6. Girls on fire.

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Kiyoomi's pov.

Nel corso della mia vita ho commesso tanti, tantissimi errori, ma posso affermare con certezza che i più grandi in assoluto siano:

1. Aver assaggiato il famoso drink di Aran, Moves Like Jagger, ispirato dall'omonima canzone dei Maroon 5. È un mix fra grappa importata dall'Italia, monster energy ultra paradise (quella alla mela, per intenderci), e latte di avena. Fettina di limone ed ombrellino a coronare il tutto.
È stata un'esperienza a dir poco traumatica. Non voglio pensarci.

2. Essermi fidato di Rintarō a tal punto da lasciarlo da solo in casa a preparare una crostata alle albicocche. Aran non era in casa perché stava lavorando, mentre io ero uscito per fare la spesa. Quando sono tornato, l'ho ritrovato con due canne fra le labbra e ricoperto di zucchero a velo dalla testa ai piedi, mentre cercava di spegnere con uno straccio per i piatti il piccolo incendio che si era creato nel forno. La cucina, zozza da cima a fondo di farina e albumi d'uovo, faceva a dir poco schifo. E aveva pure finito la marmellata alle alle albicocche.

3. Aver risposto al "Corpo di Cristo" del prete, il giorno della mia prima comunione, con un "grazie" al posto di "amen". Don Renzo, un anziano signore sulla settantina con l'apparecchio acustico perennemente spento, me l'ha rinfacciato per tutti gli anni di catechismo a seguire. Ovviamente, quel giorno si era ricordato di accendere l'apparecchio. La prima figura di merda di una lunga, lunghissima serie.

4. Non essermi fatto regalare per Natale il Nintendo 3ds dai miei genitori, quando ancora mi facevano dei regali. Nel momento in cui l'ho comprato con i miei soldi, la Game Freak ha iniziato a produrre videogiochi per la Switch. E i prezzi delle schedine vecchie non si sono abbassati ugualmente. Ho bestemmiato svariate volte. Alla faccia di Don Renzo.

5. Aver rivolto un sorriso ad Atsumu, un paio di ore fa. Non c'è una ragione particolare per cui l'abbia fatto: ero di buon umore e basta. Non dev'esserci per forza una motivazione a giustificare un sorriso, no? Fatto sta che ora il coglione si è convinto che io sia innamorato di lui, e sono due ore che tenta disperatamente di portarmi fuori ad un appuntamento. Quando la settimana scorsa mi si è parato davanti per la prima volta, presentandosi come "l'angelo disceso per ridonare gioia e vitalità alla mia rassegnata esistenza", ho pensato subito che avesse dei problemi ben evidenti. E io, che di problemi ne ho già abbastanza di mio, di certo non ho bisogno di stare dietro anche a quelli degli altri. Eppure, solo ora mi rendo conto di quanto disperato sia il suo caso.

«Omi-kun, dai, solo a prendere dei taiyaki! Ho sentito che nella crêperia qua vicino fanno dei taiyaki alla nutella buonissimi!»
"No"

Ora che ci penso, credo che la pagina del "No" sia l'unica che ho usato, oggi. Ah, aspetta, mi sa che ho utilizzato un paio di volte anche quella con su scritto "T A C I". Le lettere in caps e separate servono ad enfatizzare il concetto. A quello che sarà il suo ventitreesimo "Omi, ti prego!!", però, cedo e decido di assecondarlo. Chissà, magari se gli do' retta magari si zittisce.

E così eccoci qua, a mangiare dei taiyaki alla nutella in una crêperia dalle pareti rosa pastello che si chiama Chez Pierre, gestita da un simpatico omino mezzo francese e mezzo giapponese con i baffetti alla Pablo Picasso. Atsumu pare essere al settimo cielo e io, per quanto detesti ammetterlo, devo dire che queste frittelle sono davvero buone.

«Mi piafe quefto pofto!» esclama lui, con la bocca piena e le labbra sporche di cioccolato. Io faccio una smorfia, ma non reagisco.

"Prima di parlare finisci di masticare, almeno" scribacchio sul quaderno che porto sempre con me, sollevandolo per farglielo leggere.

«Okay mamma.»

Io alzo gli occhi al cielo. Poco dopo scrivo altro, questa volta in una grafia un po' più ordinata.

THE NEW BROKEN SCENE, osasunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora