Hold me tightly | Nahoro

Capitolo 5 | Compagno

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Capitolo 5 | Compagno
Parole scritte | 1550
A V V E R T E N Z E :

•Fluff

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"Ecco a voi i vostri ordini: un cappuccino e un espresso"

La cameriera posò tutto sul tavolino e se ne andò con un sorriso, Mahoro non sapeva neanche perché avesse ordinato qualcosa, non sentiva ne fame ne sete, solo un incredibile confusione in testa.

"Grazie...per aver aspettato fino alla fine del mio turno..." riuscì a dire nonostante il nodo alla gola.

"Nessun problema" disse l'uomo mentre mescolava il caffè, ne prese un sorso e riprese a parlare.

"Credo di avere molte cose da spiegarti..."

"Vedi....quando tua madre ha scoperto di essere incinta di te i medici ci avevano avvertito che avresti avuto qualche complicazione e che non avrebbe più avuto occasione di portare un bimbo in grembo dopo di te ma a noi non importava, volevamo una famiglia e non ci importava che non sarebbe stata perfetta"

"Eravamo così felici del tuo arrivo, abbiamo pure voluto sapere subitissimo il sesso così da poter prendere il necessario..."

"Ma mia madre? Lei dov'è?"

Il viso dell'uomo venne improvvisamente coperto da un velo di tristezza.

"È morta"

Quella risposta colpì freddamente Mahoro come un pugno in faccia.

"Durante il parto ha avuto delle complicazioni, ha iniziato a perdere tantissimo sangue e la cosa non era prevista, è morta poche ore dopo, ha avuto appena il tempo di tenerti in braccio"

"Quando ho saputo della cosa...non ti nascondo il fatto che ho provato rabbia nei tuoi confronti, ma poi...ho avuto paura. Non mi sentivo pronto a crescere un figlio che sapevo avrei odiato, così lasciai l'ospedale...senza di te"

"Dopo però qualche giorno...ho realizzato della cazzata che avevo fatto e corsi per poterti rivedere...ma era troppo tardi, ti avevano dato ad un'altra famiglia, cercai di scoprire a chi ma non mi diedero alcuna informazione...non persi la speranza e negli anni cercai in tutte le scuole elementari e medie"

"Ben presto però realizzai che probabilmente la famiglia fosse di un'altra città, così mi arresi...anni dopo però con la scoperta dei licantropi sentì che avessero aperto un reparto in ospedale solo per loro e che vi erano molti dottori abili, proprio tra questi ho sentito il tuo nome"

"Ero così felice di risentire il tuo nome, volevo subito correre all'ospedale a cercarti ma sapevo non mi avresti riconosciuto, come potevi in fondo? E poi cosa ti avrei detto? Così ho atteso qualche giorno per raccogliere il coraggio e pensare a come approcciarmi...ed eccoci qui"

"Quindi...eri tu quello che mi seguiva la sera quando tornavo dal lavoro?"

"Già...la prima volta volevo sapere dove vivessi per poterti visitare un giorno ma avevi quella bambina con te e avrei preferito avere privacy, la seconda volevo finalmente parlarti ma quel ragazzo ti è venuto incontro e non volevo fraintendesse"