ti prego no

702 34 6
                                    

Jk's pov
Ero ormai a pochi minuti da casa di quel ragazzo. Avevo il cuore a mille e la rabbia che cresceva ogni momento di più.

In un attimo arrivai a destinazione, fermando la mia macchina. Mi fiondai subito fuori raggiungendo la porta in un nano secondo. Ad ogni passo sentivo la paura appropiarsi di me.

Iniziai a bussare, come se non ci fosse un domani. Non mi portava minimamente di chi potesse sentirmi o di cosa avrebbero detto i vicini.

Dopo alcuni minuti, la porta si aprì rivelando la faccia dell'amico di Jimin. Il famoso amico di Jimin, che poi tanto famoso non era. Appena lo vidi, sbarrai gli occhi. Non potevo credere che il mondo fosse così piccolo e che il suo amico fosse quell'individuo.

-dovevo immaginarlo che era un come te lo stronzo di prima-dissi dopo una risata amara e sarcastica, precipitandomi subito dentro la casa
-ciao anche a te-rispose lui con tono strafottente.
Iniziai a girare per tutta la casa per cercare Jimin, senza trovarlo. Stavo impazzendo e la rabbia si stava impossessando di me.
-dove cazzo sta? Dov'è Jimin?-chiesi con tono adirato guardandolo fisso negli occhi
-calma tesoro, rilassati...lui sta bene-rispose e subito mi fiondai su di lui prendendolo per il colletto della maglia e sbattendolo al muro
-mhhh mi piace questa violenta-disse lui con fare malizioso e questo mi fece solo incazzare di più.
-senti coso del quale non ricordo il nome e manco mi interessa ricordarlo...o mi dici dove sta o ti spacco la faccia -dissi con gli occhi pieni di rabbia ed odio. Lui mi afferrò le mani e con una mossa veloce ed inaspettata mi sbatté contro il pavimento mettendosi sopra di me in un istante. Ero bloccato da lui. Non potevo ne muovermi, ne liberarmi.

-LASCIAMI ANDARE-urlai ormai tremante dalla rabbia. Lo vidi sorridere ed avvicinare una mano al mio viso, accarezzandolo
-calma piccolo, non mi piace vederti così....sai quando ti ho visto quel giorno al parco....cazzo se mi hai tolto il fiato eri bello come un dio greco, non potevo lasciarti andare. Dovevi essere mio ad ogni costo. Dopo delle ricerche ho scoperto che eri il ragazzo di Jimin e ne ho approfittato. Lui è stato così stupido da credere che volessi la sua amicizia indietro, ma volevo solo arrivare a te ed al tuo corpo-disse per poi infilare una mano sotto la mia maglietta ed iniziare a toccarmi ovunque
-fermo....non toccarmi-dissi cercando di liberarmi
-shhhh lasciami fare-disse lui iniziando a baciarmi il corpo che aveva scoperto- vedrai che ti piacerà-continuò
-no che non mi piacerà come non mi piaci tu...io amo Jimin-dissi ormai con gli occhi lucidi impotente di liberarmi
-si ora pensi questo ma vedrai che poi ti piacerò io...comincia a fare l'amore con me e poi capirai che sono il tuo destino-continuò a dirmi, poggiando una mano sulla mia erezione
-no...non toc...c...a...rmi...-continuai cercando sempre di più di liberarmi senza successo. Non potevo liberarmi dalla sua presa. Non ci riuscivo. Non capivo dove prendesse tutta quella forza. Cercai ancora di dimenarmi e liberarmi, ma fu tutto inutile. Lui era più forte di me e non potevo fare altro.

Capii in quel momento che era tutto inutile. Non avrei mai potuto scappare. Non avrei potuto impedire che mi obbligasse a fare sesso con lui. Era la mia fine. In quel momento il mio unico pensiero era rivolto a Jimin. La mia speranza era che non avesse fatto con lui quello che stava cercando di fare con me.

Iniziai a piangere e lasciai andare le lacrime. Strinsi gli occhi, sperando che quel momento sarebbe passato in fretta, che sarebbe finita prima ancora che cominciasse. Sapevo che dopo mi sarei sentito uno schifo e che avrei odiato me stesso per non aver fatto niente per impedirlo, ma non riuscivo a muovermi. Sentivo i polsi doloranti a causa della sua presa troppo ferrea.

Sentivo la sua mano scorrere sul mio corpo e la sua bocca posarsi ovunque. Ogni secondo che passava ero sempre più disgustato e rassegnato. Sentire le sue mani su di me era disgustoso.

*Meglio che lo faccia a me piuttosto che a Jimin*

Iniziai a pensare a lui intensamente per staccarmi dalla realtà e non pensare a ciò che stava per succedere.

D'improvviso non sentii più niente. Nessun tocco e nessun bacio. Ero convinto di essermi isolato al tal punto dalla realtà da non sentire più niente, mi ero staccato dal mio corpo e non sentivo niente. Soltanto la voce di un angelo che pronunciava il mio nome. È questo che si prova quando si riesce a separare il corpo e l'anima?

Ti vedo con occhi diversiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora