Un tocco di magia

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Cap. 1

Un tocco di magia

Notte buia e tempestosa, quella che si stava abbattendo su un piccolo paesino alla periferia di una città chiamata Castelfranco V.to.

Poisolo, il piccolo quartiere, grande poco più di un chilometro quadrato.

Una ragazza si rigirava nel letto, cullata da un bel sogno, a giudicare dall’espressione appagata e serena. Alta intorno al metro e settanta, magra, capelli lunghi e castani e un viso dolce. Un tuono più forte degli altri la svegliò di colpo con un sussulto, interrompendo di botto l’incantevole sogno. Si alzò a sedere un po’ amareggiata per non aver avuto l’occasione di terminarlo. Udì un altro boato provocato dalla tempesta che si scatenava all’esterno della sua confortevole casetta e fu davvero felice di trovarsi nel suo morbido letto, ma allo stesso tempo un po’ rattristata per non avere l’occasione di ammirare quel furore. Si mise distesa su un fianco per tentare di riprendere sonno e recuperare il sogno perduto, ma all’improvviso sentì battere dei colpi sulla sua finestra. Con un guizzo cacciò la testa sotto le coperte, spaventata, « Se fosse un ladro? ». Pochi secondi dopo i colpi cessarono.

« Forse era un gatto… ». Pensò riemergendo dalle coperte come un timido coniglietto pronto per scoprire il mondo. Appena uscì, però, vide una sagoma scura stagliata al centro della sua stanza.

Trattenne il fiato, « Come aveva fatto ad entrare? » pensò la ragazza in preda al panico. Poi la sagoma scura s’illuminò come per magia, grazie ad un arnese che teneva in mano, dal quale scaturiva una forte luce biancastra.

« Non mi volevi proprio far entrare, eh?! » disse la sagoma, un uomo con i capelli striati di grigio e una barba lunga e brizzolata che gli arrivava fino alla vita.

« C-chi s-sei? U-un ladro? » chiese la giovane.

« No… un mago… » rispose.

« N-non ci credo… sei un ladro! Cosa vuoi rubare? Qui non troverai nulla…! » .

« Sono un mago ». Rispose l’individuo.

« Se è così, allora, dimostramelo! » controbatté la fanciulla.

L’uomo levò la bacchetta verso un libro posato sulla scrivania e disse « Accio libro! » ed esso volò verso di lui e si posò delicatamente sulla sua mano aperta per accoglierlo. La ragazza rimase a fissarlo a bocca aperta.

« Allora sei davvero un mago?! E anche se lo sei, in ogni modo, perché sei venuto qua? Cosa vuoi da me? ».

« Quante domande… » rispose il tizio « calma, Sarah, e darò risposta a tutte le tue domande… ».

« Come fai a sapere come mi chiamo? …ah, vero… non per niente sei un mago… » disse Sarah.

« Beh, innanzi tutto io sono il preside di una scuola per maghi e streghe, che provengono da tutta l’Italia… la scuola di Singisterm… fondata da quattro grandi Casate, innalzate da altrettanti grandi maestri… ma tralasciamo la storia… ora ti spiegherò il motivo per il quale mi trovo qui… volevo offrirti un posto come studentessa nella mia scuola… » cominciò il preside.

« Sì… ma… io vado già ad una scuola e devo concludere gli ultimi anni… »

« Non preoccuparti… potrai fermarti al terzo anno… la scuola è dai diciassette ai ventitrè anni, i sette anni successivi alla maggiore età… »

« Diventerò maggiorenne a diciotto anni, non a diciassette! »

« Calma, calma… non ho terminato con le spiegazioni… nel mondo della magia si diventa maggiorenni a diciassette anni… »

Come Per MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora