Divinazione

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Cap. 7

Divinazione

Era quasi passato un mese dall’arrivo di Sarah e gli altri a Singisterm, nel Castel Sismondo.
Ormai avevano fatto tutti la loro scelta sui piani di studi, sugli orari, i nuovi giocatori di Quidditch e tutti si erano sistemati definitivamente nelle camerate. Il giorno dopo sarebbe arrivato imminente, il giorno dell’inizio delle lezioni, il primo ottobre.
La sera tutti si prepararono in fretta e andarono a coricarsi presto. In questa scuola le lezioni incominciavano alle otto e mezza, pausa pranzo a mezzogiorno e mezzo e poi il martedì e il giovedì si facevano anche due ore supplementari il pomeriggio. Il sabato e la domenica, invece, non si andava a scuola.
La mattina la campanella della scuola suonò alle sette e mezza in punto, era una sveglia che ridestava tutti alla stessa ora. Sarah e Vanessa si svegliarono di soprassalto, stavano entrambe facendo un bel sogno, ma appena svegliate non ricordarono più cosa.
« Sarah… che due palle questa campanella… non trovi? » dichiarò Vanessa.
« …confermo! Servirebbe una sveglia che ti desta dolcemente… » annuì Sarah tirandosi a fatica su dal letto e cominciando a vestirsi.
« Ehi, ragazze, non trovate che dovrebbero svegliarci un po’ più tardi? » interloquì una coetanea.
« Magari! Sarebbe un sogno! » rispose Vanessa.
« Andiamo giù a far colazione? » chiese un’altra.
« Un attimo che indosso le scarpe! » comunicò Sarah. Due secondi dopo le ragazze erano pronte e si avviarono verso la Sala Grande per la colazione.
Appena arrivate alla loro tavolata trovarono Filippo intento a divorare un croissant gustosamente farcito di crema. Era esageratamente grande, probabilmente era stato incantato.
« Buono? » chiese Sarah facendogli prendere un colpo.
« Mi hai fatto paura! Non ti avevo sentito arrivare! In ogni modo buongiorno ragazze! » salutò lui.
« Buongiorno! » risposero in coro loro, ma scoppiarono subito in una risata fragorosa: Filippo aveva tutta la bocca sporca di crema.
« Che cosa avete da ridere? Si può sapere? » chiese lui interrogativo. A quel punto arrivò suo fratello con una scia di ragazze dietro. Non le aveva nemmeno notate.
« Fratellino, sono una nuova moda i baffi color crema? »
« …cosa? » cominciò lui. In quel momento Vanessa e Sarah si erano avvicinate a lui e con un dito avevano preso un po’ di crema della quale era sporco e se la portarono alla bocca in contemporanea con sguardo sensuale. Scoppiarono tutti a ridere e Filippo si pulì velocemente la bocca col fazzoletto.
« Sceme… » disse lui ridendo « …dovevate fare proprio questa scena per dirmelo? Non potevate farlo come persone civili? »
« No! » risposero le due in coro.
Nella mezzora successiva gustarono tutti assieme la colazione e poi si diressero tutti al loro dormitorio per truccarsi e prendere i libri per la prima lezione. Sarah, Filippo e Vanessa avevano la prima lezione insieme, Divinazione.
Entrarono tutti e tre in un’aula passando per una stretta botola. Aveva i muri color oro, delle finestre oscurate con delle tendine inutili color argento. La stanza era illuminata solo da candele profumate e colorate in un angolo della stanza. C’era un’atmosfera sovrannaturale e divina, una musica leggera e soave riempiva l’aria circostante, pareva di trovarsi in un altro mondo.
Tutti gli studenti che entravano restavano incantati da tutto ciò e rimanevano a rimirare la stanza, bloccati sull’uscio. Tutti, compresi Sarah, Vanessa e Filippo.
« Ragazzi, ragazze, venite pure avanti… » disse una voce maschile assai soave. Era il professore, era molto giovane, aveva sicuramente meno di trent’anni. Gli alunni, un po’ intimiditi, ma anche incuriositi, si avvicinarono ai tavolini rotondi disposti a cerchio nella stanza, coperti da tovaglie argentate, con tre sedie ognuna.
« Forza, sedetevi… » disse il professore.
Quando tutti si furono accomodati il professore si alzò dalla sua cattedra, ma, anziché possedere delle normali gambe, aveva il corpo di un cavallo. Rimasero tutti stupiti, a bocca aperta, a fissare quelle così insolite gambe.
« Ragazzi e ragazze, tutti mi guardano così appena mi vedono. Ora vi spiego: io sono un Centauro » disse lui tranquillamente.
« Un Centauro? Ma è nato così, professore? Ho sempre sentito che i Centauri sono esseri mitologici » intervenne un ragazzino basso e mingherlino, con l’aria da strafottente.
« Sì, sono nato così, ma sono stato cresciuto da esseri umani, perché i miei veri genitori sono morti pochi mesi dopo che io sono nato. I Centauri sono definiti esseri mitologici solo dagli umani, in realtà esistono… » rispose il Centauro con la sua solita calma.
« Professore, lei come si chiama ed in cosa consiste la sua materia? » chiese una ragazza seduta al tavolo con l’altro ragazzo.
« Io sono il professor Chirone Normandian. Per chi non l’avesse capito Chirone è il nome e Normandian il cognome. Veniamo alla spiegazione della materia che insegno: la Divinazione è una pratica fondata sulla capacità di intuire o di venire a conoscenza di eventi passati, presenti e futuri attraverso il presunto contatto, diretto o indiretto, dell'intelligenza umana con il sovrannaturale. Noi impareremo a capire ciò attraverso vari segnali che la natura ci dà e con l’ausilio d’oggetti, quali la sfera di cristallo, le carte, ciondoli e tabelloni magici. Questo è in poche parole la spiegazione di codesta materia. »
Tutti rimasero ammutoliti dalla spiegazione. Sembrava tutto così strano e impossibile.
« Scusi professore? » intervenì insolitamente Sarah, arrossendo un po’.
« Prego » rispose cortesemente Normandian.
« Ecco, io ho scoperto da poco d’essere una strega, ma sin da prima, per passatempo, mi divertivo a far previsioni con le carte, e risultavano spesso vere. Che cosa può significare ciò? »
« Beh, signorina… signorina? » chiese lui, non sapendo il suo nome.
« …Sarah Bergamin! » rispose lei prontamente.
« Beh signorina Bergamin, questo può significare una predisposizione naturale per questa materia. In questa scuola ci sono alcuni ragazzi con queste particolari doti. Ad esempio tra i migliori ci sono Lago, Ferrari, Quaggiotto, Campagnolo… » cominciò il professor Normandian.
« Scusi prof, ma Quaggiotto si tratta di Mattia degli Aria che  frequenta il terzo anno? » chiese Sarah pensando al suo amico.
« Esatto, lo conosci? »
« Sì » assentì Sarah.
« In ogni modo, dicevo, è una cosa normale questa. E’ naturale che tu sia affascinata, attratta e abbia predisposizione a ciò, anche se non sapevi d’essere una strega. L’arte della magia arriva soprattutto dal cuore… » finì il professore.
Sarah assentì con la testa.
« Bene ragazzi e ragazze, se non ci sono altre domande passo alle ultime spiegazioni. Io sono coordinatore della Casa dei Fuoco. Ora, come prima lezione, prendete una delle candele in quell’angolo della stanza, quella che v’ispira e vi piace di più. In ordine, partendo da questo tavolo » disse indicando il tavolo alla sua destra « se la candele rimanenti, per gli ultimi a prenderle, non piacciono, con un colpo di bacchetta sopra di essa cambierà automaticamente. Prego. » finì Normandian.
Così i ragazzi si alzarono uno alla volta. Le candele erano variopinte di colori mischiati tra loro e infondevano tutte un bel effetto. Presto fu il turno di Sarah. Nessuna candela la convinceva. Allora usò la bacchetta per cambiarla. Ne cambiò almeno una decina, finché una la colpì profondamente: aveva di base un argento luccicante, alle estremità esterne aveva intersecati tra loro rosso, giallo e viola, prese quella. Finirono di prenderla anche tutti gli altri. Vanessa la prese di un color rosa e verde, mischiata assieme in modo molto particolare. Filippo una di tonalità dal blu al verde al giallo.
« Bene ragazzi, ora che tutti avete fatto la vostra scelta possiamo passare ad analizzare il significato delle vostre candele. » disse Normandian avvicinandosi al tavolo più vicino a lui. Gli studenti accomodati in quello si ritrassero, forse un po’ per paura, essendo un Centauro alto due metri.
« Lei, signorina, il suo nome? » chiese il professore alla ragazza che era intervenuta prima.
« Tardivo Monica! » rispose lei pronta, ma guardandolo con aria schifata.
« Signorina Tardivo, lei ha scelto questa candela. E’ arancione e rame. Questi due colori simboleggiano il denaro, la carriera, la crescita professionale, le questioni materiali, gli affari e la fortuna. Evidentemente è una ragazza che pensa già alla sua carriera. » disse pacatamente Normandian.
« Sì, » rispose lei « in effetti sono una miss e faccio sfilate… » disse lei accavallando le gambe.
Il professore passò a rassegna le candele degli altri ragazzi, finché arrivò al tavolo di Sarah, Vanessa e Filippo.
« Lei è la signorina Bergamin, giusto? Guardiamo la sua candela… interessante… l’argento indica la dea, la Luna e il femminile. Questo miscuglio di rosso, giallo e viola indicano una forte spiritualità, saggezza e chiaroveggenza. Inoltre anche un forte intelletto e memoria, aiutano il carisma e il successo. Per ultima cosa anche la passione, l’amore, il coraggio, le forti emozioni. Complimenti, è una delle mie studenti più particolari ed interessanti. Passiamo a lei signorina… » disse indicando Vanessa.
« Certo, sono Vanessa Argento! » rispose lei pronta.
« Signorina Argento, particolare la sua candela. Questi colori indicano armonia ed equilibrio, protezione e accrescimento per l’amore, i sentimenti, le passioni, la bellezza, la prosperità e la buona sorte. » disse il professore.
Vanessa rimase a bocca aperta ad ascoltare il professore. Normandian si avvicinò con due battiti di zoccolo a Filippo e prese in mano la sua candela.
« Il suo nome? » chiese il Centauro.
« Filippo Zilio! » rispose.
« Sei il fratello di Nicola Zilio? Vi assomigliate! » chiese il professore a Filippo.
« Sì, professore! »
« Passiamo alla sua candela signor Zilio. Interessante… questa candela simboleggia la protezione e l’accrescimento per la prosperità e la buona sorte, favorisce il carisma, porta successo, salute, armonia, pace, appoggio e amicizia di persone importanti e anche amore. »
Filippo assentì con la testa e il professore finì di esaminare le candele degli altri ragazzi. Quando finì se ne tornò alla cattedra.
« Ragazzi, guardando le vostre candele ho capito le vostre caratteristiche, il vostro carattere, il vostro futuro. Per la prossima lezione voglio che riportiate il significato della vostra candela su una pergamena. Potete andare, arrivederci. » disse Normandian.
« Arrivederci professore! » rispose quasi all’unisono tutta la classe uscendo dall’aula.
« Interessante questa lezione! E’ proprio bella questa scuola! » disse Sarah rivolta a Vanessa.
« Concordo! E’ molto meglio di materie come italiano o matematica. » ribatté lei.
« Secondo me non è ammissibile che un Centauro venga a fare lezione a noi! Ma vi rendete conto? Dovrebbero assegnarci una persona come insegnante! Andrò a protestare dal preside! » interloquì Monica Tardivo, la ragazza che aveva avuto lezione assieme a loro. Era spuntata magicamente tra Vanessa e Sarah per dire la sua a proposito.
« Che c’è di male se ci fa da insegnante un Centauro? E’ come se fosse una persona, cambia solo il fatto che ha le gambe da cavallo. » prese la parola Filippo.
« I Centauri dovrebbero tornare a casa loro, nella foresta! » rispose Monica Tardivo.
« Tu ti chiami Monica Tardivo, giusto? » chiese Sarah.
« Sì! Io vado! Ciao! » rispose lei accelerando il passo e sfilando per il corridoio come una modella.
« Non mi pare molto simpatica… » cominciò Sarah.
Vanessa e Filippo assentirono.
« Io ora ho Storia della Magia, voi? » chiese Sarah ai due amici.
« Io ho Trasfigurazione! » affermò Filippo.
« Pure io! » confermò Vanessa.
« Beh, allora ci vediamo al termine! » disse Sarah.
« Certamente! » promise Filippo facendole l’occhiolino.
« A dopo! » salutò Vanessa.
Sarah svoltò in un corridoio a destra e si diresse verso la sua aula.

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