L'unica cosa che mi convinse ad alzarmi fu il profumo di pancake e le insopportabili urla di mia madre, che più che grida sembrava che cantasse una canzone per via della sua meravigliosa voce soave e incapace di arrabbiarsi.
-mio adorato figlio, se non ti alzi i pancake scapperanno, e non dare la colpa a me se non ne avrai nemmeno un morso, la scuola di aspetta -
sospirando cerco tutte le forse che avevo in corpo per realizzare che quel giorno era arrivato, il fatidico momento, la data che ho cercato di allontanare il più possibile: il 10 settembre, l'inizio del liceo e l'orribile scuola in cui mia madre per crudeltà mi voleva mandare quest'anno.-Percy...Percy se non scendi dovrò mangiarmi i tuoi pan... -
Neanche finita la frase esco dalla mia bolla di drammaticità e mi avvento su quel piatto di pancake blu, come solo mia madre salva fare e come solo io sapevo amare.-mamma adorata, grazie per queste leccornie-
-Percy ma come parli?-
-mi sto riscaldando per gli stupidi accenti inglesi, le finte cortesie e le parolone che nemmeno loro sanno usare -
Ride limitandosi a scuotere la testa
-smettila di fare lo sbruffone e quando sei li vai a chiedere alla segreteria della divisa..non me l'hanno più spedita-
-non so cosa pensi tu ma io so il perché non ce l'hanno data..--perché vogliono farti fare una brutta figura? questo è solo quello che il tuo cervello continua a dirti, nessuno ti odia mio biscotto blu, e cerca di ricordarlo-
sospiro sentendo le sue dolci labbra posarsi sulle mie labbra e evadere le mie narici del suo profumo di vaniglia e sale-sei troppo positiva-
- sei tu che sei troppo negativo-
mi prende il piatto e lo mette nel lavandino mentre mi metto la giacca e prendo il suo grembiule da cameriera per passarglielo-mi hai iscritto tu in una scuola di figli di papà-
- sai più di me che non sono io che ti ho mandato li...-
- lo so- Sbuffo mentre lei prende la borsa e mi scocca un'altro bacio
-te la caverai benissimo, mio pesciolino-
Dette queste parole varcai la porta sapendo perfettamente come la giornata sarebbe andata e di certo non avrei mai usato lo stesso vocabolo di mia madre, ma il contrario. La scuola era semplice, uguale ma completamente diversa dalle altre, più curata ed elegante per la struttura sono sicura che per elementi che conteneva la diversità non era neppure così grande, piena di ragazzi snob, ricchi e che nella vita non hanno mai alzato un dito, con le loro divise da ottimi figli di papà e uomini che avrebbe controllato la polita americana un giorno, la gente che odiavo di più era tutta rinchiusa in quelle mure e io ero costretto ad entrarci e creare finti legami.
Non persi tempo tra i miei pensieri e iniziai a camminare verso le porte principali cercando di ignorare il fatto che tutte quelle divise mi stessero fissando per via della mia d'intenzione, erano solo indumenti non ero mica diventato verde. Ero quasi arrivato, e superata quella folla di ragazzini in cerca di sentirsi superiori a qualcuno ero pronto a sentirmi a disparte per tutto il giorno, quando l'unica cosa che non avevo calcolato mi venne addosso violentemente.
-CRISTO SANTO-urla uno dei ragazzi all'entrata per poi tirare fuori il telefono e farmi una foto, mi era capitata una cosa simile due anni fa, in un'altra scuola, che durante il mio primo giorno un uccello si era degnato di cagarmi sulla spalla ma di certo non avrei mai pensato che questa volta fosse una macchina a degnarsi di investirmi, era fin troppo pure per me, che attiravo qualsiasi sfortuna a me come una calamita.
Per quei minuti che mi pauserò inviti rimasi a terra fissando il cielo e capendo perchè mai chiunque fosse lassù ce l'avesse con me, poi le risate si placarono intorno a me e sento il rumore della macchina sbattere, bene ora verra da me chiedendo il risarcimento per il graffietto che mia testa ha fatto alla sua auto.
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Hi love! || Percabeth
Fiksi PenggemarPercy Jackson un normale mortale che vive nei suoi inferi personali con lo stress della scuola e i soldi che scarseggiano a casa, la madre che si spezza la schiena per lui e che ha sacrificato la sua vita per l'unico figlio, un padre mancato e una v...