Capitolo 9

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il fienile era vuoto al nostro arrivo, ma i ragazzi ci misero poco.

blake, matt e dylan, ryan era rimasto in stanza con julia.

matt aveva una camicia nera leggermente slacciata e arrotolata alle maniche, grazie a cui si potevano intravedere i tatuaggi.

blake aveva la mano completamente fasciata.

la alza in aria e ci sorride

-ferite di guerra

-sei un coglione, non ce n'era bisogno, ma grazie di avermi aiutata

-ho assolutamente esagerato, ma odio la faccia di quel cretino, e odio il pensiero che ti possa rompere le palle, quindi mi sta bene così.

si misero seduti attrono a noi e enstrassero le sigarette, ovviamente.

-ma te dove sei stata tutta la sera d?
chiede dylan

lancio un'occhiata a effie, che capisce e cerca di buttarla sul divertente dicendo
-sicuramente a mettere le corna a josh con un bel manzone

tutti ridono
-no, ero semplicemente al bar, a prendere qualcosa

-per un'ora e mezza?

siamo seriamente state insieme per un'ora e mezza? sono sembrati cinque minuti.

-si dopo mi sono fatta prendere dalla canzone e ho ballato un po', non vi trovavo da nessuna parte.

il pomeriggio passa tranquillo tra una sigaretta e l'altra.
dovevo studiare oggi, ma avevo anche tanto bisogno di staccare la testa da questa grande nuvola confusa a forma di cassandra.

...

il mattino dopo a lezione tutti guardavano effie, la notizia della rissa si era diffusa rapidamente.

non capisco sinceramente tutto questo sconcerto. non voglio dire che una rissa fosse normale, ma in realtà lo era, per lo meno con loro.

alle superiori una cosa così accadeva spesso, e nessuno gli dava più troppa importanza.

tranne i nostri genitori.

non capisco come sia possibile, veniamo tutti da famiglie molto agiate, che ci hanno cresciuti con dei chiari valori, allo scopo di dare il nostro meglio nella vita.

tutti eravamo destinati a università prestigiose. tutti a costruire una famiglia perfetta, e tramandare le tradizioni.

non capisco perché siamo cresciuti così.

ognuno di noi è si nel percorso che ci condurrà a grandi obiettivi, grandi lavori, grandi futuri, ma tutti noi siamo in qualche modo frustrati.

i ragazzi hanno passato il liceo a picchiare chiunque respirasse la loro aria, e i nostri genitori hanno passato quegli anni a cercare di coprire ogni singolo pugno, ogni singolo bicchiere, ogni singola sigaretta, per concederci un futuro perfetto.

probabilmente quando richiedi a un bambino di nob comportarsi da tale, il bambino non sa più come comportarsi.

è senso di ineguatezza, che porta alla frustrazione, che porta ai pugni, ai bicchieri e alle sigarette.

comunque ero sicura che i nostri genitori avrebbero trovato un modo per coprire anche la faccia distrutta di luke.

...

a pranzo eravamo tutti insieme, sereni, come se non fosse successo nulla.

d'un tratto la vedo, raggiante, sotto il braccio muscoloso di ub ragazzo.

i nostri sguardi si incrociano, io mi alzo d'istinto e i miei piedi mi dirigono a lei.

lei mi osserva per tutto il tragitto.

-ciao d, tutto bene?

mi prende per il culo?
abbiamo ballato insieme due giorni fa, non ci siamo più viste da allora e ora la vedo sotto il braccio di questo.

che poi chi è? non lho mai visto

una serie di sensazioni che non so decifrare mi percorrono il corpo

-si cass, tu? è un po' che non ci vediamo

calma, stai calma

-si, non ti ho avvisato, ho dormito da will questi due giorni.

ha dormito da will questi due giorni.
lo squadro.
ha la faccia da scemo questo will.

-non so se vi ho mai presentati, io e will usciamo da un po ormai.

-ah no, piacere, diane.
gli porgo la mano, che lui afferra.

giuro ora capisco perchè ai ragazzi piace cosi tanto tirare cazzotti.

è una sensazione che proprio senti nella mano

-io devo andare ora, ci vediamo in giro

mi giro e punto dritta verso effie, che aveva capito al volo la situazione.

torno dagli altri, che non avevano dato importanza a me, a cass o tantomeno a quell will.

-ragazzi devo assolutamente andare in camera, mi accompagni d?

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