Harry Styles, l'uomo che sussurrava agli uccelli...il suo particolarmente.

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Louis si aggira per il college nelle sue Vans nere legate ai suoi piccoli piedi e appena sotto a skinny jeans neri, abbinati ad una maglietta bianca a maniche corte, per mettere in risalto i tatuaggi. I suoi capelli sono impeccabili, cosí come i suoi vestiti e il suo sedere, vi ho già detto che adora il suo sedere? No. Louis avrebbe fatto un monumento in oro al suo sedere, al posto del premio Oscar avrebbe rifilato un culo di Louis Tomlinson al povero Leonardo Di Caprio, che sicuramente avrebbe accettato quello che era ovviamente meglio di non avere nulla. Apparte questo, il famigerato Louis, conosciuto nel College come il Gay più Gay della storia d'Inghilterra, tanto che già al primo anno, giudicati da lui stesso invidiosi, gli avevano affibbiato il nomignolo di Sassy Queen, aveva un progetto ben preciso. Conquistare Harry Styles. Harry, è un suo collega del corso di Letteratura Inglese, fin qui tutto bene, se non fosse che Styles era un gran pezzo di figo. No,no, Louis non sta esagerando. Harry era alto e si vestiva quasi sempre con pantaloni stretti e stivaletti che potevano variare dalla pelle al camoscio, persino al leopardato e poi le camice, oh quelle fottutissime camice sbottonate sul davanti per lasciar vedere le due rondini tatuate, gli serve un ambulanza...Si decisamente, a sol pensiero gli viene da svenire, per non parlare della sue mani, dalle dita lunghe e affusolate e dai palmi grandi che potevano benissimo affrergli il sedere e stringerlo con forza e poi...e poi...
- Lou? Lou? LOUIS!?-
La voce di Liam lo riscuote e il ragazzo si volta a guardare l'amico con uno sbuffo.
- Che vuoi?- chiede bruscamente per essere stato interrotto sul più bello.
- Di nuovo a pensare a Styles, eh?- dice ammiccando con i suoi occhi color nocciola e con un ghigno sulla bocca carnosa.
- Oh, perfavore Liam, tu non puoi capire! Hai disgustosi gusti eterosessuali e corri dietro la passera di Sophia, rovinando cosí il dolce sogno di ogni ragazzo di Doncaster, che voleva vederti a novanta gradi con dietro uno Zayn Malik ansimante!- replica con una smorfia e continuando a camminare verso l'aula di Letteratura, seguito da un Payne ridacchiante.
- Sai, c'è un nome a questa tua ossessione di vedere coppie gay dappertutto.- dice il castano una volta raggiunta l'aula e aprendo le porte con un ghigno, Louis alza gli occhi al cielo guardando l'amico dichiarandolo senza speranza.
- Sentiamo, qual'è questo nome...- dice per accontentarlo mentre si siede alla terza fila.
- La sindrome da Fangirl o come le chiamano sui Social, Shippers.- dice Liam con il suo miglior tono da professore, Louis lo guarda interdetto e gli risponde con il suo solito sarcasmo pungente:
- Mi stai dicendo che sembro una ragazzina in preda ad una crisi isterica da astinenza alla nutella, in pieno ciclo mestruale?-
Liam ridacchia e presta attenzione alla porta dell'aula ampia e luminosa grazie alle enormi finestre.
- Non lo so amico, so solo che appena entrerà il tuo Styles da quella porta, tu comincerai a dimenarti sulla sedia e a ripetere con voce sognante : " Oh, I suoi capelli, oh, le sue labbra, oh, le sue mani" eccetera, un misto tra una ragazzina innamorata e una ninfomane.- conclude con un luccichio negli occhi, ma era troppo tardi. Harry era entrato con indosso una camicia a quadri rossa, sempre aperta, i suoi jeans stretti, i suoi stivaletti di pelle, i suoi capelli lasciati sciolti fino alle spalle ed un cappello nero. A Louis manca il respiro e gli si stringono i jeans all'altezza dell'ingune, quella mattina doveva assolutamente parlaci! Non si sarebbe fatto prendere dall'improvvisa timidezza, ora sarebbe andato da lui e gli avrebbe chiesto di uscire, poi di sposarlo e avere una casa in campagna e tanti bambini adottati di tutte le nazionalità. Ma il professore arrivò e l'idilliaca immagine che si era formata nella testa di Louis, di un Harry sopra la veranda della loro casa in campagna con i soli jeans addosso che gli faceva segno di andare a fare sesso nel capannone dove tenevano la paglia (in campagna avrebbero fatto una fattoria con tanto di animali), svaní in un sonoro 'Puff'. La lezione durò un ora e mezza e quando il Professore li liberò, Louis con l'immagine chiara della casa in campagna, cammina spedito verso Harry, è la prima volta, nonostante i suoi piani, che prende la decisione di parlare al riccio. Ma prima che possa scendere l'ultimo gradino che lo porta fuori dai posti dell'aula, il riccio è già davanti a lui. Louis alza lo sguardo e gli sorride non sapendo che fare, apre la bocca per dire qualcosa, ma viene subito interrotto dal sorriso tutto fossette di Harry.
-Ehi, Tomlinson, stavo cercando proprio te.- dice con la voce rauca e profonda, Louis rabbrividisce e colto alla sprovvista annuisce per poi dire:
- Dimmi Harry.- il riccio fa un sorriso sfacciato e guarda gli occhi blu del ragazzo perdendosi in essi.
- Ti va di uscire com me, un di queste sere?- chiede sicuro il riccio.
Oddio. Oddio. ODDIO. Harry Sono-tanto-figo-bello-e-fotomodello Styles, gli aveva appena chiesto di uscire?
Si,si,si,si,si!
Si ripeteva nella testa ma quello che ne uscí fu...
-O...okay.- disse un pò balbettando, ma Harry sorrise e gli diede il suo numero di telefono, dicendo che lo avrebbe chiamato quel pomeriggio. Louis si trovò frastornato dopo che il riccio se ne andò, quella mattina si era svegliato con nessuna possibilità di piacere all'uomo che sussurrava agli uccelli, ora...ora...ora aveva il suo numero.

Yes, Mr. Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora