PERCY

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Ero fregato, morto, sepolto e decomposto.
Correvo più veloce che potevo e quando entro in gelateria c'era mia mamma che mi guardava male
-scusa mamma,  avevo perso la cognizione del tempo-
mi  dirigo al bancone prendendo il mio grembiule.
-sai percy che se fossi stata io il capo non ti avrei detto niente... Ma -
indica la porta sul retro e ci entro prendendo tutta la forza che mi donava con il suo sguardo. Il capo, Melissa, era seduta scuotendo la testa e guardandomi esasperata
-Jackson, sei un bel po' in ritardo -
-mi scusi, giuro che non capiterà più -
-usa pure tutte le scuse che vuoi, ma per avere la tua paga dovrai iniziare il turno ora, fino alla chiusura-
- fino... A mezza notte? -
Chiedo
-si, qualche problema? -
-no, no, grazie-
solo che domani avevo scuola e avrei dovuto bermi una caraffa intera di caffè per sopravvivere alla lezione di matematica.
Inizio a lavorare.

Finalmente potevo dormire!
Era l'una e mi sdraio sul letto guardando i messaggi.
Jason che mi chiedeva perché ero corso via e che non era un problema per lui se rimanevo a dormire da lui.
Oh per me sarebbe stato come mandarmi al patibolo da solo.

"ciao Jason, scusa se sono corso via, è che avevo un impegno con mia madre e se faceva tardi mi uccideva, scusa ancora"
Gli scrivo
E stranamente mi risponde subito

"oh tranquillo amico, capisco, se me lo dicevi potevo accompagnarti io"

"nono tranquillo, ci vediamo domani"

"a domani bro"

"bro"

"bro"

Ormai un mese era passato e avevo ufficialmente degli amici, ma le cose non possono mai durare sempre bene, ne ero consapevole e non tenendo mai giù la guardia.
Stavo uscendo da scuola quando intravedo una chioma bionda famigliare, Annabeth.
La seguo per tornare a casa insieme, avevo scoperto che vivevamo abbastanza vicini da fare lo stesso tragitto, anche lei prendeva il mio stesso treno.
Tra i miei pensieri, la persi di vista
-NON MI TOCCARE -
sento urlare e corro verso la voce della mia amica.
Vedo Luke e Kelli davanti ad Annabeth che era contro al muro di un vicolo vicino alla fermata.
Lei aveva gli occhi rossi dal pianto e le braccia piene di lividi, per non parlare del viso, gli usciva sangue dal labbro e aveva un taglio sulla guancia. Non rimasi nemmeno un secondo a guardare e corsi ad aiutare la mia amica.
-Annabeth -
I tre mi guardano 

-smamma via Jackson-

Luke le lascia i polsi e mi guarda in attesa ma io non mi mossi, mi ricordavo quella sera a casa di Jason, il sostegno che mi aveva dato e la sua confessione a cuore aperte, non avrei permesso che le facessero del male davanti ai miei occhi.

Luke mi tira un pugno che fortunatamente schivo, non volevo fargli del male, ma è autodifesa, perciò gli tiro un pugno in faccia e Kelli lo trascina via emettendo schiamazzi vari.
Corro verso Annabeth che cade in ginocchio piangendo, continuando a sfregarsi il polsi sperando di cancellare i lividi.
Le accarezzo i capelli cercando di tranquillizzarla e facendole capire che ero lì, mentre osservavo i tre allontanarsi e Luke continuava guardarmi senza essere soddisfatto, non voleva andarsene, voleva finirmi, ma le sue due amiche erano fin troppo popolari per far brutta figura con me.
- va tutto bene, adesso sei al sicuro -
La prendo tra le braccia e lei accascia scoppiando in un pianto doloroso, distolgo lo sguardo dal biondo per contrarmi totalmente sulla mia amica. 
Volevo rimanere con lei, consolarla, tranquillizzarla e riportarla a casa facendola sentire a casa ma non potevo, dovevo andare a lavoro in piscina e non potevo fare tardi, non dopo tutti i favori che mi aveva concesso il proprietario.
-annabeth-

-si?- 

singhiozza 

-ti va di andare in un posto?- 
Lei mi guarda con gli occhi traboccanti di lacrime ma mi segue non vedendo l'ora di andarsene da quel vicolo, mi avrebbe seguita ovunque piuttosto di scappare da quel momento di sofferenza.

Hi love! || PercabethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora