Pillow Talk

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Quella mattina Louis aprì i suoi bei occhioni azzurri al nuovo giorno.

Si stiracchiò sul letto, incurvando la schiena e sbadigliando sonoramente.

I pugni chiusi andarono a stropicciarsi gli occhi assonnati, producendo un suono simile ad un miagolio.

Sentì però una cosa dura.

Premuta sul fianco.

Si accorse solo ora di Harry, che lo guardava con occhi verdi e scintillanti.

Mister Edward Cullen è tra noi gente.

Puntò gli occhi verso il basso, guardando i boxer grigi del suo Vampiro improvvisato e si accorse che vi era racchiusa una grande Erezione gonfia.

Ora, metà di voi sarebbero già svenute con la bava alla bocca, specialmente se vi informassi che la punta rosea del pene sfiorava uno dei rami d'alloro tatuati su i suoi fianchi.

L'altra metà probabilmente voleva questa informazione solo per poter far uscire la piccola maniaca sessuale che è in voi e poi...beh non c'è bisogno che alimenti le vostre fantasie, già abbastanza ferventi, n'è vero?

Louis era tra le due categorie, una via di mezzo tra zombie bavoso e coniglio in calore.

E forse cedette alla voglia di carota, bravo coniglio.

Si nascose sotto le coperte raggiungendo i boxer con tanto di colonna sonora dello Squalo in sottofondo.

Leccò la punta con ardore, gustandosi Harry che socchiudeva gli occhi eccitato.

Quando inglobò l'erezione, fu come raggiungere il nirvana dei froci.

Si gustò il momento idilliaco, incavando le guance, continuando a succhiare.

-Lou...- la voce roca di Harry lo raggiunse e gli fece scendere un brivido sulla schiena.

Fece roteare la lingua sulla cappella del suo Dominatore, gustandosi la voce roca e gli occhi scuriti dal desiderio.

Una mano grande afferrò i suoi capelli, tirandoli, facendolo mugolare.

Il gemito che uscì dalle labbra di Harry gli fece capire che c'era vicino, sarebbe venuto in pochi secondi.

Louis allora si staccò, con un rivolo di saliva che gli scendeva lungo il mento, posizionò il sedere davanti al viso del suo Adone, sperando che esaudisse la fantasia erotica di poter sentire la sua lingua penetrarlo.

E lo fece.

Un gemito acuto lasciò le labbra di Louis.

Harry gli leccò l'entrata penetrandola più volte.

E anche lui adesso era vicino, così vicino che poteva sentire le dita dei piedi arricciarsi.

Harry si staccò da lui, lo fece girare in modo tale da riavere davanti le sue labbra fine e rosee.

Le baciò mentre Louis si calava sulla sua erezione.

-Andremo piano e velocemente, stringimi forte e dolcemente, ogni volta che sono con te vedo il dolore, vedo il piacere e non vedo altri che te. Nessun'altro che te, che me, tranne che noi. Amerei tenerti stretto, stamattina e sempre, ripeterei l'esperienza di trovarti accanto. Amo svegliarmi con te al mio fianco. Vorrei stare al letto tutto il giorno perché qui è il nostro paradiso ed il nostro inferno.- sussurrò Harry al suo orecchio mentre con spinte decise tormentava la prostata di Louis.

Lui gemette, con le lacrime agli occhi, sia per l'eccitazione, sia per le sue parole.

-Non mi lasciare.- sussurrò Louis – Non lasciare che le nostre paure rovinino il sentimento che provo ora.- continuò mentre il piacere si mischiava con la melanconia di quelle parole.

Per quanto lo pregasse di non lasciarlo, sapeva che Harry era come le rondini che aveva tatuate sul petto.

Lui era libero.

Lui aspettava la primavera per tornare nei posti caldi e l'inverno per andarsene.

E non era di certo il nido che si era costruito per passare l'estate a trattenerlo.

Prima o poi sarebbe volato via, seguendo la corrente calda dell'aria.

Ma lo strinse comunque, accarezzandogli i ricci ribelli, sperando che tra le sue braccia potesse trovare un nido caldo per sostarci per un po'.

Con questo pensiero venne, a seguito di una spinta vigorosa da parte di Harry, e sentì che anche lui lo aveva marchiato in profondità, tanto per lasciare un segno della sua presenza sul suo corpo.

Lo baciò e gli sorrise e Louis non poté far a meno che sorridergli di rimando, convinto che fosse meglio aver amato tanto ma per poco tempo che non aver amato affatto.

Si stese accanto a lui, carezzandogli il petto, silenzioso.

-Andiamo a farci una doccia?- propose Harry con gli occhi luminosi, lui annuì, il senso di tristezza che lo opprimeva, ma ce l'avrebbe fatta, avrebbe avuto per un po' ciò che desiderava.

Intanto un ragazzo sostava su un lettino misero, con lenzuola bianche e dall'odore di varichina. L'ambiante era di un colore verdino, alcune pareti erano scrostate, la finestra era chiusa e faceva rumore sotto le sferzate del vento e della pioggia.

I suoi occhi azzurri erano fermi, fissi su un punto della parete, le braccia ancorate alle ginocchia, il corpo rigido, il respiro quasi inesistente.

Un uomo dagli occhi cobalto lo osservava con un sorriso pieno d'amore, mentre gli spiegava cosa fosse successo al Caront's ultimamente.

Non aveva menzionato il nome di Harry, sapendo che avrebbe turbato il ragazzo, ma sospettava che lui avesse capito di chi stesse parlando.

In un momento, il rumore di un paio di tacchi giunse dal corridoio.

La porta pitturata di bianco si aprì e rivelò la donna che aveva temuto di incontrare.

-Hai fallito.- disse lei con uno sguardo gelido –Ti avevo chiesto solo una cosa, una misera, piccola cosa e tu hai fallito!- continuò alzando la voce, facendo sussultare il ragazzo rannicchiato sul letto.

-Non urlare! Lo spaventi!- disse l'uomo sporgendosi subito a consolare il malato.

La donna gli porse uno sguardo di scuse.

-Mi dispiace Freddie.- sussurrò e poi si rivolse di nuovo all'altro uomo.

-Questo non toglie il fatto che tu abbia fallito, Kurt.-

Il Dominatore sospirò, accarezzando i capelli castani del suo amore.

-Aveva ragione.- disse stringendolo in un abbraccio –Mi rode un po' ammetterlo ma aveva ragione. Dovresti dargli ascolto e lasciare stare quest'assurda vendetta e occuparti di tuo fratello.- continuò gettandole uno sguardo.

Lei alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente.

-Siamo ai sentimentalismi ora? Bene. Fa ciò che vuoi...me ne occuperò da sola.-

Detto questo diede un bacio sulla fronte a Freddie e si avviò verso la porta.

-E per tua informazione, se mio fratello parlasse, mi chiederebbe lui stesso vendetta. Mi pregherebbe di triturare e spiaccicare Harry Styles sotto le mie scarpe di Armani.-

Poi aprì la porta e se n'è andò facendo ticchettare le sue famose scarpe firmate.





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Ehy belle gnoccone.

Ok. Vi sono mancata? Avete creato delle bambole Vodoo per farmi dei sortilegi?

Ma mi sono fatta perdonare vero?

Chi sarà la donna misteriosa?

Vi ho fatto incuriosire?

Beh, aspettate il prossimo capitolo!

Vi ringrazio sentitamente per i commenti, le visualizzazioni, i messaggi e i voti!

Siete bellissime.

Yes, Mr. Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora