Mi sentivo osservato.
-hei percy -
Mi saluta Jason
-oggi c'è il clubbbb-
Canta Grover
-si... E cosa faremo? -
-oh amico, un cazzo-
Dice sorridendo
-che bella giornata produttiva -
Jason batte il 5 a Grover
-ragazzi... Mi sento osservato-
Dice Leo guardandosi intorno
Per fortuna non ero l'unico.
-ma ne...-
-oh oh-
Leo si volta verso le ragazze e seguo il suo sguardo fino a vedere va che mi guardavano intensamente, tanto da venirmi i brividi
-hei bro... Cosa hai fatto? -
Mi chiede Jason
-niente....-Le lezioni iniziano e mi sentivo sempre osservato, ma ero troppo stanco per ascoltare la lezione o per capire quegli sguardi.
Stavamo facendo storia dell'arte e mi si chiusero lentamente gli occhi.Sognai Annabeth... Ed era strano.
Eravamo io e lei che camminavamo uno davanti all'altro in riva al mare, niente parole e niente sguardi, solo la sua chioma bionda spettinata dal vento e l'odore di mare nell'aria.Il mio sogno svanì per colpa delle solite due parole
-PERSEUS JACKSON -
Urla la prof
Mi guardo in torno...
-chi è lei? -
Chiedo confuso... Non era il prof di storia dell'arte
-Jackson ti sembra il luogo di dormire? -
-e la casa il luogo per studiare? -
Chiedo ancora confuso
-oh tu Jackson, per il tuo commento finirai nei casini-
-sei un genio, amico-
Mi bisbiglia Leo e intravedo Annabeth che mi guardava arrabbiata, odiava quando facevo così, ma era più forte di me, i prof facevano domande così facili da ribattere.
-oggi rimarrai qui in punizione-
Grover alza la mano
-prof abbiamo il club doposcuola -
-bene, allora dopo il club vieni qui, sarò felice di aspettarti-
Oh no, dovevo andare al bar oggi.
-scusi prof, ma oggi il nostro club si prolungherá, ci siamo organizzati per andare a raccogliere i rifiuto sulla spiaggia, non possiamo tornare prima, è una decisione che non prendiamo noi -
Guardo Annabeth che la postura perfetta e rilassata sorrideva alla prof sapendo di avere ragione, i club scolastici sono per lo più dei laboratori in cui gli studenti si organizzano con enti esterni e gli orari non gli decidiamo noi, anche se...il nostro club non era per nulla una collaborazione con enti esterni.
Oh quella ragazza era un genio
-va bene, per questa volta te la scampi Jackson ma non essere sorpreso se il prossimo che verrà interrogato sarai tu-
Dice indicandomi.
Bene!Finite le lezioni vado verso Annabeth che mi guarda mantenendo la sua solita espressione contrariata
-non dovevi..-
La interrompo già sapendo cosa voleva dirmi
-lo so, lo so che non dovevo rispondere ma...era una domanda così banale e che ho sentito dire a così tanti professori che sotto sotto speravo che la Prof Chione fosse un po' più originale, mi ha deluso-
Lei non riesce a trattenere un minimo sorriso
-vedi di studiare per la prossima volta-
-sono sicuro che un angelo venuto dal cielo mi vorrà aiutare-
-ho fatto una promessa-
-anch'io ne ho fatta una-
Entrambi ci guardiamo senza dire nulla come se quelle promesse fossero una toppa per coprire delle sofferenze del passato che solo noi condividevamo.
-comunque grazie...sapientona-
-non c'è di che, testa d'alghe -Il pomeriggio Andiamo, come aveva detto Annabeth, in spiaggia a raccogliere rifiuti.
Il primo pensiero che mi iene in mente vedendo l'acqua fu mio padre e più che pensiero era un ricordo, il suo sorriso con le rughe intorno alla bocca di uno che ha sorriso tanto nella sua vita, la sua pelle abbronzata che sapeva sempre di sale e i suoi occhi così uguali alle onde che mi sembrava di nuotarci ogni volta che lo guardavo.
Il mare era lui e ogni volta che andavo in spiaggia era come se passassimo ancora una giornata insieme, a surfare e a mangiare mash mellow blu in riva al mare.
Ma nei giorni peggiori quella giornata diventava un addio, quel addio, quello che tu non calcoli e che non ti aspetti e che fa più male di una pugnalata al cuore.Ero completamente rapito dalla giornata con mio padre che non sentii la voce di Annabeth finché lei non mi scosse appena.
-testa d'alghe-
-cosa?-
Chiedo disorientato
-tutto ok?-
-em..si...si certo-
Raccolgo un sacchetto di plastica e sorrido alla biondina per farà capire che non ero del tutto pazzo
-ti vedevo smarrito-
-solo nei ricordi-
-tuo padre?-
Stava attenta alle sue parole come se sapesse che anche il minimo sbaglio poteva far esplodere una bomba
-il passato-
-capisco-
Dice vaga e rimaniamo uno fianco all'altro mentre raccoglievamo i rifiuti con il vento salato che ci soffiava sul viso
-sapientona, ti devo un favore -
Riprendo la conversazione dopo quel che secondo di silenzio, mi piaceva parlare con Annabeth e non capivo il senso della sua compagni se non sentivo la sua bella voce.
-uno? Almeno un centinaio-
-hai ragione, sei la mia salvezza-
Dico e lei ride, amavo la sua risata
-tra poco devi andare al bar... Ti raggiungo appena finisco-
Dice prendendo un bottiglietta e mettendola nel sacchetto
-sai che...non ti obbligo... -
speravo con tutto me stesso che non mi ascoltasse, mi piaceva stare con lei anche se dovevamo studiare
-stai zitto, io vengo punto e fine-
non faccio a meno di sorridere vedendole usare la sua solita sicurezza che la contraddistingue
-va bene, ci vediamo dopo sapientona-Era passata circa un'ora quando Annabeth si presenta sulla soglia della porta con un libro in mano e si siede al balcone senza dare uno sguardo al locale o ai suoi clienti, andando dritta verso di me e appoggiando il libro sul bancone .
-hei testa d'alghe-
-buona sera anche a te sapientona-
Dico asciugando dei bicchieri
-sei arrivata qui sana e salva...è venerdì sera e non ti hanno incastrata ad una uscita?-
-oh no...-
Sorride quasi come se non fosse mai uscita vernante con loro
-i ragazzi si sono organizzati... Ad andare a divertirsi... Io preferivo studiare...qui...con te-
Arrossisce finendo la frase
-oh tu sei pazza-
Rido
-beh Chione nella prossima lezione ti interrogerá... Facciamole vedere che tu sei intelligente -
-oh quanta fiducia che hai -
-studiamo-
Urla come se fosse divertente e credo che per lei lo era sul serio..Dopo qualche ora ci prendiamo una pausa e le offro un milkshake come ringraziamento
-tenga, sapientona-
Lei sorride
-per essere un dislessico iperattivo sei bravo in matematica-
-grazie mille, madame-
Dico inchinandomi e lei scoppia a ridere per poi guardarmi seriamente, solo lei riusciva a cambiare espressione così radicalmente
-percy.... -
-si?-
-Grazie -
-perché dovresti rigrazirmi? Sono io ad esserti debitore -
Aveva fatto fin troppo per me è mi aveva salvato la vita innumerevoli volte
-mi hai aiutata -
-tu di più...-
-con Luke...era...era da un po' che non riuscivo a sorridere veramente...ero così stanca ma ora...grazie Percy-
Le prendo la mano sorridendo con dolcezza
-ti faccio da medicina per i dolori del passato come tu la fai a me, non sarei mai riuscito a gestire tutto...la scuola e il lavoro ma...ci stai riuscendo -
-te la cavi bene-
-grazie a te-
-ci aiutiamo a vicenda-
-esatto-
-esatto-
Suona la campanella dell'ingresso e quasi non cadeva per terra per lavoro salto che ha fatto nel scavalcare il bancone
-oh cazzo-
-giu-
Mi spinge sotto al banco
-che succede? -
Bisbiglio
-ci sono i ragazzi-
-scherzi-
-per nulla-
-cosa ci fanno qui-
-non lo so!-
-sono di turno..-
-chiama qualcuno-
-non posso-
-Percy, chiama subito qualcuno-
Non potevo dirle di no con quel tono.
Prendo il cellulare e chiamo il mio collega che faceva il turno con me
-pronto, Ethan, ho bisogno che vieni al bancone -
Bisbiglio al telefono
-Che hai combinato? -
Neanche un ciao
-vieni qui, subito-
Il giapponese arriva al bancone con l'aria stanca
-non c'è bisogno di...-
Ci guarda facendo una smorfia
-ma che..-
Viene interrotto da una voce troppo famigliare
-buongiorno, vogliamo prenotare una pista -
Dice Jason
OH cazzo
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Hi love! || Percabeth
FanfictionPercy Jackson un normale mortale che vive nei suoi inferi personali con lo stress della scuola e i soldi che scarseggiano a casa, la madre che si spezza la schiena per lui e che ha sacrificato la sua vita per l'unico figlio, un padre mancato e una v...