Il viaggio fino al cottage fu silenzioso. Mycroft guardava fuori dal finestrino fingendo interesse al paesaggio. Ma era teso, Molly lo osservava di tanto in tanto stringersi nel cappotto acquistato insieme. Come se cercasse conforto e sicurezza. Certo era molto cambiato dal freddo uomo di governo che aveva conosciuto. Si sentiva attratta dalla sua insicurezza, dovuta al momento difficile che stava passando.
Doveva creare un legame che lo portasse a parlare di lui e di quello che provava.
Soprattutto capire come e perché era arrivato a decidere di chiudere la sua vita.
Si sentiva angosciata nel vederlo dibattersi nei pensieri cupi che lo prendevano e lo rendevano improvvisamente taciturno.
"Mycroft, va tutto bene? Siamo quasi arrivati. Dobbiamo accendere il camino e devi aiutarmi. Te la senti?"
"Certo Hopper, non sono invalido, so portare la legna e so accendere un camino."
Si girò verso di lei, che guidava attenta. La trovò attraente anche avvolta da una giacca pesante, ma il volto era sereno e Mycroft si sentì stranamente protetto.
Il cottage edificato in un unico piano, era piccolo e ben tenuto, spuntò lungo la strada immerso da alberi e da una siepe che continuava lungo un fossato. La prima casa che si vedeva era molto lontana e Mycroft ebbe timore che fossero troppo isolati. Molly sembrò leggere la sua paura.
"Tranquillo, il paese non è distante, stai sereno. Comunque dovrai camminare se vorrai mangiare. I negozi di alimentari stanno lì. Quindi preparati."
"Gesù, Hopper, ma dove mi hai portato! È carino il cottage, ma sembra una prigione! " Finalmente si lasciò andare ad una risata sincera.
"Morirò di freddo e di fame! Se non altro non dovrò fare niente per procurarmi un'arma." Rise ancora e lei ne fu contenta.
"Ma smettila! Mister perfettino. Scendi entriamo." Lo spinse giù dall'auto senza tanti complimenti.
La vecchia casa era immersa nel buio e fredda, decisamente ghiacciata. Molly accese le luci e insieme sistemarono le valige in due delle tre camere del cottage.
Molly aveva un letto matrimoniale, quella di fronte, dove sistemò Mycroft, un letto a una piazza. Lui lasciò la valigia per andare da lei che lo chiamava dalla sala dove si trovava un ampio divano e due poltrone sistemate davanti al camino. Di fianco c'era una libreria e un televisore. Molly gli indicò la porta sul retro della cucina.
"Holmes, dietro c'è la legnaia, mettiti i guanti da lavoro e porta un pò di legna con la cesta che troverai fuori. Io sistemo la spesa in frigorifero e accendo quel poco di riscaldamento che funziona." Lui si avviò indeciso, Molly gli mollò uno scappellotto affettuoso sulla testa. Mugugnò, ma uscì al freddo.
"Copriti, stupido! Mettiti la sciarpa." Molly prese la sua e gliela avvolse attorno al collo.
Mycroft rimase confuso da quel gesto gentile. Non si era ancora abituato alla spontaneità di Molly. Mormorò un impercettibile. "Grazie, Hopper."
Tornò dopo un po' trascinando una cesta di legna di varie dimensioni. Sul caminetto trovò tutto quello che gli serviva. Si tolse la giacca e rimase con il gilet in camicia a trafficare, finché una bella fiamma arse e diffuse un soddisfacente calore.
"Molly vieni, senti che tepore!" Mycroft stese le mani per scaldarsi e si sedette di fronte al fuoco.
"Molly? Allora ti ricordi come mi chiamo. Beh, è un passo in avanti, anche se va bene Hopper."
"Molly, Margaret o Hopper, che differenza passa? Sei sempre tu!"
Gli si sedette vicino, era sereno, fissava il fuoco che lo riscaldava. Sentì il suo profumo di dopobarba e la sua vicinanza la fece tremare.
Avrebbe voluto abbracciarlo, e confortarlo, ma dopo l'episodio del pub, non era sicura che fosse pronto. Si limitò a stargli a fianco, sentendo il suo braccio che la sfiorava.
"Molly che hai? Tremi? Hai freddo? Vieni accanto a me. Sono io quello che trema, non portarmi via il primato." Rise e fu bellissimo vederlo rilassato.
Mycroft, fece un gesto lontano dalla sua rigida impostazione emozionale, che la sorprese: le passò un braccio sulle spalle. La strinse con delicatezza, senza malizia. Molly trasalì, sentì che anche lui si stava lasciando andare al sentimento. Il British Government le piaceva, sia quando dimostrava la sua debolezza sia quando si faceva arrogante.
Rimasero vicini per un po' a chiacchierare e scaldarsi, poi Molly si decise di preparare la cena.
"Che ne dici Holmes di mangiare qualcosa, magari una zuppa calda. Ti va?" Lui la guardò chiedendosi dove potesse trovare della zuppa, visto che erano arrivati da poco.
"L'ho portata da casa Mycroft, l'ho fatta con le mie mani. Tranquillo niente scatolame per ora."
Molly riusciva a leggere i pensieri del suo coinquilino, la sua difficoltà di adattarsi alla nuova situazione. Mycroft non aveva ancora aperto il suo cuore, ma si impegnò a essere presente e si mise ad apparecchiare la tavola insieme a lei.
Ancora infreddoliti mangiarono. La casa non era ancora del tutto calda, così dopo cena andarono davanti al camino e si misero sotto la coperta e accesero il televisore.
Nessuno dei due era particolarmente interessato ai programmi serali. Mycroft dava segni di stanchezza, ma rinunciò a coricarsi subito, per fare compagnia a Molly. "Stai sotto la coperta, Holmes, staremo più caldi."
"Gesù Hopper, nemmeno quando ero un ragazzino ho sofferto tanto freddo. Se questa è la cura, finirò per uscire dalla depressione e morire di polmonite." Riuscirono a ridere insieme di quella situazione assurda.
Lui rabbrividì di stanchezza e di freddo. Così accettò di avvicinarsi a lei e di coprirsi. Non aveva nemmeno voglia di protestare data la situazione, e appoggiata la testa sullo schienale si addormentò subito. Molly fu felice di vederlo rilassato. Gli accarezzò la guancia che cominciava a diventare ispida. E fu piacevole toccarlo. "Molly, che fai mi molesti? Lasciami dormire." Lei si ritrasse colpevole. Lui aprì un occhio. Bofonchiò.
"Fa pure, scusami, è bello sentire le tue carezze." Ricadde giù addormentato.
Molly scosse la testa e lo coprì meglio.
Cercò di concentrarsi su un programma televisivo, ma anche lei era stanca, finì per lasciarsi andare. Così si addormentarono tutti e due, con il televisore acceso e il caminetto che crepitava lento.
Fu solo molto tardi che lei si svegliò, la casa era finalmente calda e fuori pioveva. Le imposte avevano cominciato a sbattere. Il suo coinquilino dormiva profondamente sotto la coperta.
Guardò l'ora e sospirò avvilita, doveva ancora fare l'iniezione a Mycroft e non poteva assolutamente saltarla.
Chiuse le finestre del cottage. Preoccupata di non averlo fatto prima. Lasciare aperto in un luogo cosi isolato non era da responsabili.
Doveva svegliare Mycroft, ma visto che dormiva sereno decise di lasciarlo lì, sull'ampio divano. Lo sdraiò meglio, e lo coprì per bene, visto che non si era nemmeno mosso.
Preparò la fiala e fu talmente delicata a iniettarla che lui sussultò appena. Gli fece una delicata carezza sul viso e lo lasciò riposare tranquillo.
Andò nella sua camera, si mise a letto, ma tenne aperta la porta per vederlo meglio.
Si addormentò esausta, era stata una giornata lunga. Il sentimento verso di lui cresceva, e si sentiva in difetto.
Come avrebbe potuto essere inflessibile nei suoi confronti se lo amava. Avrebbe finito per perdonargli tutto e questo non doveva succedere, non finché lui non fosse stato al sicuro dalle sue paranoie.
Mai avrebbe pensato d'innamorarsi di Mycroft Holmes.
Lo sbirciò dormire avvolto nella coperta, gli sembrò così tremendamente fragile.
Il cuore gli prese a battere forte. Sapeva che quell'uomo era molto più problematico di Sherlock. Ma lo amava, niente da discutere, era così e lo doveva accettare.
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La mia ultima richiesta : No flowers.
FanfictionDopo quello che è accaduto a Sherrinford, Mycroft Holmes, si rende conto di non avere nulla per cui vivere. Sherlock si è allontanato non ha più bisogno di lui, ha costruito la sua famiglia con John e Rosie, e lui non ne fa parte. Sconfitto nel cuor...