Fuga a Roma

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Si alzarono per pagare dopo un fantastico pranzo alla trattoria del Pellegrino, posto dove Nelson andava sempre da bambino con suo padre.

Clara dietro di lui continuava a guardare il telefono nuovo che aveva da qualche mese, regalatole dal padre per il suo diciottesimo, uno dei primi smartphone.

Aspettava un messaggio da Edoardo e uno da Cesare.

"Possibile che quei due non vadano d'accordo? Ormai si conoscono da due anni, dovrebbero piantarla" Disse esasperata, uscendo dal ristorante con Nelson al suo fianco.

"Lo sai, sono uno peggio dell'altro a livello di orgoglio. Cesare ha iniziato, Edoardo ha continuato, nessuno ci è andato leggero, non è una novità e dovresti lasciarli perdere, entrambi" Disse Nelson, rimarcando l'ultima parola.

Clara guardò il telefono per l'ultima volta, poi lo mise nello zaino.

"Ma Edoardo ha detto quelle cose a Cesare e io"

"Entrambi" Ripetè Nelson.
Clara sbuffò e prese Nelson sotto braccio, appoggiando la testa sulla sua spalla.

"Non devi difenderlo solo perché è Cesare, lo sai?"

Lei annuì, sconsolata.
Nelson la guardò e in poco decise cosa fare.

"Dai, seguimi, andiamo in stazione" Disse, prendendola per un braccio e tirandola.

Stava già per fare mille domande ma Nelson la zittí.

"Oggi non penserai a niente. Mando un messaggio e dico agli altri che la serata salta, siamo solo io e te, stop".

Clara continuava a non capire, ma non chiese niente; aveva davvero bisogno di non pensare in quel momento.

L'ansia e lo sconforto della giornata si tramutarono in gioia e spensieratezza quando capì che Nelson stava comprando due biglietti per Roma.

"Ma sei impazzito?" Chiese, tenendo il biglietto stretto tra le mani, un sorriso a trentadue denti sul volto.

"Oggi ci divertiamo Claretta" disse, prendendola per mano e salendo sul treno.

A quel gesto, la mente di Clara vagò, per la milionesima volta, a Cesare, alla sua mano, alla promessa che si erano fatti fin da piccoli.

Poi guardò Nelson e sorrise; anche lui c'era sin dal giorno zero, anche lui la teneva per mano.

Forse in un modo tutto suo perché si sa, Nelson non ha mai avuto una vita facile e per lui è sempre stato difficile manifestare i suoi sentimenti, ma lo faceva sempre, per lei.

Così, una volta seduti, Clara appoggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
Sentì a malapena la mano di Nelson stringerla a se, poi si addormentò.

Era stanca. La sera prima era stata tremendamente difficile, doveva lasciarsela alle spalle.

Si riscosse solo quando Nelson la svegliò.

"Siamo arrivati raggio di sole" Disse sorridendole.

Ed eccoli, a metà pomeriggio, a Roma.

Mandò un messaggio a suo padre per avvisarlo che non sarebbe tornata a casa quella sera e poi spense il telefono.

Sarebbero stati solo lei e Nelson.

La prima cosa che fecero fu di quella di cercare un hotel abbordabile per i loro risparmi e poi, dopo essersi sistemati, dopo aver lasciato gli zaini in stanza, iniziarono a girare.

Camminarono per ore e ore, parlando, ridendo, stando in silenzio.

Clara dimenticò tutto, dimenticò Cesare, Edoardo, la loro discussione.

Ti terrò per mano | PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora