Capitolo 38

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Un anno e cinque mesi dopo.

"Alison sbrigati! Faremo tardi a lezione, di nuovo!" Mirhea urla dalla porta d'ingresso del nostro appartamento. Cerco di essre il più puntuale possibile ogni mattina, ma non ce la faccio proprio. Sto sveglia ogni notte sino a tardi a parlare con Ashton, la differenza d'ore rende il tutto ancora più difficile. È inutile dire che ho pianto quando ho lasciato Sidney. Appena tornata in Italia ho recuperato le lezioni e mi sono diplomata, ora frequento l'università qui a Milano, dove vivo con Giulia e Mirhea. L'ultima volta che ho visto Ashton, Harry e Louis è stato per il mio diciannovesimo compleanno, cinque mesi fa. Era la prima volta che li vedevo dopo un anno, con gli altri ragazzi ho continuato a parlare, adesso però sono impegnati in tour e si trovano in posti in cui la differenza d'orario è assurda. Ovviamente Niall è escluso da tutto questo. Non ho sue notizie da un anno, non mi ha mai cercata. Gli unici messaggi sono solamente due per i miei 18 e 19 anni. Ero ancora a Sidney quando ho visto il tweet che aveva scritto citando delle frasi di Half a Heart, ho pianto tutta la sera e ogni volta che ascolto quella canzone mi manca il respiro, mi fa pensare a quanto mi manca, mi fa pensare a quanto sia metà cuore senza lui. È passato più di un anno, ma lui è sempre rimasto presente. Per i miei 19 anni ha scritto un altro tweet in cui aveva scritto citando la canzone Wherever you are dei 5sos:
"Torn in two and I know I shouldn't tell you but I just can't stop thinking of you, wherever you are. +19."

Ogni volta che tweettava e tweetta qualcosa che possa rigurdare noi non riesco a respirare. Ciò che provo è solo tristezza e malinconia. Due mesi fa ha scritto sempre su Twitter una frase di Where Do Broken Hearts Go.

"All the rest of my crimes don't come close to the look on your face when I let you go. / It took me sometime but I figured out how fix up a heart that I let down..."

E qualche giorno dopo aveva scritto il ritornello aggiungendo una 'A' alla fine, mi manca così tanto.

Durante questi mesi sono crollata molte volte desiderando con tutta me stessa che lui tornasse, che mi abbracciasse e mai mi lasciasse andare. Mi ritrovo a volte a pensare a noi, ai nostri baci, ai nostri abbracci, alle nostre notti, a tutto. Tengo sempre la sua collana e quel bracciale un po' rvinato ma a cui tengo con tutta me stessa, quel bracciale che mi aveva regalato la prima volta che ci incontrammo, quando rimase impigliato tra i miei capelli facendoci cadere entrambi a terra. Ogni volta che il mio sguardo si posa su esso sorrido pensando a quei momenti. Attorno al mio braccio non può mancare l'altro bracciale, quello che mi hanno regalato per i 18 anni. E inoltre non riesco a stare senza la fedina di Ash, il mio dito non è più il mio dito senza quella, non la tolgo mai. Quando Lou, Harry e Ash sono venuti per i 19 anni mi hanno fatto una sorpresa fantastica, ognuno di loro mi ha portato un quadro di dimensioni non esagerate. Il quadro di Louis rappresentava una nostra foto dipinta però su tela e la stessa cosa gli altri ma con, ovviamente, foto che ho fatto con gli altri due ragazzi, li ho appesi immediatamente in camera mia e non ho intenzione di spostarli. Non ho nessuna notizia su Niall da mesi.

"Hai capito la lezione di oggi? Non è stata semplice.." si lamenta Giulia al mio fianco. Annuisco pensando a tutt'altro mentre torniamo verso casa.

Continuano a passare i giorni e le settimane in questo modo, università/casa, monotone e noiose. Siamo ormai a Giugno e spero di potermi concedere una pausa.

È domenica mattina e fa caldo, le ragazze dormono e, nonostante sia un po' tardi, decido di non svegliarle e uscire a prendere un gelato nel bar vicino casa. Mentre cammino penso al fatto che non sento nessuno dei ragazzi, escluso Ash, da una settimana. Provo a chiamare Harry, ma non risponde. Oggi Milano è strana, c'è una strana agitazione. Forse è tutto normale ed è solo una mia strana sensazione. Entro nel bar e ordino il gelato, mi siedo in un tavolino e comincio a mangiare. Accanto a me ci sono tre ragazze seguite da tre signori che penso siano i loro padri.

Hug me, Horan.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora