Ariminum Circus è il titolo di una esposizione che ospiterà le creazioni del Maestro (un guru, scienziato e artista, che riunisce intorno a sé personaggi bizzarri) ma è anche il circo felliniano di una Rimini fantastica, lisergica, che ha ben ot...
«Potes meos suaviari clunes! I hammered the lining of the sky, I ripped it off and closed it in a bag with its colors!» strepitò il Custode. «La malattia lo sta facendo delirare, poveretto» sospirò il Maestro. Si alzò per tranquillizzare Tim con un abbraccio. Il Pescivendolo smise di smanettare sulla Playstation. Era impegnato in una partita a Tetris con il Piccolo Ed: «Eppure c'è un metodo in questa follia».
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L'altro giocatore si rivolse al Maestro: «Di cos'è malato?». «È malato di ressentiment». «Cos'è il ressentiment? Però non farmi la solita lezione, riassumi la cosa in un tweet». Il Maestro accennò a un sorriso. «Una forma di rancore. Gli ariminensi lo collegano a quella che chiamano Schadenfreude: gioia, Freude, per la disgrazia, Schaden, altrui. Hashtag Achille, Nietzsche, Sartre, DjMyke».
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«Va bene, ti concedo di arrivare a cinquecento caratteri». «Il rancore, che deriva da "rancido", è fondato sul terreno del disprezzo di sé: una palude, da cui spunta ogni pianta velenosa. Qui brulicano i vermi dell'invidia; qui si tesse la rete della congiura di chi soffre contro chi è, a suoi occhi, ingiustificabilmente baciato dalla fortuna, che viene odiato. E quante menzogne per non ammettere che questo odio è odio!».
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«In ultima analisi, il rancore è l'espressione del sentimento d'inferiorità di chi vorrebbe essere superiore agli altri» postillò il Pescivendolo, prima di tornare a giocare con il Piccolo Ed, che non aveva avuto la pazienza di seguire fino alla fine la spiegazione del Maestro. Aveva già caricato sulla Playstation un nuovo gioco, la versione tridimensionale di R.I.P., Rest in pieces, e si accingeva a scegliere fra le missioni proposte.
