Ti aspettavo.

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Passai la serata a guardare un film che nemmeno mi piacque, mi addormentai sul divano con mille pensieri nella testa e ansia per l'incontro con Nicolas del giorno seguente, era strano ciò che provavo, nella mia testa avevo paure, ricordi, gioie passate e dolori recenti, mi sembrava di impazzire, ma tutto sommato, ero felice.

Mi svegliai intorno alle 7 e dopo aver sbrigato alcune faccende, mi resi davvero conto di quanta ansia avevo per l'incontro con Nicolas, era stupido stare così, soprattutto perché non ne capivo il motivo, era solo un semplice incontro tra vecchi amici, nulla di più, ma nonostante la normalità della cosa, l'ansia non diminuiva.
Arrivarono in fretta le 12, ero già pronto da mezz'ora, presi le ultime cose e mi avviai in centro, come al solito ci misi venti minuti a trovare parcheggio, il centro é sempre affollato ma nonostante questo non smetterò mai di amare Bologna.
Nonostante la fatica nel trovare parcheggio, arrivai in anticipo per fortuna, odiavo e ancora adesso odio, arrivare in ritardo.
Mi sedetti ad un tavolino all'interno del locale, fuori faceva troppo freddo e solo l'idea di passarci qualche ora mi faceva venire mal di gola, passai dieci minuti a fissare senza un vero motivo il portatovaglioli, finché con la coda dell'occhio non vidi una figura femminile avvicinarsi e distolsi lo sguardo dirigendolo verso di lei, come immaginavo era la cameriera intenta a chiedermi che cosa volessi ordinare, le dissi che aspettavo una persona e senza dire altro si allontanò.
Non era strano che Nicolas fosse in ritardo, anche quando lavoravamo insieme molto spesso non arrivava puntuale, nonostante ciò ero innervosito, probabilmente non tanto per il suo ritardo quanto per il fatto di vederlo, mi venne la voglia di andarmene e lasciare tutto lì, sospeso.
Nonostante i miei pensieri rimasi, dopo altri cinque minuti vidi la porta del locale aprirsi, era lui.
Credo il mio cuore abbia saltato un battito, ma ancora adesso non ne sono certo totalmente, so solo che nel momento in cui entrò, il suo ritardo era l'ultimo mio pensiero.
Non gli feci cenno, ma in meno di due minuti mi aveva già rintracciato tra tutti quei volti scuri di cui il mio faceva parte, perché si, la felicità c'era, ma l'ansia la nascondeva come fosse un tesoro prezioso.
Lui sembrava tranquillo e ciò non tranquillizzava me, mi feci coraggio e quando si avvicinò tanto da sentirmi, lo salutai normalmente cercando di nascondere più che la felicità, l'ansia.
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Ecco a voi il secondo capitolo, che ne pensate?🖤

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