L'agguato

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Cap. 16

L’agguato

Odiando colui o colei che avevano fatto ciò, Sarah s’arrischiò a chiedere che cosa fosse, se non era stato Schiantato.
« M-ma allora, che cosa gli è successo? »
« …non lo so… non l’ho ne’ancora capito, è qualcosa di molto strano e non so quando si riprenderà, sempre che si riprenderà… » disse Brigitte.
« N-non sa se si riprenderà? » chiese Sarah in pieno orrore.
« Beh, è una possibilità molto remota, ma esiste. Non conoscendo la natura dell’incantesimo o di ciò che l’ha colpito non posso fare niente, per ora… » spiegò l’infermiera Brigitte.
« Che cosa possiamo fare? » chiese Vanessa.
« Beh, l’amore e l’amicizia tante volte fanno miracoli… voi continuate a venirlo a trovare, io consulterò gli insegnanti, alcuni ne sanno più di me di certi tipi d’incantesimi o di pozioni… »
Sarah e Vanessa assentirono con la testa e si voltarono a destra, dove videro Nicola disteso, come stesse dormendo. Sarah s’avviò verso di lui, lentamente. Gli toccò la mano calda lì distesa sul letto, senza vita e crollò su una sedia lì accanto, preoccupata e con le lacrime agli occhi.
« N-Nicola… » disse Sarah tra i singhiozzi.
Nessuna risposta.
« Dai, Sarah, vedrai che si riprenderà… » esortò poco convinta, Vanessa.
« In questo momento lui si sarebbe preoccupato del Quidditch, si sarebbe preoccupato di non poter giocare la prossima partita, anche se mancano parecchi mesi… lo conosco solo da qualche mese, ma pare un’eternità… forse perché siamo sempre assieme… sto così bene con lui… » disse Sarah, sorridendo, cercando di cacciare indietro le lacrime.
« Lo so, Sarah… » rispose Vanessa abbracciando l’amica.
In quel momento entrò Illustrus, tutto trafelato, camminando veloce verso il letto del ragazzo. Sarah e Vanessa si spostarono, prontamente.
« Tranquille, ragazze, state pure dove siete… » tranquillizzò lui, cominciando a toccare Nicola, in vari e strani punti del corpo.
« Preside, cosa sta facendo a Nicola? » chiese Sarah in un misto di curiosità e paura. Il preside non parlò, continuando a toccarlo e tastarlo in vari punti, con diverse dita. Dopo quasi tre minuti il preside finì e alzò la testa.
« Bergamin, stavo controllando se riuscivo a capire di cosa si trattava… e non è nulla di quello finora conosciuto. Ho una mia ipotesi che, però, non posso rivelare. Se penso giustamente si risveglierà con un suo bel bacio, signorina! » disse seriamente il preside.
« Con un bacio? » chiese sconcertata, stupefatta e incredula, Sarah.
« Eh, sì… ma solo col tuo, solo della persona che ama… » spiegò Illustrus.
« Questa mi pare la storia della “Bella Addormentata nel Bosco”, in versione maschile! »
« In effetti il meccanismo è più o meno quello… è una leggenda qui, nel mondo babbano una favola… ma secondo me è accaduto veramente, magari non come racconta la favola, ma in modo un po’ diverso. E’ magia oscura e potente, tanto vale fare un tentativo, alla fine se non accade nulla non avremo perso niente. Mi raccomando, però, il bacio deve essere dato con tutto il cuore, con tutto l’amore che provi per lui. »
Sarah arrossì un po’ e poi chiese « …ma glielo devo dare ora, preside? »
« Sì, mi giro dall’altra parte… » disse lui con un mezzo sorriso, voltandosi.
Sarah lo guardò ancora, un po’ incredula, mentre si voltava. Poi si alzò dalla sedia. Guardò Vanessa che alzò le spalle e si girò anche lei, un po’ divertita dalla situazione. Sarah tornò a guardare Nicola, col cuore che le batteva lesto. Non aveva mai dato un bacio ad un ragazzo perché obbligata, o quasi, da una persona. E nemmeno ad un ragazzo addormentato o svenuto. In quell’istante entrò l’infermiera Brigitte.
« Che cosa state facendo così girati? » chiese lei.
« Sst! Brigitte! Voltati anche tu! Forse con un bacio di Bergamin, Zilio si risveglierà! » spiegò il preside.
« Che senso ha voltarsi, allora? »
« Eh, magari si vergogna a darlo di fronte a noi… allora ci giriamo…! »
« Beh, non credo si debba fare problemi per un bacio, e non penso se lo farà, dato che quello che fanno di solito va ben oltre il bacio. Zilio viene sempre qui per rifornirsi di preservativi… » disse ridacchiando Brigitte, uscendo dalla stanza, mentre Sarah diventava rosso fuoco incandescente e Vanessa ridacchiava sotto i baffi. Questa situazione stava diventando ancora più ridicola. Non le pareva che Nicola fosse lì disteso perché colpito da chi sa quale incantesimo sconosciuto, col pericolo di non risvegliarsi mai più.
Sarah, finalmente, si decise a baciare Nicola. Si avvicinò pian piano a lui, e gli sfiorò le labbra con le sue, baciandolo. Improvvisamente un brivido intenso le attraversò la schiena, facendola alzare dal suo viso di colpo. Lo guardò, come pensando non si sarebbe svegliato. Invece lui aprì lentamente gli occhi, un po’ confuso, poi disse:
« Wow… svegliarmi e trovare su di me il tuo viso… » Poi, lui, senza preavviso, la prese per le spalle e la baciò di nuovo. Dopo poco riuscì a staccarlo. Sarah era praticamente sopra di lui.
« N-Nicola! Stai fermo! Siamo in infermeria! » sbraitò Sarah.
« Come mai? » chiese lui arrossendo un po’, vedendo il preside lì che s’era appena voltato, quando Sarah aveva gridato.
« La tua ragazza ti ha trovato apparentemente svenuto in Guferia, ricordi nulla? » chiese Albert Illustrus.
« In Guferia? Io, dopo colazione, stavo salendo in dormitorio maschile… ma poi non ricordo più nulla! Non mi pare d’esser stato in Guferia, e non ricordo nemmeno nessuno che m’ha aggredito! » rispose Nicola, confuso, alzandosi a sedere sul letto.
« Immaginavo… » cominciò il preside « …in ogni modo Bergamin ti ha risvegliato con un bacio, mentre gli incantesimi e le pozioni normali non sono serviti… dovresti esserle grato, se non ci fosse stata lei forse non ti saresti mai ridestato… anche se queste sono tutte supposizioni… »
« Ah… » disse Nicola senza parole. « …beh… grazie amore! Ora però posso tornare nella mia sala comune? »
« Eh no, ragazzo! Passerai qui la notte! » annunciò l’infermiera, appena rientrata nella stanza.
« Io sto benissimo! Non ho bisogno di stare qui! » disse alzandosi dal letto, ma appena si mise in piedi rischiò di cadere se Sarah non l’avrebbe preso.
« Nicola, non fare lo stupido! Non ti reggi neanche in piedi! » lo ammonì Sarah, mentre lo aiutava a rimettersi a letto. « …ora fa il bravo e rimani qui per questa notte, domani potrai uscire… »
« Ok, amore… » rispose lui rassegnato.
« Beh, ora io e Vanessa ce n’andiamo! Mi raccomando! Ciao amore! » lo salutò Sarah con un bacio sulle labbra.
« Ciao, Sarah! Ciao, Vanessa! Tornate presto! » salutò Nicola un po’ malinconico, buttandosi sotto le coperte e sprofondando nel sonno poco dopo. Le due ragazze uscirono, seguite dal preside. Una volta lontane da lui Vanessa parlò.
« E’ proprio strana questa cosa del bacio… non l’avevo mai sentita… »
« Nemmeno io! Inoltre è molto strano anche il fatto che non si ricorda l’aggressore… » confermò Sarah, pensierosa.
« Sai che cosa penso? » chiese Vanessa. Sarah si voltò a guardarla, interrogativa, poi chiese:
« Che cosa? »
« Che sotto tutta questa storia ci sono Tardivo, Castagna, Russo e le altre due. Ci scommetto! E’ tutto collegato! Me lo sento! »
« Sì! Lo penso anch’io! Per questo dobbiamo indagare! »
« …beh, questa sarà una cosa da rapportare domenica prossima! » confermò Vanessa.
« Esatto! »
Le due continuarono a camminare verso il loro dormitorio, ma la solita voce strascicata alle loro spalle le fece fermare.
« Hai avuto fortuna questa volta, Bergamin, ma non pensare sarà così anche la prossima volta! » era il professor Aury. Sarah si voltò, lo guardò con aria di sfida, ma non disse nulla. Si rivoltò e marciò velocemente verso il dormitorio, seguita da Vanessa che faticava a starle dietro. Un paio di minuti dopo, arrivate in dormitorio, Vanessa chiese:
« Bella l’occhiata che hai lanciato ad Aury! »
Sarah rise e s’accoccolò sulla poltrona più vicina.
« Ehi, allora, mi spieghi che è successo? Perché Aury ti ha portato via così? » intervenne Filippo, appena arrivato.
« Beh, a quanto pare hanno aggredito tuo fratello e mi hanno chiamato per testimoniare e dare un alibi a Sarah… »
« Come, “un alibi a Sarah”? Ha bisogno di un alibi? Che è la sua ragazza? » chiese incredulo Filippo, sedendosi anche lui su una poltrona.
« Sì! Infatti! E’ un’ingiustizia! Ora ti spiego: avevo trovato Nicola in Guferia… » e Sarah cominciò con il racconto, durato un buon quarto d’ora.
« Sì, anche secondo me c’è lo zampino di quelli lì! Aspetta solo che li prendo in flagrante… » annunciò Filippo, adirato.

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