Storia di famiglia

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Cap. 17

Storia di famiglia

Non appena i cinque uscirono, Sarah tentò di liberarsi dalla morsa delle corde, ma più lei tentava di divincolarsi più esse stringevano. Tentò di urlare aiuto, ma essendo imbavagliata ne uscirono solo mugugni, allora decise che avrebbe tentato di sbavagliarsi. Aiutandosi con la spalla e la lingua riuscì a sfilarselo e cominciò a gridare.

« Aiuto! Venite a slegarmi! Vanessa! Nicola! Filippo! Deny! Mattia! ... » e cominciò ad urlare tutti i nomi che le venivano in mente, intramezzandoli ogni tanto con un “aiuto”. Ma nessuno dei suoi amici, evidentemente, stava passando di là, in modo che potesse sentirla. L’unico effetto che provocarono gli urli, era che Tardivo, tornata indietro udendoli, decise di incantarla per farla zittire, così Sarah non poté più gridare.

Il tempo le parve passare a rilento, non potendo fare nulla per farsi sentire o liberarsi. Le venne in mente che il suo amico Mattia sentiva quando lei lo pensava e quando stava male. Così provò a chiamarlo col pensiero, pensarlo intensamente, ma non sortì alcun effetto o risposta. Ormai era tutto inutile. Come un lampo le venne in mente che Vanessa sapeva dov’era, e forse, non vedendola arrivare, sarebbe venuta in suo aiuto. Ma non arrivò. Le parvero che passarono ore, lei distesa lì, legata come una condannata a morte. Una lacrima leggera le rigò il viso. Una lacrima d’odio, rancore, e anche un po’ di paura. Magari Vanessa non sarebbe mai venuta a cercarla e lei sarebbe rimasta lì per sempre, diventando un fantasma per perseguitare Tardivo e compagni. A questo pensiero le si abbozzò un sorriso compiaciuto, sarebbe stato bello perseguitarla così. Ma poi pensò che morire così non sarebbe stato di certo il massimo, nemmeno morire in qualsiasi altro modo non lo sarebbe, in ogni caso. Doveva lottare, fare qualcosa per liberarsi, ma era impotente. Avrebbe dovuto aspettare, riporre fiducia nell’amica, sperare che non vedendola tornare, arrivasse nella Stanza per liberarla. Poi pensò al peggio; forse Vanessa sarebbe entrata, ma non l’avrebbe vista lì distesa. Non potendo parlare non l’avrebbe nemmeno sentita e lei sarebbe uscita senza sapere che in realtà lei si trovava là. Poi, però, vide la luce della bacchetta, e le ritornò una speranza. Forse avrebbe notato che era quella dell’amica e l’avrebbe vista.

Tutti questi pensieri contraddittori le balenarono per la testa, per quelle che parvero ore. Le venne in mente che di solito, nei film, a quel punto arriva sempre il bel ragazzo palestrato a salvare la protagonista, ma non giunse nessuno.

Ormai doveva essere pomeriggio inoltrato, quando la porta della stanza si spalancò. Si voltò speranzosa, invece che il bel principe azzurro o l’amica si trovò davanti il preside Albert Illustrus, che teneva sotto tiro di bacchetta i cinque che avevano aggredito Sarah. Costrinse Tardivo a sciogliere l’incantesimo su Sarah, e Castagna a slegare le funi magiche.

« Benissimo, ragazzi, così si fa! Ora filate immediatamente nel mio ufficio, guai se non vi trovo lì, che appena arrivo facciamo i conti. » ordinò Illustrus e i cinque si dileguarono avviliti fuori della porta.

« G-grazie preside… » ringraziò Sarah arrossendo e abbassando la testa, guardandosi le ginocchia: era legata in una posizione ridicola, inoltre l’aveva salvata il preside.

« Di nulla… gentilmente, il signor Victor Gervasi appena ha appreso dalla signorina Vanessa Argento della tua sfida, è venuto ad avvertirmi. Immagino non hai pensato all’eventualità di una trappola, del resto la maggior parte delle persone dei Fuoco è impulsiva ed orgogliosa. Ma nonostante ciò molti agirebbero come te, non ti devi preoccupare. Ma essendo lui un Bilancia, segno equilibrato, ha riflettuto e ha concluso ciò. Forse, l’ha aiutato a capire ciò che, mentre parlava con Argento, siano passati di lì Tardivo e compari, e quando Argento le ha chiesto spiegazioni, lei è andata via ridendo. Di certo non immaginava che lei sapesse dov’era la sfida in questione. Tardivo ha sfruttato i punti deboli dei Fuoco per attirarti qua, anche se tutti siamo diversi, nonostante anche tu stessa non sei esageratamente impulsiva, anzi, ho notato che molte volte sai essere riflessiva, ma non in tutte le occasioni. Sei impulsiva solo quando sei sicura di potercela fare e la situazione pensi non sia pericolosa. E questo porta a sottovalutare qualche situazione. Essendo anche Argento una Fuoco, molto più impulsiva di te, non si è opposta al combattimento, in fondo se fosse stato vero, sarebbe stata l’occasione di farla pagare ad una nemica, non è così? » chiese il preside dopo una lunga spiegazione.

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