Scontri e scoperte

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Cap. 12

Scontri e scoperte

Le due ragazze andarono a letto che erano ormai le cinque, tra doccia e chiacchiere varie, bisbigliando da un letto all’altro. L’indomani mattina, domenica, tutti nella Casa si svegliarono tardi, come minimo per mezzogiorno, mentre Sarah e Vanessa dormirono fino le tre del pomeriggio.

Intanto che novembre sbiadiva per lasciar posto ad un freddo dicembre, la relazione tra Sarah e Nicola migliorava sempre più, ormai insieme da un mese. Vanessa e Filippo, invece, continuavano la loro strana relazione: non erano assieme, ma era come se lo fossero.

A distanza di giorni si sarebbe disputata la partita Aria contro Terra; Sarah, naturalmente, tifava per gli Aria, dove giocava anche la cugina, che aveva intenzione di battere a tutti i costi Elizabeth Masini, la Cercatrice dei Terra. Sarah s’era scontrata con lei nell’aereo durante il viaggio per Singisterm: una ragazza alta, bionda, occhi cristallini e un fisico da urlo; era una delle ragazze più apprezzate della scuola in fatto di bellezza, ma non si poteva dire altrettanto per il cervello. In quel periodo i giocatori di Quidditch degli Aria non si vedevano quasi più a pranzo e a cena, da quanto si allenavano: l’avevano presa a cuore, dato che l’anno scorso la Casa dei Terra, se pur barando, avevano clamorosamente vinto il campionato.

Arrivò presto il tanto commemorato giorno, sabato 15 dicembre. Cori, urla, tifi, fischi, come il giorno della partita Fuoco contro Acqua.
« Forza cuginetta! Sconfiggi i Terra! Vinci! Acchiappa il Boccino d’oro prima di Masini! Fagliela vedere a quei perdenti chi è più forte! » esortava Sarah, proprio mentre la squadra le passava accanto. Lei salutò allegramente con la mano (e anche Victor in contemporanea), e continuò la camminata verso lo stadio. Ad un certo punto si rese conto d’essere circondata solo dagli studenti della Casa dei Terra: Filippo, Vanessa e Nicola erano andati avanti, non avevano come lei la necessità di fare il tifo per Denise. Si guardò attorno, spaesata, cercando gli altri tre e si accorse che tutti i Terra lì vicino la guardavano male, con sguardo di puro odio, per lei che tifava per la squadra avversaria in mezzo a loro. Decise che era meglio darsi alla fuga e cercare i compagni di Fuoco.
« Ehm… permesso, scusate… permesso… » cominciò facendosi largo tra la folla di Terra. « Vorrei sapere dove sono andati a finire gli altri tre; potevano pur aspettarmi! » continuò lei tra sé e sé, ma andò a sbattere proprio contro Renato Castagna: il Battitore della squadra, che tanto l’odiava.
« Mmmh… » mugugnò lui.
« Ehm… scusa, Castagna… » fece Sarah cambiando all’improvviso direzione. Stava passando l’intera squadra.
« Tu mi chiedi solamente scusa? » sibilò lui staccandosi dalla squadra e prendendola per il bavero. Sarah, paralizzata dal terrore che lui potesse farle qualcosa, essendo inoltre molto possente, non disse nulla, cercava con lo sguardo un aiuto lì attorno, ma era circondata solamente dai Terra. Castagna la spinse addosso ad un gruppo dietro di lei, che non si spostò di un millimetro. Vide Tardivo dietro la folla che si sbellicava dalle risate, osservando compiaciuta la scena.
« Allora, Bergamin, sto aspettando! » ordinò Castagna, imperioso, ergendosi in tutta la sua stazza.
« Che cosa stai aspettando? » chiese Sarah con una voce acuta, non sua che, però, era ferma e decisa. Aveva il cuore che batteva forte e le sembrava di fremere violentemente.
« …qualcosa di più di un semplice scusa detto tanto per dire… Potresti cominciare baciandomi i piedi, supplicando il perdono… » schernì lui con una risata quasi folle.
Sarah lo guardò intensamente negli occhi con aria di sfida e di disgusto, tutta riservata a lui.
« Ehi, fanciulla, non dici niente? » canzonò lui avvicinandosi a lei, guardandola con tutta la ferocia che aveva in corpo. « Oh, oh, oh… la bambina mi sta sfidando! Che sguardo! Che paura! » beffeggiò lui.
« Non perdo tempo con tipi idioti e senza cervello come te! Non perdo tempo a rispondere! Me ne vado! Tanti saluti… » rispose Sarah cercando di farsi un varco tra la folla. Castagna, però, la prese per il cappuccio della felpa e la trascinò indietro, facendola quasi soffocare.
« Idiota e senza cervello a chi? » sbraitò lui infuriato sbattendola addosso al muro, mentre tutti si spostavano per lasciargli spazio. Sarah urlò all’urto e si appiattì al muro, impotente.
« Non ho dimenticato che mi hai battuto in Difesa Contro le Arti Oscure, mettendomi in ridicolo di fronte alla classe. E ora continui volendo fare la ragazzina insolente con me? Ti sbagli di grosso! Dovrai implorare pietà e non sarà nemmeno detto che te la concederò! » inveì lui afferrandola per il collo, alzandola di trenta centimetri da terra.
« No…! Ah… No! » cercò di urlare Sarah, cingendo le mani di Castagna nel tentativo di fargli allentare la presa. Ansimante, urlò ancora più forte: ormai non riusciva più a respirare. La folla guardava come se stava assistendo alla proiezione di un film d’avventura, altri s’allontanavano annoiati, Tardivo che si sbellicava dalle risate sempre più convulse ed era circondata solo da Terra e qualche Acqua. « Non voglio finire la mia vita così… » pensò Sarah, che temeva che non sarebbe mai riuscita a respirare di nuovo. Così, cominciò a scalciare con tutte le sue forze e impiantò le unghie sulle mani di Castagna, cercando di graffiarlo. Le unghie gli lasciarono dei solchi profondi e insanguinati, ma allentò solo di poco la presa. Annaspando, cercando di respirare urlò ancora, un urlo più mozzato, un lamento indistinto. Mollò un altro calcio, più forte, più proteso in avanti e, finalmente, riuscì a beccarlo, proprio dove gli uomini provano più dolore. Castagna tolse le mani di scatto, portandole sulla parte colpita, ululante dal dolore, accasciandosi a terra.
Sarah cadde scompostamente, boccheggiando sonoramente, portandosi le mani alla gola, tossendo forte. Un amico di Castagna, anche lui piuttosto possente, vedendo l’amico lì a terra decise di prendere il posto come suo secondo e sovrastò Sarah con la sua altezza, lasciandola accovacciata al muro.
Stava per prendere la rincorsa per assestarle un calcio, Sarah urlò con tutta la voce che aveva in corpo: « Aiuto! ». In una frazione di secondo accadde tutto: Victor, avendo visto che la squadra avversaria non entrava in campo perché mancava il Battitore, era tornato indietro per andarlo a cercare. Aveva visto la folla che accerchiava Castagna e Sarah, proprio mentre Sarah era riuscita ad assestargli il calcio. Allora era corso spingendo via tutti i Terra che gli si paravano davanti, ed era arrivato proprio quando l’altro ragazzo stava per affibbiare un calcio a Sarah. Lo trascinò via, dandogli un pugno dritto sul naso, rompendoglielo, e trasportò Sarah fuori della mischia, tra le sue braccia.
« G-grazie… » disse Sarah ancora scossa dai tremiti, rannicchiandosi tra le sue braccia.
« Di nulla… ora andiamo dritti di filato dal preside, non si può tollerare un comportamento simile! » disse lui camminando spedito verso il campo da Quidditch.
Dopo trenta secondi arrivarono davanti Illustrus e Victor chiese: « Ce la fai a reggerti in piedi? »
« S-sì… credo di sì… » rispose Sarah scendendo dalle sue braccia.
« Ho trovato il Battitore dei Terra, preside. Stava cercando di strozzare la ragazza qui presente… » cominciò e raccontò lui tutta la storia che aveva visto. Sarah, intanto, guardava i piedi, toccandosi il collo, tremando ancora visibilmente. Una volta finito il racconto, il preside si rivolse a Sarah.
« Sarah, è vero ciò che dice Victor? » Sarah alzò bruscamente la testa e annuì, cominciando poi a raccontare tutto dal principio: da come si era trovata in mezzo a tutti i Terra, del fatto che faceva il tifo per la cugina, Cercatrice degli Aria, e del salvataggio da parte di Victor.
« E’ tutto? » chiese Illustrus una volta terminato il racconto. Sarah annuì percettibilmente e tornò a guardare le scarpe, sempre tenendo le mani sul collo, il quale era rosso fuoco.
« Preside, per favore, possiamo disputare comunque la partita? Ho un conto in sospeso con loro dallo scorso anno. » supplicò Victor.
« Ok… » fece lui dopo un attimo di riflessione « …posso concederlo, ma la partita comincerà con un’ora di ritardo… Prima devo parlare coi due aggressori e dopo la partita vedrò come punirli. Sarah, sei molto scossa, forse è meglio se tu vai in infermeria… »
« No… voglio vedere la partita… ci andrò dopo… »
« Come desideri… Victor? Accompagnala pure dal suo ragazzo, Nicola, sai di chi parlo, vero? E’ sulle ultime file che si sta chiedendo dov’è finita Sarah. »
« Certamente preside! A più tardi! » rispose Victor accompagnando Sarah sugli spalti e Illustrus si dileguò alla volta del castello, alla ricerca degli aggressori.
« Posso chiamarti “Sarah”? » chiese Victor dopo un po’.
« Certo… tu sei Victor, non è vero? Grazie per avermi salvato la vita… cercherò di ripagare un giorno… »
« Sì… di nulla… chiunque con un po’ di senno in testa l’avrebbe fatto… altro che quei Terra da quattro soldi! Non pensarci… tranquilla… » rassicurò lui cingendole le spalle in un abbraccio. Proprio in quel momento Nicola si accorse di loro.
« Ehi, tu! Cosa fai alla mia ragazza, eh? » sbraitò Nicola con fare minaccioso, alzando i pugni e correndo loro incontro. Sarah alzò lo sguardo e corse da Nicola, spaventata.
« No, ti prego, Nicola! Mi ha difeso! Castagna e un suo amico hanno tentato di strozzarmi e lui mi ha aiutato! Non ha fatto niente… »
« Che cosa? Quel sudicio, ibrido, Castagna? » intervenì Filippo correndo giù per la scalinata alla sua ricerca.
« Fermati! » urlò Sarah, e Victor riuscì a trattenerlo.
« S-sul serio? » chiese intanto Nicola sconcertato, serrando questa volta i pugni per la rabbia nei confronti di Castagna e dell’amico.
Sarah raccontò loro tutta la storia, aiutata da Victor, mentre Vanessa la coccolava tra le sue braccia, per cercare di calmarla, mentre lei continuava a tremare. Pregò Nicola e Filippo di non far nulla ai due, che tra mezzora, ormai, sarebbe iniziata la partita e non voleva perderla. Così riuscì a calmare i due ragazzi e mezzora dopo la partita iniziò tra cori e urla.
« Guardate Denise! Che brava è a volare! » esclamò Sarah estasiata, seguendo le sue piroette con lo sguardo. Victor lanciava sguardi fulminanti a Castagna, che volava piano rispetto al normale e sembrava ancora sofferente, doveva fargli ancora male dove Sarah l’aveva colpito.
Subito capì il motivo per cui gli scorsi anni avevano vinto, e come diceva Nicola, barando. L’altro Battitore agitava convulsamente la mazza, rischiando di colpire molti giocatori avversari e Denise venne colpita alla scopa, rischiando di cadere. Castagna, fortunatamente, era mogio e non faceva nulla, era lì solo per fare presenza. Il Portiere cercava di buttare giù dalla scopa tutti i Cacciatori avversari, facendo virate inutili e colpendoli di proposito. Anche i Cacciatori cercavano di disarcionare i giocatori avversari: Cacciatori, Battitori e Cercatrice. Masini, la Cercatrice dei Terra, tallonava stretta Denise, colpendo la sua scopa di proposito, per cui lei doveva stare attenta a non cadere per le frequenti scosse, inoltre doveva fare attenzione alle mazze dei Battitori, ai Cacciatori e al Portiere che tentavano continuamente di colpirla, perciò non riusciva a stare attenta al Boccino.
« Ma i Terra sono scorretti! » contestò Sarah incrociando le braccia.
« Lo so… è così da sei anni ormai… da quando c’è Moscardone in quella squadra… » spiegò Nicola, serio.
« Ma non possono farci niente? » chiese Vanessa pensierosa.
« Beh, non vedete che Illustrus continua a fischiare falli ai Terra? » palesò Filippo.
« Sì, ma non servono a molto… il Portiere è bravo… le para quasi tutte e gli Aria sono comunque in svantaggio. » notò Sarah volgendo lo sguardo al tabellone dei punteggi, che segnava novanta a centotrenta per i Terra.
« Masini! Finiscila di tallonarmi! » stava sbraitando intanto Denise all’avversaria, volando verso l’alto per non rischiare di essere colpita dai Terra.
« …e ti pare che do ascolto a te, Barichello? » rispose lei sogghignando.
Come un colpo fulmineo a Denise venne in mente la finta che aveva fatto la cugina nella partita contro gli Acqua e decise di provare anche lei, magari non l’avrebbe schiantata, ma l’avrebbe sicuramente fatta allontanare di qualche metro.
« Guardate! Usa la mia tattica! Fa bene! » esclamò Sarah alzandosi in piedi per vedere meglio.
« Sì, ma non può copiarti così! » controbatté Nicola « Metti che la usi anche contro di te, durante la partita Fuoco-Aria… che cosa facciamo? »
« Beh, io certamente non la tallono come fa ora Masini, e nemmeno come faceva Vigorelli! »
Nicola non rispose e continuò a guardare la partita: Denise, come previsto, non era riuscita a schiantarla, ma l’aveva allontanata di molti metri, inoltre rischiava seriamente di cadere dalla scopa. Il punteggio dei Terra intanto era salito a centocinquanta, mentre gli Aria erano rimasti invariati, a novanta; Denise doveva sbrigarsi a trovare il Boccino se voleva riuscire a vincere nonostante fossero in svantaggio. Ad un certo punto il Capitano degli Aria chiamò il time-out e i giocatori si riunirono intorno a lui.
« Tua cugina è in svantaggio, ma se trova il Boccino è ancora in tempo per vincere! » notò Vanessa facendo apparire come per magia una scatola di pop-corn e offrendone agli altri.
« Grazie… » bofonchiò Sarah cacciandosene una quantità spropositata in bocca, tanto che sembrava un criceto « …io spero vincano gli Aria, mi stanno proprio antipatici i Terra, inoltre con i Toro va a sempre a finire male… ho provato un mucchio di volte a combattere questa “legge della natura”, ma proprio non ci vado d’accordo… »
La partita continuò poco dopo. Masini, grazie al time-out, era riuscita a raggiungere Denise per riuscire a tallonarla nuovamente. Lei decise che era il momento di usare nuovamente la finta, ma era uno sbaglio; ormai Masini conosceva la tecnica e non la seguì, le restò a debita distanza, aspettando che risalisse.
« Ma quello non è il Boccino? » esclamò d’un tratto Filippo, rovesciando tutti i pop-corn di Vanessa, facendola imprecare sonoramente.
In effetti, quello, era proprio il Boccino d’oro. Era sfrecciato proprio accanto all’orecchio di Denise e lei s’era voltata di scatto, volando verso l’alto per recuperarlo, mentre Masini era poco più su, intenta a guardarsi le unghie, aspettando la risalita di Denise, ma non s’era accorta che lei aveva avvistato il Boccino. Proprio quando alzò lo sguardo s’accorse con orrore che Denise stava chiudendo la mano sul Boccino d’oro, alzando il pugno mentre la folla degli Aria gioiva festante. Duecentoquaranta a duecento per gli Aria: avevano vinto e finalmente battuto i Terra. Intanto tutti i giocatori dei Terra, per la rabbia, cercarono di colpire e disarcionare il giocatore più vicino che avevano, tutti in contemporanea. Gli Aria riuscirono a rimanere tutti miracolosamente in sella e si avviarono festanti a terra, correndo nella loro sala comune a festeggiare.
Sarah e gli altri rimasero indietro, si sarebbero complimentati con loro più avanti. Intanto videro che il preside portava via Castagna e il suo amico, diretti al suo ufficio. Sarah era festante e s’avviò alla propria sala comune con gli altri tre.

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