Kitzbühel

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"Io davvero non ci credo: nessuno ha pensato al navigatore?" Disse Clara, esasperata, dai sedili posteriori, incastrata tra Tonno, Fede e le valigie di tutti.

"Se è per questo non ci hai pensato neanche tu" Replicò Nelson.

Lei alzò gli occhi al cielo.
"Io pensavo lo avessi in auto, non pensavo fossi così idiota da non considerare che in Austria non andava internet"

Nelson per tutta risposta sventolò la mano in aria con sufficienza e Clara sbuffò.

Cesare la guardò dallo specchietto e sorrise.

"Al prossimo autogrill ci fermiamo e compriamo una cartina" Disse, tranquillo.

Nessuno dei cinque seppe dire come ma, basandosi solo sulla cartina, arrivarono a destinazione: Kitzbühel.

Avevano trovato l'alloggio in un convento di frati amici del padre di Nelson.

Clara fece una faccia strana quando il frate che lo accolse le fece vedere la sua stanza, lontana da quella dei ragazzi che erano tutti in camera insieme.

Cesare se ne accorse e concordò silenziosamente sul fatto che fosse tutto un po' assurdo: avevano dormito insieme una marea di volte.

Ma, dopotutto, nessuno disse niente: non aveva senso sindacalizzare su quelle cose, non in quel contesto.

"Beh, almeno ho il bagno in camera, al contrario vostro" Disse Clara mezz'ora dopo, entrando nella stanza dei ragazzi.

Tonno corse giù dalle scale, correndo a vedere la stanza della ragazza e protestando, mentre tutti ridevano.

Si, sarebbe stata una bella vacanza.

Il giorno dopo Cesare fu svegliato da una carezza, leggera e gentile.

Apri gli occhi e si trovò davanti il suo raggio di sole preferito.
Le strinse la mano che la ragazza aveva ancora sul suo viso.

"Ho preparato la colazione" Disse lei, sorridendo.

Poi si allontanò, fuggendo dalla sua presa e andando a svegliare, con altrettanta delicatezza Tonno, vicino a lui.

Restò seduto ad osservarla mentre, a bassa voce, svegliava tutti gli altri, come se fossero i figli suoi.

Poi aprí leggermente le tende per far entrare un po' di luce, ma non troppa, disse a voce leggermente più alta "Tra cinque minuti voglio vedervi giù, oggi ci aspettano le cascate" ed uscì dalla stanza.

Clara amava le montagne quanto le amava lui ed era sempre in estasi all'idea di una camminata.

Si alzarono tutti di buon umore e, in cinque minuti, furono in cucina.

Clara aveva preparato del caffè, uova e bacon che tutti apprezzarono con gioia, e del toast di uova, prosciutto e avocado per Cesare, il solito salutista.

Lei invece, come sempre, si mangiò i cereali al cioccolato immersi nel latte.

Era già vestita da trekking, col suo pile rosa acceso e i leggings neri.
Cesare si incantò a guardarla ma ci pensò Federico a richiamarlo all'ordine.

Dovevano sistemare la cucina e fare gli zaini: mancava poco alla partenza.

*

"Tonno, come stanno andando le foto?" Chiese Nelson, inquadrandolo con la telecamera, intento a girare uno dei suoi vlog.

Il biondo per tutta risposta iniziò a fotografare ogni cosa, disturbando Federico al suo fianco, iniziando come sempre a bisticciare.

Clara camminava avanti a loro, lontana dal loro casino, concentrata su se stessa, sulla natura, sulle cascate.
Aveva sul viso un bellissimo sorriso e sembrava più leggera.

Si fermò per ammirare la cascata più alta delle cascate di Krimml e sorrise mentre il vento le portava sul viso delle gocce d'acqua.

Ripartì a camminare e Cesare le si affiancò.

"Ti vedo più leggera" Disse, guardandosi intorno anche lui.
Ogni cosa su cui poggiavano lo sguardo era bellissima e degna di nota.

"Lo sono" confermò lei.
"Qui ogni mio problema sembra davvero irrilevante: come si fa a non essere felici o almeno, con l'animo sereno, tra questi monti?"
Chiese poi, guardandolo.

Non seppe cosa rispondere ma capiva perfettamente quello che lei stava dicendo; anche per lui la montagna era tutto quello.

La connessione che aveva con la natura quando si trovava in posti del genere era indescrivibile, potente e bellissima.

Continuarono a camminare e, davanti a loro, le cascate lasciarono spazio ad una grande vallata dove scorreva un fiume.

Decisero di mangiare tutti insieme nel prato il riso al pesto preparato da Cesare.

Non era sicuramente la cosa migliore che lui avesse preparato nella sua grande carriera di cuoco del gruppo, ma era buono, soprattutto dopo una lunga camminata.

Iniziò a far freddo per colpa delle nuvole che avevano coperto il cielo e del forte vento, ma nessuno voleva davvero lasciare quella vallata.

C'era un silenzio indescrivibile che nessuno riusciva a rompere.
Si coprirono tutti con ogni tipo di giacca e cappello che avevano portato dietro e restarono li, al centro della vallata, ad osservare la natura.

Cesare strinse a se Clara, un po' per scaldarla perché stava morendo di freddo, un po' per scaldare se stesso e il suo cuore.

Lei sorrise, accoccolandosi a lui, smettendo di tremare, e Cesare si senti incredibilmente in pace con se stesso, con la natura e l'intero universo.

Fosse stato per lui sarebbe rimasto per sempre in quella vallata sperduta tra le montagne.

Ti terrò per mano | PrequelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora