Sentiva solo un brusio in sottofondo e la metropolitana che ondeggiava sui binari.
Gli occhi erano chiusi, il corpo abbandonato alla stanchezza, la testa appoggiata sulla spalla di lui, mentre la stringeva a se col braccio destro.
Clara sentì Tonno chiedere: "Dorme?"
E Cesare girare la testa per guardarla.
Non dormiva, ma era davvero esausta.
Avevano aspettato fino alle 5 in aeroporto per il primo volo disponibile, dormendo uno sull'altro sulle poltroncine fuori dal gate.
Poi erano partiti: Londra li aspettava.
"Non dormo, ma mi serve un caffè" Disse, senza aprire gli occhi e senza muoversi.
Sentì Federico ridere poco vicino a lei, e sorrise a sua volta, felice.
Quel viaggio serviva davvero a tutti.
Scesero a Piccadilly Circus e Clara, senza pensarci, strinse la mano di Cesare: lui ricambiò.
Guardò a malapena il famoso tabellone luminoso pieno di pubblicità; aveva bisogno della sua caffeina quotidiana per iniziare quella giornata.
Si infilarono in uno Starbucks e, solo quando Cesare le lasciò la mano per mettersi infila e ordinare per tutti, si rese conto che avevano camminato per vie intere mano nella mano.
Nelson vicino a lei le sorrise.
"Tutto ok?"
Lei annuì, sedendosi al tavolo.
Era stato un gesto così semplice e naturale e allo stesso tempo perfetto.
Quando uscivano non lo facevano spesso, a volte perché c'era Edoardo, a volte perché c'era Sofia, altre perché il ricordo di quei due li fermava dal camminare mano nella mano.
Si prendevano a braccetto, si abbracciavano, ma poche volte andavano in giro in quel modo.
Per Clara aveva un significato forte la stretta di Cesare, che mai aveva spiegato e mai era riuscita a spiegare, ma era come se le loro anime si intrecciassero, si connettessero, attraverso le loro mani.
Dopo poco Cesare arrivò con le ordinazioni di tutti e Clara fece colazione osservando solo le dita di lui, senza partecipare alla conversazione, troppo rapita.
Poi Federico si alzò e lei si riscosse; la giornata era iniziata.
Passarono la mattina a girare per Londra, passando vicino a Westminster Abbey, sotto al Big Ben, fino al London Eye.
Tonno iniziò a scalpitare: voleva salire.
Così, neanche mezz'ora più tardi si trovarono lì sopra ad osservare tutta Londra.
Clara, mossa da una forte emozione, forse data dagli avvenimenti accaduti il pomeriggio precedente, prima della decisione di partire, abbracciò forte i suoi ragazzi.Quando scesero erano tutti sorridenti, uno più felice dell'altro.
Passarono ancora il tempo a girare, trovando strade nascoste, negozi nerd, musei e mercatini dell'usato.
Girarono, ridendo e scherzando, mentre Cesare e Clara stavano sempre mano nella mano, come prima di entrare da Starbucks, senza lasciarsi mai.
Dopotutto erano lontani da chi che avrebbe reagito male a quel gesto; per quella vacanza potevano essere semplicemente loro stessi.
Così si lasciarono la mano solo quando, arrivati davanti a Five Guys, Cesare iniziò a protestare inutilmente per mangiare qualcosa di sano.
Nelson lo zittì in un attimo; nessuno poteva resistere al cheeseburger con bacon e a quelle patatine favolose.
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Ti terrò per mano | Prequel
FanfictionUna raccolta di episodi della vita di Clara, episodi chiave della sua infanzia e adolescenza che hanno segnato il suo rapporto con Cesare e i loro amici. Un ritorno a capofitto nel mondo di "Ti terrò per mano" con la scoperta di momenti a volte già...