanella di inizio lezioni suoni. Nel frattempo, Francisco, ha raggiunto Diego e Facundo, i suoi migliori amici e componenti della squadra di basket. Parliamo del più e del meno con Lodo, finché la campanella non suona e siamo costrette a separarci.

"Buongiorno ragazzi, bentornati" ci saluta calorosamente la professoressa Alonso, che insegna letteratura e filosofia. "Prima di iniziare volevo presentarvi la vostra nuova compagna di classe, Candelaria" dalla porta entra una ragazza dai capelli rossi. "Bene Candelaria, mettiti pure vicino ad Alba, qui al primo banco" le indica l'unico posto vuoto, quello al fianco di Alba Rico, la secchiona di turno.

Princesa// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora