La radio universitaria

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"Devi assolutamente raccontarmi tutto"
Disse Beatrice, sedendosi al tavolo della caffetteria della loro università.

Clara trattenne un sorrisino mentre sorseggiava il suo caffè; voleva far penare un po' la sua amica.

"Bea, niente di che, è stato solo qualche bacio. Baci intensi e passionali, ma davvero, tutto qui" Disse, non guardandola.

Lei gli strinse il polso.

"No signorina, a me non la fai. Racconta tutto! Lo sapevo, è tutta colpa di Nelson. Perché mi ha trascinata al bar, IO DOVEVO VEDERE"
Disse, mettendosi le mani tra i capelli.

Clara sorrise, accarezzandole la testa.

Erano passati ormai due anni dal suo incontro con Beatrice ed erano diventate inseparabili; non aveva un legame così neanche con Elena e la conosceva da dieci anni.

Da quel famoso giorno non solo la sua vita era cambiata, ma anche quella di Nelson.

Aveva preso una cotta assurda per la ragazza, non ricambiata. Eppure, in due anni, non si era mai arreso.

Aveva avuto altre storielle, mai nulla di serio; Beatrice era rimasta sempre il suo punto debole.

Clara nel suo cuore sperava davvero che l'amica si ricredesse; era certa che i due sarebbero stati una coppia favolosa ma d'altro canto conosceva i demoni della ragazza.

Non era convita perché Nelson, si vedeva, era estremamente preso da lei e faceva pensare una storia seria, storia che lei non era ancora pronta ad intraprendere, non in quel periodo della sua vita, ricco di cambiamenti.

O forse mai ci sarebbe riuscita, ancora traumatizzata dal divorzio dei genitori che le aveva estirpato qualsiasi idea di amore dal cuore.

Ma Clara era fiduciosa perché Beatrice non aveva allontanato Nelson, anzi, lo aveva voluto al suo fianco, come amico certo, ma non lo aveva abbandonato e sapeva che volesse dire molto.

"ALLORA?!" Disse l'amica.

Clara sbuffò e sorrise.

"Va bene. Non so di che facoltà sia, sono sincera, non abbiamo parlato di quello.
So solo che si chiama Dario e ama scrivere.
Abbiamo passato una mezz'ora buona a fare un discorso assurdo davanti ai nostri drink sulla lettura. Era davvero profondo e bello parlarci, poi siamo usciti fuori a prendere una boccata d'aria e niente, mi ha baciato, più volte"
Disse Clara, arrossendo leggermente.

"E io ho perso tutto, non ho visto niente. Nelson me la pagherà"

"Ecco, preferirei che Nelson non lo sapesse. Lo sai come reagiscono i ragazzi ogni volta che sanno di me in un contesto amoroso/frivolo, ci sperano sempre" Disse lei, lo sguardo triste fisso sulle sue mani.

Beatrice percepì il dolore della ragazza e le strinse la mano.

"Lo sai che ho le labbra cucite" Disse, con un sorriso.

Clara sorrise a sua volta.

"Allora, descrivimi questo Dario ed i suoi baci, non vedi l'ora di sapere altro"

E così Clara le raccontò di Dario, quel ragazzo dai modo gentili ed altissimo con cui aveva passato la sera della festa universitaria.

Aveva avuto una bellissima sensazione mentre stava con lui; era riuscito a farla sentire a suo agio mentre parlavano e poi, quei baci, erano stati bellissimi.

Era ancora presa dal racconto quando, per caso, notò l'orologio e si ricordò.

"NELSON" urlò infatti scattando in piedi

Beatrice la guardò stupita.

"Scusa Bea, devo scappare. Dovevo passare a prendere Nelson davanti alla radio dell'Università tipo cinque minuti fa, devo accompagnarlo a comprare il regalo per il compleanno di Tonno."
Disse, prendendo lo zaino di corsa.

"Ci vediamo stasera da te?" Chiese poi a Beatrice, mentre lei si alzava per andare a lezione.

"Assolutamente, così finisci di raccontarmi la storia"

Si sorrisero e poi Clara partì spedita.

Sapeva di avere un margine di tempo visto che l'amico era un ritardatario cronico.

Arrivò con solo dieci minuti di ritardo e, come aveva previsto, di Nelson neanche l'ombra.
Tirò un sospiro di sollievo che venne mozzato subito.

"Ciao!" Disse un ragazzo altissimo a pochi passi da lei.

Clara sbiancò. Non era un ragazzo qualunque.

"Dario? Che ci fai qui?" Disse riacquistando il suo solito sorriso.

"Conduco un programma per la radio universitaria"

Clara non fece in tempo a rispondere che Nelson lo raggiunse, sorridendo.

"Ciao Clara!" Disse scompigliandomi capelli dell'amica.

Poi guardò lei e Dario interrogativo.

"Voi due vi conoscete?" Chiese.

Dario distolse lo sguardo e Clara divenne leggermente rossa; tutta quella scena era imbarazzante.

"Si, ci siamo conosciuti alla festa dell'Università di ieri sera" Disse lui, guardando ovunque tranne che Clara.

Clara annuì, guardando Nelson e trovandoci l'espressione che non avrebbe mai voluto vedere sul suo volto.

Ormai si conoscevano da anni e sapeva bene che quello che stava cercando di dirle, senza parlare, suona circa come "Dopo ne parliamo".

"La domanda dovrei farla io" Disse Clara, ridendo, cercando di togliere l'imbarazzo.

"Si, io e Dario conduciamo insieme il programma radio" Rispose Nelson, continuando a fissarla.

"A proposito" Disse Dario, interrompendo il gioco di sguardi di Clara e Nelson.

"Ti andrebbe un caffè ora o hai da fare?" Chiese, rivolto alla ragazza.

Si sentì messa all'angolo ma aveva piacere di parlare ancora con lui e soprattutto di allontanarsi da Nelson che l'avrebbe riempita di domande.

"Se per Nelson non è un problema" Disse, rivolta all'amico.

"Assolutamente, vai tranquilla, ci sentiamo dopo, ok?" Disse sorridendo.

Clara sospirò.

Sapeva che Nelson, così come Tonno e Fede, volevano solo che lei stesse bene, che si lasciasse Cesare alle spalle e trovasse qualcun altro.
Ma lei si conosceva e ormai era certa che non fosse possibile.
D'altro canto, con Dario si era trovata bene e un caffè lo avrebbe preso volentieri.

Così salutò l'amico e si avviò col ragazzo per le vie di Bologna, alla ricerca di un bar.

Un'ora più tardi i due parlavano animatamente della loro città, dei loro posti preferiti e delle loro vite.

Clara riconfermò la sua prima impressione della sera precedente; Dario era un ragazzo speciale.

Sarebbe stato un ottimo o amico, si trovava benissimo a parlare con lui, faceva dei discorsi davvero interessanti e per niente scontati, così, quando le chiese il numero, lei glielo diede, sperando di poterlo conoscere meglio.

Sarebbe stato bello avere una persona come lui nella sua vita, una persona che ti arricchisce sempre, che ti stimola, una persona sincera e realista.

Era estremamente felice di averlo conosciuto e sperava col cuore di poterlo conoscere sempre meglio, ma non le aveva rapito il cuore.

Quello apparteneva sempre alla stessa persona e, ogni volta che realizzava che non sarebbe stato di nessun altro, si rompeva un po' di più.

Quel giorno il cuore di Clara si sbriciolò ancora un poco, consapevole che, forse in un altro mondo, Dario sarebbe stata la sua persona.

Era gentile, intelligente, educato e sensuale, in poche parole era perfetto.
Si, era certa; in un altro mondo Dario sarebbe stata la sua persona, colui che le avrebbe rapito il cuore.

Ma non in quel mondo, non in un mondo in cui esisteva Cesare Cantelli.

Ti terrò per mano | PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora