La battaglia

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Cap. 20

La battaglia

Ormai era passato un mese da quando Nicola era inerme su quel letto d’infermeria. Lei lo andava a trovare ogni giorno ed era un mese che piangeva per ogni minima cosa, che era sempre triste e giù di morale. Erano pochi i momenti d’allegria nei quali si rideva, e ogni volta duravano poco. Dopo di ciò non c’erano stati più allenamenti, anche perché le partite di campionato erano terminate, con tutte le squadre a pari merito. Una vincita per uno e un pareggio per uno. Non si sapeva a chi sarebbe andata la Coppa alla fine dell’anno. Dovevano ancora decidere il da farsi. Sarah aveva persino perso la voglia di riunirsi col GdR, nonostante tutti la incoraggiassero e avevano tentato di tirarle su il morale.

Era un giorno come un altro. L’ennesimo giorno identico a quelli passati, tutti ormai diventati piatti, uguali, senza sfumature, quasi innaturali. Superficiali, senza nessun conto, che si sarebbero potuti tranquillamente saltare, e non sarebbe cambiato nulla. Sarah camminava per il corridoio, che ormai conosceva ad occhi chiusi, mattonella per mattonella, quadro per quadro, armatura per armatura, porta per porta. Sempre identico, percorso chissà quante volte al giorno per andare a trovare il suo ragazzo, Nicola, che tanto amava. Disteso in quel lindo letto d’ospedale, come addormentato, come in coma. Ormai era metà maggio e non mancava molto per la fine delle scuole. E forse Sarah non avrebbe più parlato con Nicola, non avrebbe più sentito la sua voce, i suoi baci, i suoi “ti amo”, il suo calore e il suo amore. Sarebbe forse rimasto lì per sempre. E lei lo avrebbe continuato ad andare a trovare per l’eternità, seppur da fantasma. Nel suo cuore, nella sua testa non c’era altro che lui. Non le interessava più guardare gli altri ragazzi, lui e solo lui. Non le era mai successa una cosa del genere. Forse era la prima volta che s’innamorava d’amore vero, oltre tutto e tutti. Pian piano, sola come sempre da un mese a questa parte, nonostante tutti i membri del GdR cercassero di starle vicino, si avviò verso l’infermeria. Guardò fuori della finestra, vide Tardivo, Castagna, Russo e le due ragazze andare verso la foresta. Come una serpe risvegliatasi nel suo petto le venne l’impulso di seguirli, per tuffarsi in un’altra avventura nella foresta, come tempo fa, con tutti i membri del GdR. Finalmente si era risvegliata da quel sonno lungo un mese. Si guardò intorno e avvistò Vanessa, che la stava seguendo a distanza e, scoperta, si nascose dietro ad una statua lì vicina.
« Vanessa! » chiamò Sarah.
« Non ti sto seguendo! Assolutamente, non ti sto pedinando! E non mi sto nascondendo! » rispose lei colta in flagrante, uscendo dal nascondiglio. Sarah rise e le fece segno di venire. Lei la raggiunse.
« Raduna i membri del GdR e pedina Tardivo e gli altri, sono appena entrati nella foresta! » spiegò Sarah.
« Oh! Sì! Finalmente ti riconosco! Vado subito… e tu? » chiese lei estasiata, dandole un bacio sulla guancia.
« Io ora vado da Nicola, vi raggiungerò più tardi… vai! »
« Subito! A più tardi! » salutò Vanessa, sparendo dietro l’angolo.
Finalmente Sarah si sentì risvegliata da quello strano coma di passività, capace di percepire ancora le emozioni attorno a lei, anche quelle dolorose. Infatti sentiva di stare più male per Nicola, ora che si sentiva conscia di tutto. S’avviò verso l’infermeria. Passi. Passi. Passi. Davanti alla porta trovò una fila di ragazze, con in mano i più disparati regali. S’avvicinò ancora un po’. Tutte premevano per entrare a visitare Nicola e portargli qualcosa. Del resto era uno dei ragazzi più in vista di tutta la scuola, uno dei più belli, bravi ed amati. Ma non si era mai accorta prima della loro presenza. Forse aveva la testa talmente nel pallone da non vederle.
« Che ci fate qui? » sbraitò Sarah, furente, improvvisamente e insolitamente gelosa.
« Portiamo un regalino a Nicola, come ogni giorno… » rispose una ragazza alta e corpulenta.
« Beh, vi conviene andarvene! Nicola è il mio ragazzo! Smettetela di corteggiarlo come un branco d’oche! » inveì Sarah. Non riconosceva più quello che diceva, in situazione normale non avrebbe mai detto una cosa del genere. Spinse via tutte le ragazze e chiuse la porta dietro di lei. Si accoccolò accanto al letto di Nicola. Ancora inerme, ancora in coma, ancora profondamente addormentato.
« Era ora che qualcuno mandasse via tutte quelle ragazze… » disse una voce alle sue spalle. Sarah si voltò, era Brigitte.
« Ah… sì. » rispose Sarah, non sapendo che dire.
« Sei proprio innamorata, si vede… beh, ora io devo uscire un po’… stai tu con Nicola? Chiamami se accade qualcosa. » chiese l’infermiera.
« Va bene! »
« Perfetto, a più tardi! » salutò lei ed uscì dalla porta, dove si sentivano ancora le voci starnazzanti delle ragazze.
Lei rimase sola con Nicola. Lo guardò fisso in faccia. Le occhiaie ora erano sparite. Il suo viso era calmo, disteso e rilassato. Sembrava dormisse. Sembrava un angelo contornato da uno sfondo bianco che dormiva beatamente. Ripesò ai bei momenti passati con lui e si mise nuovamente a piangere, come ormai faceva da un mese a questa parte. Lo abbracciò forte. Ancora lì disteso. Rimase a fissarlo per due buoni minuti, finché, di colpo, aprì gli occhi, facendo fare un balzo all’indietro dallo spavento a Sarah, che si premette le mani al cuore.
« Nicola… ti sei svegliato… » disse lei con un filo di voce, sorridendo, con le lacrime agli occhi. Ma non ricevette risposta.
« Nicola? Amore… perché non dici nulla? » chiese lei. Niente. Nessuna risposta. Si alzò a sedere.
« No, Nicola, devi stare sdraiato… dobbiamo dire a Brigitte che ti sei svegliato… » spiegò Sarah, tentando di spingerlo per le spalle, per costringerlo a ributtarsi sul letto. Niente. Lui stava fermo e non si muoveva di un millimetro. Sarah lo guardò in faccia. Aveva uno sguardo vacuo e assatanato, lo stesso che aveva quella volta che aveva urlato a Sarah di non interessarsi ad Allizionico. Sarah fece un balzo indietro dallo spavento: quello sguardo le faceva paura.
« N-Nicola… cos’hai? » chiese tremando visibilmente. Lui, essendo libero dalle sue mani, scese dal letto e aprì la porta dell’infermeria, camminando spedito per il corridoio. Sarah gli corse dietro, cercando di fermarlo.
« No, Nicola, fermati! Può farti male camminare! Ti sei appena svegliato! » gli urlava dietro Sarah, ma lui continuava a camminare, senza proferire parola. Lei continuava a stargli dietro. Uscì dal corridoio, ne prese uno a destra e si diresse verso il portone d’uscita.
« No, amore, no. Non puoi uscire, potrebbe farti male! » sbraitò Sarah, in preda alla disperazione. Tentò di fermarlo, trattenendolo con le mani, niente. Lui continuava a camminare, più forte che mai, diretto alla foresta.
« Dove hai intenzione di andare? Nella foresta nelle tue condizioni? » chiese Sarah, allarmata. Lui non rispose. Sarah, non sapendo più che fare, decise di lanciargli un incantesimo per bloccarlo. Niente. Lui tirò fuori la sua e con un incantesimo muto bloccò la fattura. Lei rimise la bacchetta in tasca, era inutile. Lo seguì.
« Almeno mi dici dove hai intenzione di andare? » domandò Sarah. Nessuna risposta; se l’aspettava. Stava percorrendo la stessa strada che portava ai membri del GdR e a Tardivo e gli altri, c’era forse una relazione? Nessun essere o animale s’intramezzò alla loro strada. Camminarono per una ventina di minuti, senza che Sarah aprì più bocca.
« Dove stiamo andando? Mi stai giocando uno scherzo? » s’arrischiò a chiedere Sarah dopo venti minuti, quando erano ormai in prossimità della radura dove Tardivo e gli altri stavano facendo la pozione. Lui non rispose e continuò a camminare dritto, con quell’espressione innaturale, quasi satanica. Altri due minuti. Sarah vide i membri del GdR nascosti dietro gli alberi, intenti a spiare i nemici.
« Nicola! Ti sei svegliato! Però non dovresti venire nella foresta! » sentenziò Vanessa, voltandosi, avendo sentito i passi. Non rispose.
« Gliel’ho detto anch’io! Ma non dice nulla! » disse Sarah.
« Nicola, va tutto bene? » chiese Vanessa, avvicinandosi a lui. Lui continuò a non rispondere, ma sfoderò la bacchetta e lanciò un incantesimo addosso a Vanessa, questa volta parlò. Ma la sua voce non era quella di sempre. Non era la voce calda e amorevole del suo Nicola. Era una voce fredda come il ghiaccio, crudele, storpiata, più grossa, non sua. L’attacco lanciò indietro Vanessa, che cadde tra le braccia di Filippo, con un urlo.
« No! Nicola! Cosa fai? » chiese Sarah disperata, appendendosi al suo braccio destro alzato. Lui se la scrollò via di dosso, facendola cadere a terra.
« Nicola! Che ti è successo? » sbraitò Filippo, mettendosi di fronte a lui. Nicola era quasi dieci centimetri più alto di lui, ma in quel momento Filippo gli teneva perfettamente testa. Nicola non rispose, ma lo fissò dritto negli occhi. « No, tu non sei mio fratello! Mio fratello non attaccherebbe la sua ragazza e la sua amica e non avrebbe quello sguardo che tu ora possiedi! » urlò.
Ancora nessuna risposta da parte di Nicola.
« Se lui non è lui… allora chi è? » chiese Sarah a Filippo.
« Non ne ho idea… forse è qualcuno che ha preso le sue sembianze, o è posseduto, o… non so! » rispose Filippo. Nel frattempo anche gli altri si erano voltati, assistendo alla scena.
« Nicola… » gemette Sarah. Nulla. Lui prese ad avanzare, entrando nella boscaglia.
« No! E’ pericoloso, Nicola! » strillò Sarah, cercando di fermarlo, ma lui continuava imperterrito il suo cammino. Entrò nel fitto del bosco, Sarah alle sue calcagna. Ma pareva che tutti gli esseri mostruosi non gli facessero nulla, anzi. Sembrava s’inchinassero al suo cospetto.
« Presto! GdR! Seguitemi! Non ci attaccano! » sbraitò Sarah. Il GdR, un po’ incerto, decise poi all’unisono di seguire Sarah e Nicola.
« Nicola! Non andare lì! Ci sono Tardivo e gli altri! Se ci scoprono… » disse Sarah; ma Nicola continuò il suo cammino.
« Come mai i mostri non lo attaccano? » chiese Eleonora, stupita.
« Vorrei saperlo anch’io… » considerò Samuele.
« Beh, così almeno avremmo la possibilità di debellare la pozione! Forse è venuto ad aiutarci! » disse Stefania.
« No, non è qui per aiutarci! Secondo me sta aiutando loro! Tardivo e gli altri! Qui qualcosa non quadra… sennò perché ha attaccato Sarah e Vanessa? E come mai i mostri in questa foresta non lo attaccano, come fanno con Tardivo e gli altri? Addirittura quasi s’inchinano, non lo vedi? » notò Victor.
« Hai ragione, qui qualcosa non va… prepariamoci a combattere… » disse Johnny, serio, estraendo la bacchetta dalla tasca.
« Nicola, fermati! » urlava, intanto, Sarah.
Nel frattempo, Tardivo, Castagna, Russo e le due ragazze si erano accorti della loro presenza e li aspettavano con viso trionfale. Avevano tutti e cinque uno strano ghigno in viso, anziché essere preoccupati per essere stati scoperti, e questo faceva molto riflettere.
« Oh… Zilio, Zilio… » canzonò Tardivo « …il ragazzo tra i più amati di tutta la scuola… »
« Che intendi dire, Tardivo? » chiese Sarah, minacciosa.
« Il tuo amato ragazzo non ti ama più, mi spiace, Bergamin… » schernì Tardivo.
« Non è vero! » urlò Sarah in preda al panico, ma in fondo Tardivo stava dicendo ciò che lei temeva di più, vedendolo così.
« Eh sì, invece… ti ha più presa in considerazione da quando si è risvegliato? » chiese Tardivo.
« Che cosa gli hai fatto? » sbraitò Sarah, prendendo la bacchetta magica.
« Io? Assolutamente nulla! » rispose Tardivo, con aria innocente.
« Bugiarda! Serpensortia! » Sarah urlò l’incantesimo, e un serpente a sonagli apparve tra lei e Tardivo, strisciando verso quest’ultima. Lei urlò, schifata.
« Ah! Odio i serpenti! Toglietelo via! »
« Ora hai paura, eh? Attaccala! »
« Renato! Aiutami! » ordinò Tardivo.
« Finite Incantatem! » biascicò Castagna e il serpente sparì proprio mentre era a due centimetri da Tardivo.
« Se non ci sono loro non fai nulla, Tardivo, eh? » chiese Sarah.
« …e tu hai bisogno addirittura d’altre dieci persone a tuo seguito… patetica… » ribatté Tardivo.
« Mi spiace, ma qui la patetica sei solo tu! » rispose Sarah.
« Ah, certo… ma Zilio ha scelto noi a te… non speravi che lui fosse realmente innamorato di te? Ti ha solo presa in giro! »
« Invece lui lo è! E’ innamorato di me e non mi ha preso in giro! Voi gli avete fatto qualcosa! »
« Sectusempra! » urlò all’improvviso Tardivo.
« Protego! » ribatté Sarah, l’incantesimo scudo, e l’attacco non le fece nulla.
« Expelliarmus! » strillò Nicola alle sue spalle. Sarah non fece in tempo a ribattere che venne schizzata via la sua bacchetta e lei cadde in avanti.
« Impedimenta! » gridò Victor, colpendo Nicola, che venne fatto cadere all’indietro, a terra.
« No! » urlò Sarah.
« Sarah, è l’unica cosa da fare! Ora Nicola è nostro nemico! Accio bacchetta! » chiamò Victor, prendendo la bacchetta schizzata via di Sarah e gliela rilanciò.
« Grazie Victor! » disse lei. « Tardivo, dov’eravamo rimaste? » chiese Sarah con un ghigno, brandendo stretto la bacchetta.
« Conjunctivitus! » urlò Tardivo.
« Protego! » ribatté Sarah, formando nuovamente uno scudo. A quel punto anche Russo, Castagna e le due ragazze presero a combattere.
Victor e Filippo contro Nicola, Stefania ed Eleonora contro una delle due ragazze, Vanessa e Denise contro l’altra, Johnny e Samuele contro Castagna, Mattia e Edoardo contro Russo. Incantesimi che volavano da tutte le parti. Persone Schiantate e poi rinvenute. Bacchette che volavano a destra e a manca, persone sbalzate via. Ogni tanto ci si aiutava l’un l’altro, ci si scambiava tra combattenti. Ma Sarah continuava a battersi con Tardivo.
« Levicorpus! » ordinò Sarah, e Tardivo venne levata in alto, come appesa per la caviglia.
« Mettimi giù! Infida carogna! » sbraitò Tardivo, non potendo far nulla, dato che la sua bacchetta le era caduta durante l’incantesimo.
« Liberacorpus! » annunciò una voce da dietro, una delle due ragazze, e Tardivo piombò a terra, recuperando in fretta la sua bacchetta.
Scintille colorate volavano da tutte le parti. Rosso, verde, argento, oro, viola, azzurro. Pareva quasi di trovarsi in mezzo a dei fuochi artificiali. Visti da lontano sarebbero parsi anche belli. Invece tutte quelle scintille erano molto pericolose, perché si trattava d’ogni sorta d’incantesimo e fattura. E, soprattutto, se venivano prese tutte assieme, non si sarebbe mai saputo che cosa sarebbe accaduto alla persona attaccata. Dopo un buon quarto d’ora di battaglia c’era chi aveva cominciato ad usare le mani al posto della bacchetta, o anche una combinazione tra i due. Sarah e Tardivo erano piene di graffi l’un l’altra, Mattia aveva un occhio nero, Filippo entrambi, Victor un labbro gonfio e sanguinante, Vanessa aveva i vestiti strappati, Eleonora e Stefania i capelli arruffati, Denise una guancia tagliata, Edoardo due tagli sulla fronte. Samuele e Johnny avevano lividi violacei sul viso. Nicola era l’unico ad apparire illeso. Castagna era pieno di graffi e tagli, Russo sembrava uno straccio, le due ragazze erano tutte sgualcite.
« Sarah, tutto ok? » chiese Victor, quando lui e Sarah erano finiti a combattere schiena contro schiena, il primo contro Tardivo, e la seconda contro una delle due ragazze.
« Beh, potrebbe andare meglio… tu? »
« Concordo! In bocca al lupo! »
« Crepi… »
La battaglia continuò. In quella radura, in mezzo al bosco, nessun animale che abitava quel luogo si faceva avanti, tutti andavano per i fatti loro. Sarah si domandò perché avevano iniziato a combattere. Del resto battersi uno contro l’altro, così, per nessun motivo apparente, era una gran cavolata. Come tutte le risse del resto. Si domandò perché era lì a scagliare incantesimi su incantesimi, da cosa era iniziato tutto? Forse a causa dell’odio per Tardivo, da quanto desiderava fargliela pagare. Ma forse non era solo per quello. Lei era, sì, una tipa vendicativa, ma sapeva che la vendetta non portava a nulla, non la faceva, in qualche modo, stare meglio. Forse era perché non voleva credere che Nicola si comportasse così perché magari non l’amava più, voleva far ricadere la colpa su Tardivo, voleva sfogarsi su di lei. Ed intanto lanciava incantesimi a raffica, senza nemmeno capire cosa stava pronunciando. Faceva tutto come fosse una macchina da combattimento. Il suo cuore le faceva malissimo. Non per la fatica, ma per il dolore. Il dolore di non capire Nicola, di essere stata male per un mese, e lui, risvegliatosi, non l’aveva nemmeno riconosciuta, e si era schierato dalla parte di Tardivo, Castagna, Russo e le due ragazze.
« Perché stiamo facendo questa battaglia? A quale scopo? » disse ad un certo punto, Sarah.
« Vorrei saperlo anch’io! Forse per impedire il ritorno di Allizionico? » rispose Samuele.
« Non ne sono troppo sicura… »
« Tu sai chi è il grande e mitico Allizionico? » s’intromise Tardivo, smettendo di combattere.
« Sì, perché, c’è qualche problema se lo so? » domandò Sarah.
« …e voi vorreste impedire il suo ritorno? »
« Certo! E’ colpa sua se mio papà non c’è più! Non voglio che semini di nuovo morte e distruzione! »
« Illusa! » beffò Tardivo.
« Io non credo proprio, invece! » ribatté Sarah.
« Sarah! » sentì una voce chiamare alle sue spalle, Denise.
« Cosa c’è? »
« La pozione! La pozione per far tornare in vita Allizionico! Guarda! E’ lì, incustodita! »
« Hai ragione, cuginetta! Wingardium Leviosa! » ordinò Sarah, e il calderone con la pozione si levò ad un metro da terra.
« No! La pozione! Fabio! » urlò Tardivo « Impedimenta! » sbraitò lei, e Sarah venne sbalzata via, interrompendo l’incantesimo. Mentre il calderone stava per cadere a terra rovesciando il contenuto, Russo riuscì a recuperarlo.
« Ohi, ohi… » mugugnò Sarah massaggiandosi il sedere, era caduta sul duro. Si rimise in piedi a fatica e guardò i suoi graffi sulle braccia, sanguinavano ancora.
« Dobbiamo cercare di rovesciare il contenuto di quel calderone! » sentenziò Eleonora.
« Hai ragione! Forza GdR! » esortò Mattia.
« Non andrete da nessuna parte! » ululò una delle due ragazze. « Ora che il mio ex ragazzo si è unito a noi saremo invincibili, e Allizionico risorgerà! »
« Il tuo ex ragazzo? » chiese Sarah, alla ragazza.
« Sì, non lo sapevi? » beffeggiò lei.
« Tu… tu sei Valentina Grandolfo? » domandò Sarah, incredula.
« …e chi credevi fossi, altrimenti? »
« Ora ho capito tutto! Era così logico! Ecco perché avevo già sentito il tuo nome! L’avevo letto quel giorno della punizione con Aury. Tra gli amici del padre di Castagna c’era anche un certo Grandolfo, tuo padre! » Sarah non poteva credere alle proprie orecchie. La misteriosa ex di Nicola era proprio lei, una delle nemiche. Aveva letto e memorizzato il suo cognome, ma non aveva mai collegato le due persone. Ad un certo punto si sentì cadere in avanti, a causa di un incantesimo. Era l’altra ragazza, Elena.
« Mocciosa, non ti lascerò rovinare la mia pozione! » biascicò lei.
« Tu non m’impedirai di fare un bel niente! » urlò Sarah.
« Impedimenta! » ordinò la ragazza. Sarah venne spazzata indietro, come se un vento fortissimo l’avesse fatta volare. Questa volta, però, cadde addosso a qualcosa di morbido, o meglio, qualcuno.
« N-Nicola… » balbettò Sarah con voce spezzata. Era caduta contro la sua schiena, mentre lui combatteva contro Denise e Mattia. Lui si voltò a guardarla. Nei suoi occhi balenò uno sguardo serpentesco. « …t-ti prego… »
Lui la spinse via e lei cadde a terra.
« Nicola… perché ti comporti così? » chiese Sarah, con le lacrime agli occhi. « Tu mi ami… io ti amo… eravamo così felici… »
Lui continuò a non rispondere, ma si avvicinò a lei, guardandola dall’alto al basso, era così vicino che ormai la sovrastava.
« Lo so che tu non mi hai presa in giro in questi sei mesi… il tuo sentimento era vero… perché ora ti comporti così? Cosa ti hanno fatto Tardivo e gli altri? »
Sarah non ottenne risposta, ormai lo sapeva, era quasi inutile fargli domande. Nei cartoni animati e nei film, quando la protagonista faceva ritornare in mente al suo amato i momenti più belli, l’amore e glielo dimostrava, lui tornava in se stesso. Questa volta no, però. Questo non era un film. Era la verità, la sua vita. Non poteva a cambiarla a proprio piacimento. Non poteva andare come voleva lei, a lieto fine, dove i due si sposano vivendo felici e contenti. Questa era la cruda realtà e sapeva, in fondo, che Nicola non sarebbe tornato in se stesso, o per lo meno non così, non facendogli tornare alla mente bei ricordi.
« Amore… Nicola! » supplicò Sarah.
« …non chiamarmi Nicola! » urlò lui con voce inferocita, la prima volta che le rispondeva.
« Perché urli? » chiese lei facendosi piccola, piccola lì seduta.
« Io mi comporto come mi pare e piace, e non sarà di certo una studentella del primo anno ad impedire il ritorno di Allizionico! »
« Ma tu sei stato a loro servizio per tutto il tempo in cui sei stato con me? » domandò Sarah, rialzandosi.
« No, non direi, o almeno, non proprio… » manifestò lui con voce glaciale, che quasi non pareva la sua.
« …e allora dammi una spiegazione! Da quando ti sei messo dalla loro parte? »
« Io non mi sono mai messo dalla loro parte, sono loro che sono venuti dalla mia. O almeno, da una parte di me. » spiegò Nicola.
« Tu non sei Nicola! Dimmelo! Chi sei? » strillò Sarah.
« Io sono Nicola… in me c’è anche Nicola. »
« Che cosa vuoi dire con questo? » urlò Sarah a voce sempre più alta, avanzando di un passo ogni parola. Aveva le lacrime agli occhi, il cuore le batteva così forte che pareva scoppiasse dal dolore. Quello non era Nicola! Ma chi era? E dov’era il vero Nicola? Queste domande continuavano a balenarle per la mente, ma non riusciva a porgliele, aveva paura di apprendere la verità, la verità che potrebbe essere stata mostruosa.
« Beh, vuoi sapere chi sono io in realtà? E’ questo che vuoi sapere, no? » chiese Nicola. Sarah, mentre una lacrima le rigava la guancia sinistra, assentì con la testa.
« Beh, Sarah, mi conosci, no? Io sono il solito ragazzo misterioso… per cui ti dirò chi sono con uno specie d’indovinello, se così si può chiamare… »
« Non scherzare! Dimmelo! Chi sei? » si sgolò Sarah, alzando la bacchetta e puntandogliela al viso.
« Calma, calma… beh, ora tu fa così. Prendi ancora il libro Come per Magia, e come quella volta per scoprire il mio nome, rileggi di seguito tutte le lettere di inizio capitolo, quelle grandi in nero. Lette tutte di seguito daranno la soluzione alla tua domanda e saprai chi sono veramente. » spiegò lui.
Provaci anche tu! E scoprirai chi è davvero Nicola. Rivedi questi primi venti capitoli e saprai di chi si tratta!

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