Primo giorno

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Era il primo giorno di asilo quando inciampò durante acchiapparella, sbucciandosi il ginocchio.
Le veniva da piangere ed inoltre aveva rovinato i suoi pantaloni preferiti.

Era ancora intenta ad osservare la ferita con le lacrime agli occhi quando una vocina disse: "sei caduta?"

Era un bambino, con i capelli lisci, corti e castano chiaro, tendenti al biondo. Le sorrise sincero, porgendole una mano per alzarsi.

"Si" rispose Clara afferando la sua mano.
"Ora però non voglio più giocare"

"Come mai?" Continuò il bambino, asciugandole una lacrima.

"Ho paura" rispose lei a bassa voce, quasi timorosa.

Il bambino sorrise.

"Ti terrò la mano allora"
Clara sorrise prendendogli la mano contenta, cacciando indietro le ultime lacrime.

"Comunque io mi chiamo Cesare e da adesso saremo amici per sempre".
Disse lui, iniziando a correre.

Quando insieme, mano nella mano, arrivarono dagli altri bambini, Cesare chiese comunque di cambiare gioco e, tutti d'accordo, decisero di giocare a nascondino.

I due, sorridendo, scapparono a nascondersi insieme dentro ad un cespuglio.

Si fecero qualche piccolo graffio innocuo sulle braccia per riuscire a incastrarsi tra i rami e non essere visti, ma erano insieme e Clara non aveva paura, anzi, sorrideva al bambino davanti a lei che ancora le teneva la mano destra felice.

"Non ci troveranno mai qui" Disse lui, ridacchiando.

Clara stava per dirgli che aveva ragione, mai nessuno li avrebbe trovati dentro a quel cespuglio per quanto erano riusciti ad entrare in profondità, quando i rami che avevano spostato loro vennero smossi ed entrambi sussultarono.

Cesare le strinse più forte la mano e lei si tranquillizzò anche se, constatò, non c'era nulla di cui preoccuparsi.

"Nelson!" Disse Cesare con un gran sorriso sul volto.

"Vieni, ci stai anche tu se ci stringiamo"

Il bambino dai grandi occhi castani si fece largo tra i rami e si mise vicino agli altri due.

"Lei è Clara, una mia amica" Disse Cesare, sempre bisbigliando.

Clara lo salutò con la manina, mentre un ramo le si incastrava nei capelli ricci.

Nelson sorrise, salutandola a sua volta.

"Io sono Nelson, il cugino di Cesare!"

Ma si zittí subito; tutti e tre, da fuori, sentirono un rumore; qualcuno era vicino al cespuglio.

Clara, sporgendosi leggermente in avanti, vide una scarpa rossa percorrere il perimetro del cespuglio, dalla parte opposta rispetto al loro ingresso segreto; era la scarpa di Tommaso, il ragazzo che li stava cercando.

Da lontano sentirono delle voci urlare.

"Cesare, Nelson e Clara, siete gli ultimi"

Lo sguardo di Cesare si colorò di grande entusiasmo.

"Al mio tre usciamo di corsa dal cespuglio e senza voltarci corriamo verso la tana e liberiamo tutti" Disse, guardando prima Nelson e poi Clara.

I due si guardarono a loro volta negli occhi e annuirono con solennità, come se, dalla loro impresa, dipendesse la salvezza dei loro compagni.

"Uno" Disse Cesare a bassissima voce, tenendo d'occhio le scarpe rosse di Tommaso dall'altra parte del cespuglio.

"Due" Disse ancora, stringendo nuovamente la piccola mano di Clara.

"Tre"

I ragazzi uscirono velocemente dal cespuglio, procurandosi ancora qualche graffio per la fretta.
Una volta fuori la luce li colpi e, prima ancora che qualcuno dei loro compagni potesse capire cosa stesse succedendo, prima ancora che Tommaso li vedesse, Nelson prese per mano Clara, l'unica che restava libera visto che Cesare non mollava la presa dall'altra, e, sorridendo, iniziarono a correre come pazzi verso l'albero più grande di tutto il giardino, verso la tana.

I loro compagni li incitavano urlando, mentre un rumore di passi li inseguiva; Tommaso.

Ma, dopo poco, tutti e tre si scontrarono col grande albero, urlando a squarciagola:
"Tana libera tutti".

I loro compagni li abbracciarono e loro si guardarono felici, stretti gli uni agli altri.

Avevano creato una intesa vincente che mai avrebbero perso.

Ti terrò per mano | PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora