Capitolo 3

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Non sapeva perché ricambiava, forse perché era la classica ragazza di campagna e voleva infrangere le regole almeno una volta o perché sentiva qualcosa per Harry che non poteva capire.
La lingua di Harry entrò in contatto con la sua e in poco tempo iniziò una danza tra di loro per la dominazione. Non aveva mai baciato nessun ragazzo, neanche a stampo ma in quel momento si sentiva viva, come se la sua vita fosse stata sempre una monotonia, fino a quel momento. Harry iniziò a baciarla con più desiderio e passione, le sollevò le gambe attaccandole alla sua vita. Iniziò ad eseguire una lenta e piacevole tortura, muovendo il bacino contro quello di lei.
A quel punto Kendall perse del tutto il lume della ragione.
Se non fosse stato per Niall che lo richiamò, Harry non si sarebbe fermato ad un bacio, si rese conto che Kendall non aveva mai fatto nulla ma dovette ammettere a se stesso che baciava abbastanza bene, per questo il desiderio di possederla gli portò un groppo nello stomaco e un’erezione visibile.

«Come mai eravate insieme in bagno?» Chiese Niall furbo intuendo già la risposta.

«Nulla, doveva parlarmi.» Disse Kendall insicura.

Non si voltò per guardare Harry, era in evidente imbarazzo.

«Scambiandovi saliva?» Chiese Niall ridendo, a quel punto tutti risero tranne Harry e Kendall.

Lui la guardava con un ghigno per niente rassicurante, Kendall si sentì andare a fuoco, non disse niente e nemmeno lo guardò.
Non sapeva che scusa inventare per uscire da quella situazione.
Le squillò il telefono e appena lesse il nome di sua madre sullo schermo iniziò a tremare, si diede della stupida per aver dimenticato di chiamare i suoi genitori.

«Pronto» Sospirò.

Niall la guardò preoccupato.
A quel punto sua madre iniziò a gridare dove fosse, non sapeva cosa dirle.
Non era mai scappata di casa, non era da lei ma quella sera ne aveva bisogno.

«Sono da una mia amica, scusa mi sono dimenticata di avvisarti»

Sua madre come se non avesse sentito quelle parole continuò a rimproverarla che ci sarebbero state conseguenze molto gravi.
Kendall chiuse la chiamata sospirando, l’aspettava una giornata molto lunga.

«Io devo andare.» Sussurò tristemente.

«Che c'è, la mammina non ti fa stare fuori?» Disse Harry ridendo

Jerry e Alex lo seguirono tranne Niall che lanciò loro uno sguardo di ammonimento.

«Eddai Niall, è inutile che le vai dietro, non te la da, è la solita santa» Continuò Harry.

Niall cercò di trattenere la rabbia stringendo i pugni ma Kendall esplose.

«Tu.» Disse avvicinandosi e puntandogli un dito al petto.

«Non mi conosci, non sai chi sono per giudicare. A te chi te la danno, le troie? Quelle sicuramente ma mai una ragazza seria! Niall non sta provando ad entrarmi nelle mutande, semplicemente è mio amico, cosa che dovreste fare anche voi se avreste un briciolo di dignità e non ridere » Disse disgustata e sprezzante.

«Almeno io una vita ce l’ho!» Continuò sospirando arrabbiata.

«Come ti permetti, troia?» Disse Harry furioso.

In men che non si dica l’attaccò al muro bloccandole i polsi.

«Troia sarà tua sorella» Disse sprezzante Kendall.

«Non nominare mia sorella, non saresti alla sua altezza neanche se ci provassi» Gridò Harry.

Niall gli tirò un pugno ed Harry si staccò da Kendall.
In poco tempo iniziarono a picchiarsi e lei era lì, paralizzata non sapendo cosa fare.
Jerry e Alex divisero i due, lei era ancora lì, non spiaccicava nessuna parola.

«Cancelli la nostra amicizia per una troia?» Gridò Harry.

Kendall a quelle parole si sbloccò e d’impulso la sua mano colpì la guancia di Harry.

«Ma io ti uccido!» Harry continuò a dimenarsi cercando di liberarsi dalla presa ferrea di Alex.

«Te lo meriti!» Gridò lei a sua volta.


«Mamma non volevo farti preoccupare, ma sono andata a dormire da una mia amica che me lo ha gentilmente chiesto» Disse Kendall.

Non sapeva se le avesse creduto, si aspettava di tutto da lei.

«Oh, quindi la tua amica ti ha chiesto anche di andarci in tacchi, vestito e truccata?»

«E quando mai dormi tu da una tua amica» Continuò.

Era ovvio che non se ci aveva creduto. Kendall sospirò affranta.
Fece un borbottio simile ad un “sì”.

«Non me la bevo signorina! Tu sei andata ad una festa e Dio sa cosa hai fatto lì, in mezzo a drogati e ubriachi! Tu non sei più mia figlia, cosa ti è successo?» Urlò verso Kendall che tremava di paura.

«Mamma non sono andata ad una festa, diciamo piccola riunione, c’erano i miei amici e gli amici di Katrine, la conosci la mia amica e poi dopo un po’ se ne sono andati e sono restata da lei»

«Non ti credo, se no potevi benissimo dirmelo e poi andare anche a quelle “riunioni” non ti è permesso, quindi starai in punizione per due settimane senza tecnologia, amici o uscite, ora fila in camera!» Urlò ancora la madre.

Kendall pensò di rimanere sorda a momenti, senza obietare salì le scale e andò in camera sua.
Sbuffò annoiata e arrabbiata,odiava che la sua vita fosse condizionata da qualcuno, specialmente da sua madre che non capiva che lei ormai era cresciuta.

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