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spalancati gli occhi.
-T-Tsukishima?-
notavo i suoi occhi attraverso gli occhiali spalancati, le labbra semi aperte insegno di stupore.
-Tsukki, io...-
non mi diete il tempo di finire la frase che mi ritrovai a terra, con un dolore lancinante alla guancia destra. Si, Kei mi aveva tirato un pugno.
Decisi di starmene zitto, aspettando che l'occhialuto prendesse parola, mentre cercavo di asciugarmi il sangue che scorreva giù dal naso.
-Mi spieghi perché non ti sei fatto sentire?! Hai idea di quanto io abbia sofferto, di come Hinata abbia sofferto?!-
in quel momento Tsukki si bloccò.
Era evidente che si era pentito di ciò che aveva detto, voleva chiarire ma non voleva farmi sentire in colpa e tanto meno farmi male.
-scusami, Kageyama.-
-No, scusami tu. So che non serve a nulla dire scusa adesso. Ma davvero, non sono la persona adatta con cui fare amicizia. Vi farò solo soffrire, dimenticatevi di me, dillo anche ad Hinata e gli altri. Mi spiace, sul serio.-
E così mi alzai e sotto lo sguardo smarrito e triste di Kei mi allontanai.
Cercavo di trattenere le lacrime, non meritavo di avere persone così nella mia vita. Non lo meritavo. Non sono abbastanza. Ripetevo in continuazione che non ci dovevo pensare ma mi sentivo così vuoto.

Arrivai a scuola, era il primo giorno dopo tanto tempo e mi sentivo perso.
Entrai in classe e di nuovo tutte le voci, i bisbigli, le parole che si ripete vano nella mia mente.
-guardalo, è tornato il re.-
-speravo fosse morto-
-fa ancora più paura del solito.-
-che schifo!-
continuarono per tutte le lezioni e io non riuscivo a fare nulla. Dovevo stare zitto e aspettare che finissero. Non dovevo controbattere, in fondo so che hanno anche ragione.
Per tutta la vita ho odiato il mio carattere. Era ed è la mia più grande insicurezza. Tutte le persone che mi stavano vicino finivano per andarsene e la colpa era mia, del mio carattere troppo arrogante, ormai non ho più aspettative verso le altre persone. Ho smesso di sperare che qualcuno mi possa voler bene per come sono, anche con il brutto comportamento che ho.
Ma so che non succederà. Fino ad ora mi facevo rispettare, a ogni provocazione ogni insulto rispondevo e facevo spazio al mio orgoglio. Poi persino le persone a me più care, quelle di cui mi fidavo e quelle a cui volevo bene si allontanarono da me. Sempre più. E io non riuscivo a sopportare tutto questo, ma non lo davo a vedere. Dovevo continuare con la mia recita da re orgoglioso, invece di lasciar vincere i miei sentimenti. E così fu.
Con quei ragazzi in ospedale era diverso.
Come quando ascoltavo la musica con Suga, usando lo stesso paio di auricolari, uno a me e uno al ragazzo dai capelli grigi. E ascoltavano di tutto, ridevamo e ballavamo addirittura.
O quando Yamaguchi mi faceva decidere i colori che doveva usare per i sui dipinti. Ci sporcavamo le mani con le tempere e iniziavamo a scorpargere prima la tela, poi noi stessi, passandoci i colori sulla faccia, ridendo, fino a quando una delle tante infermiere non veniva a sgridarci.
O quando Oikawa mi faceva vedere le sue foto e quelle di Iwazumi di quando erano bambini. Ricordo che in tutte le foto c'era Hajime che abbracciava affettuosamente Tooru mentre aveva un piccolo broncio che stava ad indicare "allontanatevi,lui è solo mio!", mentre l'altro bambino aveva un enorme sorriso sulle labbra, estasiato dal contatto con "l'amico".
Ricordo quanto Hajime si arrabbiava in cui momenti, perché secondo lui quelle foto erano imbarazzanti, ma io le trovavo carinissime. O quando io e Daichi prendavamo in giro Yamaguchi e Tsukki quando li trovavamo abbracciati o intenti a darsi un casto bacio.
Ma oltre a questi bei momenti c'erano anche momenti brutti. Ricordo quando Tsukki e io aspettavamo nella sala d'attesa per ore, fino a quando Hinaat non usciva con un sorriso e ci diceva che andava tutto bene. Sapevamo che quei controlli che i dottori vari gli facevano non indicavano nulla di buono ma lui se ne usciva sempre con uno "sto bene" seguito da un grande sorriso. Ma i momenti che preferivo erano quelli con Shoyou.Quando ci guardavamo negli occhi per minuti interi, quando scoppia vamo a ridere senza motivo, quando lo osservavo mentre  faceva qualcosa, come giocare ad un nuovo video game. E sono quei momenti semplici che mi facevano sorridere.
Con quei ragazzi potevo essere me stesso al 100%.
In quel momento mi alzai in piedi di colpo, facendo cadere la sedia per terra. Tutti i miei compagni di classe si girarono a guardarmi e il professore di chimica fece per dire qualcosa ma io presi parola prima di lui.
-Devo andare da loro!-
corsi fuori dall'aula seguito dalle urla del professore che borbotta va qualcosa sul rispetto delle regole, ma in quel momento non m'importava. Dovevo chiarire il prima possibile.

hola.
non aggiorno da 3,4 giorni? scusatemi ma sono parecchio giù. spero che comunque il capitolo vi piaccia, bye

Get out alive-kagehina-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora