La tua assenza mi fa stare così.

18 5 0
                                    

Mentre controllavo l'ora vidi una figura familiare avvicinarsi con passo rilassato, era lui, era Nic.
Feci un respiro profondo e gli andai incontro, il mio cervello mi diceva di stare calmo, ma non riuscivo nemmeno a respirare regolarmente, cercai di nascondere tutto ciò e quando si avvicinò di più lo salutai.
Aveva le guance arrossate ma pensai che fosse perché il vento si era alzato, iniziammo a passeggiare finché non disse una frase che mi pietrificò.
A quanto pare era in vena di parlare di cose serie e mi informò che lui e Anita si erano lasciati, gli dissi se ne voleva parlare e da lì parlammo delle disavventure che abbiamo avuto negli anni in cui non ci siamo sentiti.
La volta prima queste cose le avevamo nascoste sotto un sorriso, ma questa volta era giusto parlarne.
Dopo aver passeggiato un po' andammo a mangiare in un ristorante in centro, si era fatta l'una e non nascondo che la fame stranamente si faceva sentire.
Mentre ero intento a prendere un tortellino con la forchetta mentre parlavo con Nic, mi squillò il telefono, come potete immaginare era Matilde.
Il mio primo pensiero fu quello di rifiutare la chiamata, ma Nic mi disse, vedendo il telefono squillare, di rispondere tranquillamente, così non riagganciai.
Matilde mi disse che quella sera avrebbe fatto tardi perché doveva ultimare un lavoro in ufficio per un cliente e aveva una scadenza precisa, la notizia subito mi alleggerì lo stomaco, l'idea di poter passare la serata in solitudine da una parte mi rendeva triste mentre dall'altra mi alleggeriva tantissimo, a lei feci pensare che fossi dispiaciuto così da non creare conflitti e poi tornai a mangiare e a chiacchierare come se nulla fosse, non volevo rovinare il momento per nessun motivo, ero felice e sta volta i pensieri non li volevo in mezzo.
Verso le 14 finimmo di mangiare e dopo aver diviso il conto e pagato, non sapevamo cosa fare, dopo un po' di ipotesi scelsimo di andare sui colli, a tutti e due i colli sono sempre piaciuti e andavamo sul sicuro recandoci lì.
Andammo verso i Giardini Margherita per recuperare l'auto di Nic e dopodiché ci avventurammo su per i magnifici colli bolognesi.
Mentre guardavo fuori dal finestrino mi venne in mente un ricordo che forse era meglio lasciare dove stava.
Ho ricordato quando insieme a gli altri regaz eravamo andati sui colli per un Around the valley e ho avuto una reazione allergica, quel giorno per tutti era un giorno normale, ma per me no, quel giorno tornato a casa c'era Sofia ad aspettarmi con in mano già l'antistaminico e con le guance rosse per la preoccupazione, quel giorno la baciai come non avevo mai fatto e la amai come il primo giorno.
Quel ricordo mi rese gli occhi lucidi e Nic lo notò, mi guardò e mi chiese se andasse tutto bene, lo guardai cercando di trattenere le lacrime e gli risposi che andava tutto perfettamente e che i colli portano tanti ricordi.

Sei la normalità di cui ho bisogno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora