Parte I

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"Mi fai sapere quando torni a casa?"
...
"Sì, certo"
"Ciao Enea"
"Ciao.."
Và via.
Come si chiama?
Non lo ricordo neanche più.
Che perdita di tempo.
Che perdita di tempo incredibile.
Maledetto Valerio e le sue idee strane.
Io non sono fatto per queste cose.
È stato lui a convincermi a fare 'sta stronzata.
Prendo il telefono, lo chiamo.
Inizio a camminare a passo stanco e lento verso casa.
"Pronto?"
"Non mi farò convincere mai più da te a fare qualsiasi cosa"
...
"È andata così male?"
...
"Tu lo sapevi che sarebbe andata così!"
"Enea, se pensi di poter trovare l'amore vero su Grinder, e sopratutto al primo colpo, sei un coglione"
"Vaffanculo Vale"
Ride.
Riattacco senza neanche pensarci.
Senza neanche sentirmi in colpa.
L'idea di scaricare Grinder è stata sua.
Da quando io e Matteo ci siamo lasciati, non ha fatto altro che dirmi che ho bisogno di scaricare la tensione.
Ma quale tensione?
Io e Matteo ci siamo lasciati di comune accordo, mesi fa.
Non andava più, fine.
Lui non capiva me, e di certo io non capivo lui.
E poi quella sua ossessione nel doverlo necessariamente dire ai miei stava iniziando a stancarmi.
Perché?
Perché la gente deve essere così tanto egoista, o menefreghista, è uguale?
Perché gli uomini devono tutti essere così ottusi?
 
***
 
Non faccio rumore.
Sono abituato a tornare a casa mentre tutti gli altri dormono.
Entro in camera, in silenzio.
Non vale neanche la pena infilarmi un pigiama.
Nella mia stanza non entra mai nessuno.
Non mia madre, che ha paura di trovare prove compromettenti della verità che già conosce.
Non mio padre, che ormai, forse, ha persino dimenticato il mio nome.
Non mio fratello, che non glien'è mai fregato un cazzo di me, figuriamoci adesso.
Mi sopportano e mi tollerano mal volentieri solo perché costretti a farlo.
Non saprei dove andare, e finché non finisco l'università, le cose resteranno così.
Bella merda.
Mi infilo nel letto in mutande, e apro Grinder.
L'unico pensiero che ho, da quando ho lasciato il ragazzo senza nome in stanzione, è quello di cancellarmi da questo schifo di app.
Pervertiti, maniaci e gente senza palle.
Ecco cosa c'è.
Elimina account.
Sto per pigiarlo, quando il telefono vibra.
Una notifica.
Di Grinder.
Maledizione.
Abbasso la barra delle notifiche.
Marco.
Chi sei?
Cosa vuoi?
Non posso neanche cancellarmi da un sito d'incontri in santa pace?
Il telefono vibra ancora.
Leggo svogliatamente i messaggi.
 
Marco: Ciao!
              Mi ignori? Faccio così schifo?
 
Non so neanche che faccia tu abbia, come fai a farmi schifo?
Sollevo lo sguardo sulla finestra.
La tapparella è rimasta alzata.
C'è la luna piena, sta sera.
Il telefono mi vibra ancora fra le mani.
 
Marco: Ho deciso che sei bello, e che ti scriverò fino a quando non mi risponderai.
 
Un sorriso mi sfugge.
La tentazione di risponderti è forte.
Che faccio?
...
Nella mente mi risuonano le parole di Valerio, qualche giorno fà.
Su Grinder ci sono anche brave persone, Enea. Devi darti tempo.
Facile parlare, per lui, visto che ha trovato quello che a breve sarà suo marito, su Grinder.
A 29 anni, dopo aver passato gli ultimi dieci a scappare da un caso umano all'altro, la maggior parte dei quali conosciuti proprio sull'app.
Abbasso di nuovo gli occhi sul telefono.
Mi hai mandato un altro messaggio, non ho sentito neanche la vibrazione.
 
Marco: Guarda che non mordo mica, sai.
 
...
Fanculo.
Che male può farmi, chattare un po'?
Non devo mica incontrarti per forza.
Esco dalle impostazioni.
Apro la chat.
 
E: Cosa vuol dire che hai deciso che sono bello?
     O sono bello o non lo sono, non puoi deciderlo.
 
Non ho neanche il tempo di posare il telefono.
La risposta arriva quasi all'istante.
 
Marco: Certo che posso. Ti ho osservato per qualche istante, e ho deciso che mi piaci.
 
E tu, mi piaci?
Non ho neanche guardato le tue foto.
Le apro, senza pensarci.
...
Wow.
Il tuo sorriso mi colpisce.
È presente ovunque, in ogni foto, in ogni scatto, da ogni angolazione e con qualsiasi sfumatura di colore.
Sorridi sempre.
E il sorriso ti dona.
Sei una persona felice, credo.
O almeno, questo è quello che di te vuoi mostrare.
E sei bello.
Sicuramente sei bello.
Hai gli occhi chiari, ma è impossibile capirne il colore.
I tratti del tuo viso sono sottili, delicati, eleganti, anche se leggermente spigolosi.
Sembri giovane.
Decisamente giovane.
Quanti anni hai?
Non molti meno di me, ma sicuramente qualcuno.
E giovane vuol dire soltanto immaturo, per come vedo io il mondo.
Per come vedo io gli uomini, in base a quelli con cui ho avuto a che fare.
Sopratutto adesso, sopratutto qui.
Cos'altro sei?
...
Appariscente.
Sei appariscente.
Non nel modo di vestire, quello è tutto sommato normale.
Ma credo, e non penso di sbagliarmi, che la tua intera persona sia appariscente.
Il tuo atteggiamento, la tua personalità.
I tuoi capelli, rosa Barbie, sono sicuramente appariscenti.
Mi arriva una notifica.
La tua.
Non ti ho neanche risposto, prima.
 
Marco: Stai cercando di capire se anche io ti piaccio?
 
Sorrido ancora.
Sei divertente.
Ironico.
Non quell'ironia cattiva, acida, perfida, che a volte abbiamo noi gay.
Sei ironico, fine.
Sei ironico naturalmente.
O almeno, lo sembri.
 
E: Sì
 
Marco: E..?

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