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12 luglio

Il martedì era sempre stato un giorno di merda e a dimostrarlo erano le fiamme ardenti che, adesso, stavano avvolgendo l'intero teatro.

Jungkook non sapeva cos'avesse di preciso quell'inutile giorno della settimana ficcato dopo il lunedì – che, tra l'altro, avrebbe dovuto essere il più brutto di tutti essendo il primo, ma, invece, agli occhi di Jungkook, il terribile martedì era sempre dietro l'angolo pronto a spezzargli le ossa e rovinargli le aspettative. Cosa succedeva il martedì? Niente di particolare in realtà: gli allenamenti duravano dalle due alle otto, cenava sempre con l'amore della sua vita, e si ritrovava a gemere sotto le coperte come tutti gli altri giorni della settimana.

Il martedì era una routine strampalata e noiosa che gli si annodava intorno alle budella e gli faceva venire il voltastomaco nonostante la cosa più bizzarra che potesse accadere era la parrucca storta di Miss Yang che, come ogni fottutissimo martedì, era bianca e legata sulla testa in una ridicola crocca troppo grande per la sua testa.

Il martedì, insomma, non era nulla di così diverso da ciò a cui Jungkook era abituato, eppure l'aveva etichettato come il peggiore della settimana il giorno in cui aveva litigato la prima volta con Jimin, il primo martedì in cui non avevano cenato insieme con quegli hamburger dal retrogusto chimico del fast food e non si erano chiusi nello schifosissimo appartamento di Jimin da due soldi, quello che pagava con il prestito scolastico e che puzzava di muffa e cannella – perché Jimin, da bravo genio qual era, accendeva l'incenso ogni pomeriggio pensando di camuffare l'odore di umidità; un po' come quando gli aveva chiesto di aiutarlo a ridipingere le chiazze d'acqua sul soffitto con la vernice, come se non si sarebbero riformate mezza giornata dopo.

Forse aveva iniziato ad odiare il martedì quando aveva guardato troppe serie tv in cui veniva disprezzato – chissà che aveva la gente contro il martedì, poi – e si era fatto influenzare dalla visione del martedì come un infinito loop in cui tutto può andare storto. Se c'era qualcosa che poteva andare male, di sicuro, se era martedì, andava davvero a puttane e Jungkook odiava l'idea di doversi preoccupare di mettere bene la presa elettrica per evitare di bruciarsi il culo.

Ad ogni modo, dicevamo di un teatro. Ecco, il teatro stava andando a fuoco, era un fottuto concentrato di fiamme e di urla disperate che Jungkook ancora sentiva nelle sue orecchie. Le sentiva aggrapparsi con le unghie ai suoi timpani e tirarglieli via a forza, le sentiva strazianti, lame nella carne che gli lacerano il cervello.

Jungkook era di fronte a quel teatro, con ancora la seta nera addosso e le piume intorno al collo, e lo osservava con le iridi vuote e le orecchie sanguinanti.

Se c'era una cosa che di certo non si sarebbe mai aspettato da quello stronzo del martedì era quella bastardata che aveva deciso di fargli. Forse per vendetta verso tutto il disprezzo che gli aveva sempre buttato addosso, forse per pura casualità dei cieli, o forse perché era solo un altro cazzo di martedì. E Jungkook, quella volta, aveva davvero un motivo valido per odiare i martedì e per rammentare tutto ciò che quel giorno di merda gli aveva portato via.

«Signore.» La sirena dell'ambulanza Jungkook aveva smesso di sentirla da un pezzo, non l'aveva mai ascoltata in realtà, perché tutto ciò che rimbombava nella sua testa erano le urla strazianti delle persone a lui care, delle persone alla quale la pelle si stava sciogliendo sul collo e le orbite cadevano sulle guance.

«Signore, dobbiamo portarla via.»

Lo stato di trance in cui Jungkook era intrappolato era un infinito loop mentale di urla, fiamme e dolore. No, Jungkook il dolore fisico in realtà non riusciva a sentirlo così bene: la seta della spalla era bruciata, la sua pelle lo era, si scioglieva sulle sue dita e gli faceva un male cane, ma Jungkook era troppo concentrato sui suoi timpani graffiati e il suo cuore fermo per poter far caso alla carne viva sulla sua spalla.

Doveva per forza essere un sogno. Un ridicolo sogno provocato dall'ansia pre-spettacolo e dal film che aveva visto quella sera in tv con Jimin al suo fianco, quello in cui un grande palazzo andava a fuoco e la gente moriva. Una stupida illusione della sua mente che rincarnava la paura di perdere l'amore che aveva trovato.

«Signore.» La mano che gli sfiorò la spalla lo prese e lo catapultò fuori dalle sue paranoie: le iridi languide si spostarono sul viso del medico che aveva di fronte, s'allontanarono dal teatro ormai distrutto – ai suoi occhi le fiamme ancora lo divoravano – e si specchiarono in una radura di inesorabile verità.

«Mi può dire il suo nome, signore?»

Jungkook aprì la bocca. Lo sapeva il suo nome, ovvio che lo sapeva, ma la sua voce sembrava essersi avvolta intorno alle corde vocali senza alcuna intenzione di buttarsi giù dalle sue labbra.

«Jung–», esitò. «Jungkook.»

L'infermiere annuì, nelle iridi una fasulla aria comprensiva. «D'accordo, Jungkook, ora la porteremo all'ospedale, va bene? Ha un'ustione di secondo grado al braccio che necessita d'essere visitata.»

«Dove–» Tossì.

Il fumo. Ecco cos'aveva a riempirgli i polmoni e impiccargli le parole.

«Dove sono gli altri?»

Come aveva previsto: inesorabile verità che Jungkook si rifiutava d'accettare. La sua mente era un continuo volteggiare tra le malsane idee che gli mettevano a tacere il suo piccolo angolo di paradiso, perché no, non era possibile che il martedì avesse di nuovo avuto la meglio su di lui e gli avesse strappato dalle grinfie ogni ragione di vita. Non poteva essere così. Non poteva vincere di nuovo.

Le iridi di Jungkook erano lucide dal fumo, scottavano dal fuoco e Jungkook le sentiva sciogliersi nelle sue orbite per lasciar spazio a universi di verità in cui Jimin era morto e il suo sogno s'era spezzato.







***

e finalmente ecco il primo capitolo! spero che vi abbia incuriosito almeno un pochino.

Per favore, LEGGETE LE DATE. Sono importanti per capire al meglio la storia, soprattutto perché è ambientata in tre periodi diversi dell'anno che potrebbero confondere.

ps: l'idea del martedì non è assolutamente mia, considerando che è presente in parecchie storie e serie tv (uff, è anche il giorno in cui dean winchester ha continuato a morire e morire e morire ancora), però mi sto rendendo sempre più conto di quanto il martedì faccia davvero schifo anche in real life, quindi toh beccatevi 'sto odio incondizionato per un giorno inutile.

𝐍𝐔𝐓𝐒𝐇𝐎𝐖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora