Capitolo 7

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«Muoviti!» Disse sbloccandosi Kendall.

Lo strattonò con sé ma si bloccò realizzando di non sapere con cosa tornare.

«Devo chiamare un taxi» Disse in un sussurro.

«No, restiamo ancora, voglio divertirmi!» Disse lagnandosi Harry.

Kendall alzò gli occhi al cielo e chiamò il taxi.

«Muovetevi, non ho tutto il tempo!» Disse burbero il taxista.

«Ora saliamo, aspetti un minuto» Disse Kendall educatamente,ma avrebbe voluto spaccargli la faccia.

«Non voglio tornare a casa!» Si lagnò ancora Harry.

Kendall lo prese per un braccio e lo tirò verso il taxi ma Harry non ne voleva sapere e fece cadere entrambi sul prato verde.
Kendall grugnì per la disperazione.

«Sentite chiamate un altro taxi, non starò ad aspettare due adolescenti maleducati!»

In poco tempo il taxi sparì dalla vista di Kendall.
Allora lei scoppiò dalla rabbia.

«Coglione!» Gridò ad Harry.

«Ora come torniamo?» Chiese anche se sapeva che non aveva molto con chi parlare visto che sembrava un drogato messo male.

Provò ad alzarsi in piedi ma sentì dei dolori alla caviglia.

Perfetto, ci mancava anche questo. Pensò.

Si tolse i tacchi fastidiosi e si alzò dolorante in piedi.
Harry continuava a sparare cavolate e a ridere come un pazzo.
Alla fine alzò con difficoltà anche lui e iniziò a camminare verso casa.

«Sei un imbecille, un perfetto coglione!»

Stava per continuare a scaricare insulti su Harry ma vide un camion e si bloccò all’improvviso.
Si girò e mosse la mano sperando di essere vista.
Il camion si fermò e finalmente poteva tornare a casa.

«Scusi ci può portare alla casa nella campagna più in là?» Chiese sperando in una risposta positiva.

L’uomo annuì e lei lo ringraziò felice. Era felice perché non ce la faceva più tra i conati di Harry e il fango sul suo vestito, una macchina passò mentre camminava e la sporcò.
Finalmente avrebbe avuto un po’ di pace, se sarebbe riuscita a far entrare Harry nella sua camera senza farsi sentire, cosa avrebbe detto ai famigliari che erano in casa?

Era meglio per lei portarlo a casa sua e l’indomani se ne sarebbe andato. Esisteva anche il problema di suo fratello che se l’avrebbe visto sicuramente l’avrebbe spifferato ai suoi genitori ma per ora l’unica preoccupazione per lei era di tornare a casa sana e salva.
Fece entrare Harry nel camion e lo seguì.

«Fate parte della famiglia Mendles?» Chiese l’uomo.

«Sì, io sono la figlia» Rispose sorridendo.

«Non sapevo che fossi cresciuta così grande, sicuramente non ti ricordi di me, io e tuo padre eravamo grandi amici ma negli ultimi periodi ci siamo allontanati» Disse sorridendo tristemente.

Kendall non seppe cosa dire a quel punto.

«Oh, mi spiace» Disse lei solo.

Arrivarono davanti all’abitazione, le luci erano spente, era un buon segno, voleva dire che i suoi genitori stavano dormendo come suo fratello.

«Grazie mille» Disse grata al camionista, lui le fece un cenno con la testa e se ne andò.

Kendall non aveva calcolato che per far uscire Harry dal camion l’aveva dovuto spingere fuori.

«Kendall, ma sei impazzita?» Tuonò lui.

Era sul prato steso, aveva preso un po’ di lucidità visto che nel camion aveva dormito tutto il tempo.

«Non ti muovevi» Si giustificò Kendall.

Harry sbuffò e si rialzò anche se ancora dondolava un po’.

«Dove siamo?» Chiese massaggiandosi la testa confuso.

«A casa mia»

«Perché?»

«Perché non porto drogati nel cuore della notte a casa loro!»

«Stai attenta ragazzina, sarò pure mezzo sbronzo ma ti potrei far pentire di quello che hai detto!» Sussurrò a denti stretti.

Kendall deglutì.

«Andiamo» Disse aprendo la porta di servizio.

«Stai zitto» Sussurrò.

Entrarono e aiutò a volte anche Harry a camminare che perdeva il controllo delle sue gambe molte volte. Entrarono in camera e chiuse la porta a chiave.
A quel punto poté tirare un sospiro di sollievo.
Harry si buttò sul letto chiudendo gli occhi.

«Hei, spostati!» Disse kendall.

Non avrebbe dormito con lui nello stesso letto.

«Senti è quasi mattina, ho sonno e voglio dormire, io non ti mangio quindi puoi benissimo venire qui, dormire e smettere di rompermi il cazzo!» Disse Harry ancora con il viso nel cuscino.

«Non ci penso proprio, io ora ti do tutto quello che ti serve e dormi giù, se no ti faccio dormire per strada, scegli» Si sentì diabolica, ma ne aveva fin piene le tasche dei suoi capricci.

Harry sbuffò ancora e si alzò.

«Allora potresti darmi l’occorrente o dormo anche senza niente sotto?» Chiese ironico.

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