T/n! T/n! Mi riesci a sentire? T/n, resta con me, ti prego! N-non mi lasciare...Disse una voce. Cercavo con tutta me stessa di dar retta alla ragazza, ma con scarsi risultati. Non riuscivo ad aprire gli occhi, era più forte di me. Sentivo le urla della gente, i genitori che cercavano disperatamente i propri bambini, i pianti dei poveri piccoli...Quel giorno mi rimase impresso, mi segnò tutta l'infanzia. È come una ferita incurabile...Ma, anche se terribile, quel giorno mi fece scoprire una cosa: era vero. Gli eroi non servivano a nulla, facevano tutti quei gesti 'buoni e affettuosi' solo per attenzione e soldi. Purtroppo, persi mia sorella in quel tragico incendio causato da un villain. Dopo un po' di tempo passato in orfanotrofio, qualcuno, finalmente, mi adottò. Ero felicissima solo al pensiero che qualcuno mi volesse. All'orfanotrofio ero una persona 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜𝑠𝑎. Questo silenzio era causato dal tragico incidente, quello dell'incendio. Perdere mia sorella, sopratutto a quell'età, era una cosa 𝑖𝑛𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑎. Mi mancava, era l'unica, dopo i miei genitori, a farmi stare 𝑣𝑒𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑏𝑒𝑛𝑒. In ogni caso, dopo un po' riuscii a passare quel brutto ricordo, ma, ovviamente, la ferita c'era sempre, ed era 𝑖𝑛𝑑𝑒𝑙𝑒𝑏𝑖𝑙𝑒. Mi adottarono, pensavo ci tenessero davvero a me, e infatti era così. Il problema era mio 'papà'. Mi trattava male, mi sfruttava per la mia unicità, voleva che fossi la 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑒. Dopo un po' di tempo scomparì, non mi diede nè caldo nè freddo. Infondo era la persona che mi faceva star male. Nemmeno alla mamma importava, papà trattava male anche lei. Come quirk avevo la 𝑡𝑒𝑙𝑒𝑐𝑖𝑛𝑒𝑠𝑖, e, all'età di 7 anni non riuscivo a controllarla, mi pare ovvio. Papà pensava che fosse una cosa 𝑠𝑝𝑟𝑒𝑔𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒 e 𝑣𝑒𝑟𝑔𝑜𝑔𝑛𝑜𝑠𝑎. Torniamo al presente. Era una fresca mattina di inverno, mi alzo, ovviamente, e mi dirigo verso la cucina. Vedo la colazione già pronta, insieme ad essa c'era mia madre che sembrava star aspettando qualcuno. Appena mi vide mi abbracciò, come sempre. Mangiai e chiesi a mia madre il perchè fosse così tesa. La conoscevo, sapevo che qualcosa non andava. Lei scosse il capo con un'espressione al quanto strana...Non ci feci molto caso, continuai a mangiare innocentemente. Uscii di casa, era sabato, quindi non dovevo andare a scuola, per fortuna. Mi misi le cuffie per ascoltare un po' di musica, poi mi diressi verso a un bar per prendere qualcosa da bere. Mentre camminavo mi sentivo osservata e seguita, pensai che fosse solo la mia impressione, quindi, come sempre, lasciai stare, anche se la cosa mi dava fastidio. Dopo un po' mi giro, e, infatti, vedo un tipo con i capelli azzurrini, gli occhi erano rossi. Lui fece finta di camminare innocentemente come una persona normale. Visto che ero e sono una menefreghista, me ne andai. Ad un certo punto sento forti rumori provenire verso il centro della centro della città. Decisi di andare a curiosare: vidi dei villain combattere contro eroi, poi vidi il tipo di prima, (quello con i capelli azzurri e gli occhi rossi), sorridere. Ero inquietata da quel sorriso, perchè era maligno, se così si può dire. Sentii qualcosa, o meglio, qualcuno toccarti il collo. Mi girai piano, pronta a tirare una sberla a qualcuno/a. Era il tipo di prima con qualcuno, dietro, erano suoi 'amici'? In ogni caso, gli chiesi perchè mi mise la sua mano nel mio collo...La cosa che mi faceva più stranire era che non aveva appoggiato tutta la sua mano: lasciò un dito per aria, non capivo il perchè. Il ragazzo disse: "è lei...". Non capivo cosa intendesse, quindi decisi di levare la sua mano dal mio collo (senza farmi notare), e poi gli diedi un calcio nella pancia. Lui non diede segno di cedere, quindi decisi di scappare, visto che dietro di lui aveva altre persone pronte ad attaccarti. Erano dei villans, questo era certo. Scappai, ma, ovviamente, venni inseguita da loro. Mi misi in un vicolo, pensando e sperando che nessuno mi potesse vedere. Sentii qualcuno dietro di me, sperai che fosse solo una mia sensazione causata dalla mia specie di ansia. In realtà non era così: c'era davvero qualcuno dietro di me. Questa voce mi sussurò: "Ti ho trovata, non ti conviene scappare, lo sai?". Mi girai piano guardando il ragazzo: aveva i capelli neri, occhi verde acqua e parecchie ferite con dei pearcing in faccia. Sapevo che non fossero pearcing, ma la prima cosa che mi venne in mente fu quella. Lo guardavo con una faccia arrabbiata, mentre lui si avvicinava sempre di più a me. Strano ma vero, avevo 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎. Non era da me, ero sempre stata quella forte e ribelle. Decisi di usare la mia unicità, per quanto odiassi mio padre, una cosa me la fece capire: il mio quirk è al quanto raro, lo dovrei utilizzare più spesso. Lo guardai negli occhi per poi scuotere il capo in maniera strana, e il ragazzo corvino si ritrovò con un braccio mezzo rotto. Scappai, o almeno, cercai di scappare. In quel momento pensavo a solo una persona: 𝑚𝑎𝑚𝑚𝑎. Pensavo a come si potesse sentire dopo che mi avessero ucciso, poi era l'unica, dopo tutto quell'avvenimento dell'incendio, a volermi bene. Con il mio quirk cercai di spostare oggetti per coprire la strada, ma, i villans riuscivano a spostarli senza problemi, però non subito, quindi qualche secondo di vantaggio lo avevo. Mentre scappavo, notavo la faccia del tipo con i capelli neri che mi guardava sia disgustato, e sia con un piccolo sorriso maligno. Finalmente riuscii a scappare, non mi sentivo più le gambe: in ogni caso, dopo un bel po', tornai a casa, mia madre era preoccupata, o almeno lo era la sua faccia. Mi feci una bella doccia prima di spiegarle tutto, mi cambiai e mi asciugai i capelli. Prima di attraversare la porta che portava al salotto, cioè dove si trovava mia madre, feci un bel respiro profondo e andai da lei. Aveva gli occhi lucidi, probabilmente non voleva piangere davanti a me. Pensai: ma davvero è passato così tanto tempo? Certo, quando uscii era mattina, ora invece era quasi sera...Il tempo è passato così velocemente...Raccontai a mia madre per filo e per segno ciò che mi succese. Si mise a piangere, mi abbracciò, quell'abbraccio che era sinonimo di casa. Dormii, o almeno mia madre credeva stessi facendo questo: pensai 𝑠𝑜𝑙𝑜 a quello che mi succese. Da piccola odiavo i villans, ma dopo quello che mi succese, cioè l'incendio, quasi quasi gli amavo. In realtà non mi faceva nè caldo nè freddo, nel senso che non li amavo, ma nemmeno li odiavo, ma, mi pare ovvio che io sia scappata, non potevo mica dire: "Wee, ciaooo, potrei entrare a far parte dei villans?". Sarebbe stata una scena al quanto strana. Ogni volta che chiudevo gli occhi, vedevo sempre quei due ragazzi: il tipo con i capelli celesti e occhi rossi, e l'altro tipo con i capelli neri e occhi verde acqua (?).
🦕𝐀𝐧𝐠𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚 𝐩𝐢𝐠𝐫𝐚🦕
Ciaoo, questo è il primo capitolo. So che è tipo cortissimo, ma volevo per forza postare qualcosa, quindi l'ho fatto :) Ditemi se vi piace :'D 𝐙𝐚𝐨🦕
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𝑰𝒍 𝒕𝒖𝒐 𝒆̀ 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒖𝒏 "𝒇𝒐𝒓𝒔𝒆" [𝐷𝑎𝑏𝑖𝑥𝑟𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟]
Romantizm______ו______🍶༆ 𝐷𝑎𝑏𝑖𝑥𝑟𝑒𝑎𝑑𝑒𝑟___☁️␈_༄ ○---> 𝗕𝗼𝗸𝘂 𝗻𝗼 𝗵𝗲𝗿𝗼 𝗮𝗰𝗮𝗱𝗲𝗺𝗶𝗮␈__🍶 • ] あなたはたぶん___🍜␈+ "𝑁𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑑𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖",,___␈+'• ________+'•___-🍶␈×