A Lie Can Kill (3) IN PAUSA

[12] Un cervello funzionante su sei

K e n d a l l

-Che intendi dire?- Chiese Connor Stoll, fissando il figlio di Ade con uno giustificato sconcerto.
Nico di Angelo non rispose e prese posto al tavolino da ping pong appoggiandosi di peso con entrambe le mani.
-Sono stupito.- Commentai onestamente.

Il ragazzino non mi degnó di uno sguardo, forse ancora in pensiero per Will Solace. Dopo qualche istante, decise finalmente di vuotare il sacco: -Sono solito avere familiarità con la morte...-
-Che scoperta.- Commentai.
-...come ben saprete.- Mi rifiló un'occhiataccia che avrebbe ucciso chiunque altro all'istante -E quel maledetto di un lui si trova negli Inferi, giusto?-

-Fin qui tutto torna.- Disse Quyen, improvvisamente presa dalla conversazione -Stige ci ha detto che si trova nel Palazzo di Nyx.-
Nico rabbrividì: -Il Tartaro. Davvero un brutto posto. E, con ogni probabilità, Scarlett ha deciso di raggiungerlo.-
Il solo pensiero che la mia ragazza si fosse messa in testa di affrontare quel viaggio da sola bastó a stroncarmi il respiro.

-Scarlett non è mica così stupida.- Ci tranquillizzó Max -Sicuramente avrà in mente un piano per tornare in superficie dopo aver recuperato le informazioni necessarie.-
-Tch- Sbuffai -Tanto intelligente da autocondannarsi nel Regno dei Morti per l'eternità.-
In realtà, avrei affidato a Scarlett la mia stessa vita senza pensarci due volte. Riponevo più fiducia in lei che in chiunque altro; solo... era difficile basarsi sulla speranza.

-Quello che ha detto Max è vero- sorprendentemente, era stato Nico di Angelo a dargli ragione -Scarlett non è stupida. Non vuole battersi da sola con lui, ma intende scappare dal palazzo di Nyx il prima possibile. E le sue informazioni sono essenziali per vincere questa guerra.-
-Non possiamo usare i messaggi Iride.- Ci ricordò Connor -Quindi la prima cosa che dobbiamo fare... -
-È recuperare Scarlett, esatto.- Completò il figlio di Ade.

-Semplice.- Ironizzó Lou Ellen.
Gli occhi tenebrosi di Nico di Angelo brillarono, per un breve istante, di una luce divertita: -Potrebbe esserlo, in effetti.-
Ci zittimo tutti.
Avevo sentito bene?
-Vai avanti.- Gli intimai, il cuore che mi palpitava nel petto ad un ritmo allarmante.
-Avete mai sentito parlare del Labirinto di Dedalo?-

-In più di un'occasione.- Intervenne Connor Stoll, la sua mente che sembrava viaggiare a ricordi lontani tutt'altro che piacevoli -Perché?-
-No, no, fermi tutti.- Ci interruppe Quyen -Di cosa state parlando?-
-Il potere degli dei segue nei secoli la civiltà di maggiore evoluzione civile e che ha più potere di altre.- Spiegó Amanda.
-Da qui l’Olimpo sopra l’Empire State Building, sì.-
La figlia di Efesto annuì: -Con la stessa logica il Labirinto di Dedalo cresce e cambia forma di continuo snodandosi per l'intero pianeta.-

Quyen storse la bocca: -Ho smesso di stupirmi per questo genere di cose. Immagino ci sia una qualche fregatura.-
Lou Ellen scrolló le spalle: -È pieno di mostri.-
-E gli piace cambiare, un po' come alle scale di Harry Potter.- Aggiunsi.
Ero nuovo al Campo, ma la storia del mitico Labirinto era giunta fino al Palazzo di Chione.

-Si trova nel sottosuolo ed è accessibile da qualsiasi luogo tramite i molteplici accessi nascosti.- Disse Katie, lanciando una rapida occhiata in direzione di Nico: -Non mi dire che...-
Il semidio sorrise vittorioso: -Perché, credevate veramente che esistessero solo un paio di entrate per il Regno di Ade?-

Afferrai Death Boy per un braccio e lo feci girare verso di me, forse un po' troppo brusco: -Dimmi come arrivarci.-
Nico si liberò dalla presa con uno strattone e mi guardó diffidente: -Non saremo noi a scendere negli Inferi, Nott.-
-Ci andrò io, se necessario.- Lo sfidai.
-Noi.- Mi corressero Max e Quyen in contemporanea.

-Non credo proprio.- Sibiló il figlio di Ade a denti stretti -Il Labirinto non è un gioco. Lo hai detto tu stesso, no? Gli piace cambiare. Non troveremo mai l'entrata.-
Quella verità era più dolorosa di essere trafitti da un centinaio di coltelli.
Non potevamo raggiungere Scarlett.
-Allora come...-